Domenico Ippolito è stato direttore generale dell'Aler, poi rimosso perché coinvolto in inchieste sulla compravendita dei voti con la 'ndrangheta. E ora è tornato nell'azienda

La storia di Aler si intreccia con quella di Domenico Ippolito, avvocato calabrese con ?una rete di amicizie inossidabile. Entra nell’azienda lombarda nel 1991, prima come responsabile amministrativo, poi come direttore del personale e infine dal 1999 come direttore generale. Dal 2005 è pure amministratore delegato di Asset. Nel 2012 il suo nome compare nell’inchiesta sulla compravendita di voti tra l’ex assessore regionale ?alla Casa, Domenico Zambetti, e alcuni boss della ’ndrangheta, cui il politico avrebbe promesso anche posti di lavoro in Aler.

La figlia di un presunto boss fu contattata ?dalla segretaria di Ippolito e assunta presso la direzione generale di Aler. Davanti alla commissione antimafia, Ippolito si giustificò dicendo che non esistono aziende in cui non ci siano «referenzialità». Ippolito era stato rimosso da Aler ma a marzo, grazie all’amicizia con l’ex prefetto Gian Valerio Lombardi - nuovo presidente voluto da Maroni - e con Lorella Sossi, neo dg, è tornato alla ribalta come direttore degli affari generali.
Il rapporto
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Eppure sarebbe Ippolito il manager delle consulenze d’oro, tra cui quella all’architetto Michele Ugliola (il pluri-indagato “collettore di mazzette”, che nel 2009 ricevette da Aler 100mila euro per un incarico piuttosto fumoso) e all’avvocato Giovanni Brambilla Pisoni, ?che per anni ha ricevuto incarichi da 100mila euro. D’altronde, uno dei nipoti di Ippolito, Antonio Ditto, ha lavorato per anni nello studio Brambilla Pisoni; così come altri nipoti hanno avuto incarichi a vario titolo con società e professionisti in rapporti con Aler.

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