Per l'anno santo straordinario nella Capitale sono partiti corsi antiterrorismo per formare  tassisti, ispettori del trasporto pubblico e volontari della protezione civile. Tra gli organizzatori il consigliere regionale della Destra che ha fatto le barricate contro l’ex sindaco Ignazio Marino

È ufficialmente iniziato, con l’apertura della porta santa in San Pietro, l’anno straordinario della misericordia. Attese migliaia di persone nella Capitale dove l'allerta è elevata al livello IV, come quando c'è un attacco terroristico in corso.

Il pericolo, dopo il massacro di 130 persone a Parigi, è un attentato in mondovisione al simbolo della cristianità, il Vaticano. Misure di sicurezza eccezionali con il divieto di sorvolo e migliaia di agenti schierati.

Anche la macchina della sicurezza non ufficiale si è messa in moto. Per difendere papa Francesco e i pellegrini in arrivo ecco le sentinelle antiterrorismo fai-da-te. Un piccolo esercito di cinquecento, tra uomini e donne, addestrati in fretta e furia: il primo modulo è iniziato sabato 5 dicembre per i volontari di protezione civile e continuerà fino a febbraio per tutte le altre categorie.

Un corso di quaranta ore per “trasformare” tassisti, ispettori del trasporto pubblico della municipalizzata Atac e volontari della protezione civile in segugi con la «funzione di occhi vigili nel corso dell’imminente Giubileo». Tutto gratis e nei giorni di ferie dei dipendenti. Le materie insegnate sono da servizi di intelligence:«Negoziazione, psicologia operativa, gestione situazioni di crisi e gestione esplosivo anche riferito al pericolo chimico biologico».

«Avranno un ruolo di osservatori consapevoli, i loro occhi vigili diventeranno preziosi alleati in chiave di prevenzione anti terroristica. In questo modo la città “verrà a moltiplicare” il numero di persone formate, capaci nel dare la giusta chiave di lettura a fenomeni che possono tradursi in potenziali pericoli», spiegano gli organizzatori.

Tra questi il comitato “Difendiamo Roma”, capeggiato dal consigliere regionale de "La Destra" Fabrizio Santori, che per mesi ha preso di mira l’ex sindaco democratico Ignazio Marino. Un progetto voluto ed organizzato da questa agguerrita onlus che da anni attacca il centrosinistra con raccolte firme, segnalazioni e denunce. 

Per il contributo tecnico-scientifico è stata chiamata la École Universitaire Internationale, un nome altisonante per una piccola srl che si auto-definisce istituto di pace e sicurezza per operare «con le massime più nuove conoscenze».

Un esempio di cosa fanno i “professionisti” per diventare sentinelle. Per i tassisti coinvolti, l’indicazione è chiara: «Se tu vedi un furgone sempre  parcheggiato nello stesso punto per tre-quattro giorni potrebbe essere un mezzo sospetto e un potenziale pericolo e lo segnali alle forze dell’ordine». Come se centinaia di falsi allarmi post 13 Novembre non bastassero.

ROMA SI MOBILITA

L'iniziativa si chiama “Roma si mobilita”. Gli incontri si svolgono in una sala messa a disposizione dall’associazione romana vigili urbani in congedo a pochi passi dal Circo Massimo. Sabato 5 dicembre la prima lezione è seguita da una settantina di volontari della protezione civile in divisa. Il primo incontro ha visto “salire in cattedra” Pietro Scuricini, ex colonnello con un esperienza ventennale all'interno della Nato, e la responsabile della Ecolé Sabrina Magris.

La ventisettenne presidente del “think thank” per prevenire il terrorismo e studiare “antropologia della sicurezza, analisi di intelligence e tecniche di interrogatorio mentale” spiega che tutto è nato da un'idea di Fabrizio Santori che “essendo un politico, recepisce le esigenze che arrivano dal basso, dai cittadini, e si organizza per soddisfarle”.

Dall’idea alla pratica ecco la task force alla romana. «Esclusi i poliziotti - spiega Sabrina Magris - che svolgeranno dei corsi separati e più dedicati, le altre categorie sono per forza di cose sprovviste delle competenze necessarie a sventare una qualsivoglia minaccia, ma i loro occhi e la loro costante presenza sul territorio può risultare molto preziosa in caso di necessità. L'intento è quello di creare una rete di protezione che possa attivarsi in qualunque momento».

Quando tocca a Ivano Leo, presidente della polizia locale, scatta la polemica, con il rammarico che questa iniziativa non sia stata avvallata dai «piani più alti, a cominciare dal prefetto Gabrielli». «Il nostro motto è “servire e proteggere”, ma bisogna anche addestrarsi per servire meglio. Se consideriamo che questi corsi sono completamente gratuiti, si può parlare di occasione mancata. Ma ci dà sollievo che le persone che hanno aderito siano tante, e che pur di venire a questi corsi rinuncino alle ferie: su persone così, io sento di poter contare», dice Leo alla platea.

Quando è il turno dell’ex militare Pietro Scuricini si passa al racconto in prima persona, con il resoconto dell'anteprima del film “Francesco” del regista Daniele Lucchetti proiettato in Vaticano. Un appuntamento mondano, settimana scorsa, nella sala Nervi che può contenere fino a 12 mila persone.

Il colonnello ha sottolineato come in quella occasione praticamente tutte le forme di prevenzione fossero venute meno: la coda, di centinaia di persone, non è stata gestita con apposite barricate, i varchi di ingresso erano insufficienti rispetto alla quantità di gente che doveva passarci, i metal-detector funzionanti erano tre su nove, molti ospiti non sono stati minimamente controllato: chi era su una sedia a rotelle, chi aveva un passeggino, coloro che si sono sentiti male in coda, né tantomeno i vari clochard che sono stati invitati a riempire i posti liberi.

«Sembrerà un discorso cinico – ha spiegato Scuricini – ma bisogna prestare attenzione soprattutto a queste tipologie di persone, perché ormai il terrorista si è fatto furbo: può nascondersi dietro un infermo, o in un padre di famiglia che accompagna un bambino finto nel passeggino, o può usare l'escamotage di simulare uno svenimento per saltare i controlli».

I volontari hanno ascoltato le esperienze dei docenti, alcuni con molta attenzione, altri anche con un po' di scetticismo. Al momento delle domande c'è chi ha chiesto perché un controllo di questa portata venga affidato a dei volontari, che quando vengono impiegati in piazza San Pietro svolgono già di per sé un lavoro enorme di gestione della folla e di certo non hanno le competenze della gestione della piazza o degli scanner. Altri si sono chiesti se tutta questa attenzione verrà riservata anche per altri luoghi meno critici, per esempio alla stazione Anagnina, dove è previsto l'arrivo di centinaia di autobus ogni giorno. 

I NEMICI DI MARINO

Tre giorni dopo il massacro di Parigi Fabrizio Santori, consigliere regionale duro e puro di destra e organizzatore del corso per sentinelle, era furioso: «È necessario proteggere Roma: chiudere le frontiere, controllare ogni singola moschea anche quelle negli scantinati, setacciare centri immigrati regolari e occupati, espellere gli immigrati irregolari invece di andarli a prendere sulle coste. È necessario pattugliare la città anche contro i buonisti della prima ora». Da questo presupposto è nata l’idea della chiamata alle armi per la difesa i casa, con tutte le sigle amiche schierate in prima fila. Un servizio permanente con volontari chiamati a fare «sicurezza partecipata».

Le sigle aderenti al corso per sentinelle sono il sindacato di destra Ugl, l’associazione professionale Polizia Locale, associazione tutela legale taxi, la protezione Civile Arvalia, l’associazione romana vigili urbani in congedo e quella omologa dei vigili del fuoco e poi ispettori trasporto pubblico romano. Tra i più ferventi sostenitori del corso, il comitato Difendiamo Roma (e la sua omologa Difendiamo l’Italia), protagonista dell’accesa campagna contro l’ex sindaco Ignazio Marino con lo slogan #Marinosgomma, schierata contro i migranti colpevoli del degrado della Capitale e appelli contro «il business della solidarietà e il sistema nomadi».

Ecco come Valeria Campana del comitato “Difendiamo l’Italia” presenta il corso. «I fatti di Parigi hanno tristemente dimostrato come ci avessimo visto giusto. In un sondaggio telefonico che abbiamo fatto comprendendo tutti i municipi di Roma ci siamo resi conto di come il problema terrorismo fosse reale anche prima degli attentati del mese scorso: su tremila persone contattate ci hanno risposto circa la metà, di cui il 65 per cento si è dichiarato “non sicuro”. Abbiamo rifatto la stessa domanda alle stesse persone dopo il massacro e la percentuale dei “non sicuri” è salita all’88 per cento. Nel nostro piccolo, cerchiamo di dare una risposta alle esigenze della gente».