I dati elaborati dall'Espresso dimostrano il crollo di audience della maggiore manifestazione calcistica d'Europa. Il passaggio del torneo in esclusiva sulla pay del Biscione fa quasi la metà degli ascolti rispetto all'anno scorso. Quando le partite erano trasmesse anche da Sky

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Il calcio è fatto di episodi. I diritti del calcio pure. Al suo primo anno di esclusiva Champions league, Mediaset Premium è stata messa in difficoltà proprio dalla Lazio di Claudio Lotito, re dell’autovelox e cardine del sistema controllato dagli uomini del Biscione, a partire da Adriano Galliani per finire con la folta pattuglia ?di ex passati ad altre squadre (Infront).

L’eliminazione del club biancoceleste ai preliminari di Champions ha ridotto ?a due le italiane in corsa (Juventus e Roma). Gli effetti sull’audience si sono fatti sentire. I dati Auditel dicono che, se si considerano le prime tre giornate del girone di qualificazione, la somma degli spettatori medi sulle due serate di martedì e mercoledì fra chiaro e pay è di 2,329 milioni. La stagione scorsa in condizioni simili (due italiane iscritte ai gironi e Napoli eliminato ai preliminari) ?e con una divisione delle partite fra Sky Italia e Mediaset la media era di 4,077 milioni.

Nel 2013-2014 gli spettatori tra free e pay erano stati 5,155 milioni, ?ma con una terza italiana ai gironi, il Milan.

È vero che Sky ha una platea di abbonati molto più vasta di Premium (4,688 milioni) ma agli sponsor che riempiono le casse dell’Uefa questo importa poco. Sono loro i più scontenti del netto calo di pubblico.
Per recuperare terreno Italia 1 e Italia 2 hanno trasmesso in chiaro cinque partite nei primi tre turni di quest’anno. Nei due anni precedenti l’accordo Sky-Mediaset prevedeva un solo match in chiaro per turno e con un club italiano in campo. Le cinque partite free di quest’anno hanno portato in tutto 8,2 milioni di spettatori. Le tre del 2014, 18,9 milioni.

A Cologno Monzese si dichiarano soddisfatti di queste cifre. Ma la classifica resta deficitaria. I nuovi abbonati di Premium, secondo le ultime rilevazioni (settembre 2015), sono 1,815 milioni con un incremento netto di 112 mila iscritti. A prezzo di listino (36 euro al mese) è un ricavo di 48 milioni di euro. Anche aggiungendo gli spot, ce ne vuole per arrivare a break even rispetto ai circa 230 milioni di euro che per tre anni Mediaset deve versare all’Uefa. A maggior ragione perché le offerte speciali (fino a 19 euro) portano il ricavo medio per abbonato molto più in basso, sotto i 300 euro all’anno.

Mediaset sta tentando di correggere il tiro in corso d’opera. L’esclusione delle italiane dalle trasmissioni in chiaro è rientrata una prima volta con Bate Borisov-Roma del 29 settembre (2,76 milioni di audience free contro i 7 milioni di Atlético-Juve dell’1 ottobre 2014) e una seconda volta mercoledì 4 novembre 2015 con Roma-Bayer.

Se per quest’anno il deficit è certo, la prossima stagione rischia di essere un incubo per due ragioni. All’inizio del 2017 ci sarà la gara per i diritti Champions del triennio 2018-2020 e bisognerà decidere quanto mettere sul piatto.

Inoltre, se si fa riferimento all’attuale classifica di serie A, la Champions league 2016-2017 potrebbe schierare Roma, Fiorentina e Napoli, ed escludere le tre regine del tifo: Juve, Milan e Inter.
A Mediaset rimarrebbe solo la stagione 2017-2018 per recuperare il passivo.

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