Commissari per le carceri: soldi non spesi e pochi risultati. La Corte: "Attività deludente"
Gli obiettivi promessi per l'edilizia dei penitenziari non sono arrivati. Erano stati stanziati 460 milioni di euro, per costruire e ristrutturare le strutture. Ma ne sono stati spesi solo 52 in quattro anni. E infatti i nuovi posti sono molto meno del previsto. Il duro rapporto dei magistrati contabili
di Francesca Sironi
15 ottobre 2015
Gli obiettivi erano nobili. Ma soprattutto terribilmente necessari: ridurre il sovraffollamento carcerario, costruendo nuovi istituti, ristrutturando padiglioni e completando i lavori in cantiere. Ma i risultati non sono stati all'altezza della missione. Anzi: «vengono considerati deludenti rispetto agli obiettivi».
È l'ultima tegola della Corte dei Conti sulle strutture commissariali. Centri di poteri e di sprechi su cui più volte è intervenuta la magistratura contabile (e le inchieste de l'Espresso). In questo caso la relazione riguarda l'attività dei commissari delegati dal 2010 al 31 luglio 2014, nominati da diversi governi, ad occuparsi delle fatiscenti strutture penitenziarie italiane.
Il risultato? Poco o nulla. Innanzitutto per l'incapacità di investire, di portare veramente risultati in favore dei detenuti e del paese. Nonostante una disponibilità di finanziamenti a dir poco importante. «In termini finanziari», scrive infatti la Corte: «Si è rilevato che, rispetto ai 462,769 milioni di euro assegnati ai commissari nel periodo 2010-2014 dal bilancio dello Stato, solo 52 (l’11,32 per cento circa) risultano essere stati spesi alla data della cessazione dell’incarico dell’ultimo commissario (31 luglio 2014)».
Solo 52 milioni su 462 sono stati usati allo scopo. La differenza di 410,395 milioni, spiegano, è stata rimessa all’entrata dello Stato per essere riassegnata. Non sono soldi persi, insomma, ma di certo non sono stati usati per l'obiettivo previsto. E i risultati si vedono: «I nuovi posti creati con i vari interventi immobiliari dei commissari sono stati, alla fine del 2014 – in base alle informazioni aggiornate del Ministero della giustizia-DAP – soltanto 4.415 rispetto agli 11.934 previsti», si legge nella nota: «posti che entro il 2016 dovrebbe raggiungere il totale di 6.183 (pari al 51,81 per cento delle previsioni)».
Conclusione: per questi risultati serviva nominare un commissario, con il portato di spese che si porta? Risposta della Corte: No. «Gli sforzi dell’attività dei commissari delegati e del commissariamento straordinario nel settore dell’edilizia penitenziaria», concludono infatti i magistrati: «mostrano come non sia servito procedere alla nomina di un commissario per eliminare o correggere adeguatamente disfunzioni e carenze dell’azione amministrativa ordinaria». Che restano.