'Linus', un numero speciale dedicato alla satira di George Wolinski
'Linus', un numero speciale dedicato alla satira di George Wolinski
La più celebre rivista italiana di fumetti celebra il genio di George Wolinski, tra le vittime dell'attacco al giornale satirico parigino di un mese fa. E lo fa raccogliendo tutte le sue storie migliori pubblicate proprio su 'Linus' tra gli anni Sessanta e gli Ottanta
Un mese dopo l’attentato nella redazione di Charlie Hebdo, ed esserci dichiarati tutti Charlie, Linus esce nelle edicole e nelle librerie (per Baldini&Castoldi) con un inserto di 32 pagine staccabile tutto dedicato al genio di Georges Wolinski, tra le vittime di quella oscena giornata parigina.
Lo speciale, che si intitola Wolinus, raccoglie le sue migliori storie pubblicate sulla storica rivista di fumetti, con cui collaborò tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli ottanta. Tutte direttamente in italiano. L’obiettivo è quello di ricordare, e presentare a una nuova classe di lettori, un disegnatore senza eredi che si definì "italiano per madre, polacco per padre e francese per caso”. Wolinus comincia con tre racconti post-sessantottini comparsi, in origine, su “Hara Kiri”: un piccolo capolavoro di autofiction ante litteram, più due racconti di genere, il noir e il western secondo Wolinski. Seguono le sue celebrate short stories: sarcastiche, orgiastiche, poetiche. Non si diventa a caso una star del fumetto francese ed europeo, amata da molti, odiata da tanti, ça va sans dire.
WOLINSKI-Pagina-01-jpgTagliente e iconoclasta, ma al naturale; ironico incondizionatamente e con efficacia erga omnes, specialmente nei confronti di se stesso, Georges Wolinski è stato uno dei vignettisti satirici più importanti per la generazione che amoreggiò con la rivoluzione. Nato a Tunisi nel 1934, il suo debutto nel disegno avviene nel 1958 per una rivista di giardinaggio e bricolage, pensate un po’. Due anni dopo, con la nascita di Hara Kiri, si dà alle strisce satiriche. Irrompe il ’68 e uno come Georges non può certo starsene alla finestra, alla “The dreamers” di Bertolucci: lancia quindi “L’enragé”, “una mattonella contro l’ordine costituito”; è tra le matite più affilate di “Action”, la gazzetta ufficiale del Maggio francese; innalza l’iconografia al potere. Sogna una politica liberata, fatta di sesso e non più di guerre tra repressi di partito. Forse pensa: “Siate realisti, disegnate l’impossibile”.
Crea il suo personaggio a fumetti più noto, insieme a Georges Pichard, Paulette: una ricca ereditiera bionda, svampita, passionale e comunista, dedita ad avventure bollenti e diversamente ideologiche. Frutto proibito di quel tempo di contestazioni e svestizioni, voluttuosa ma candida, Paulette si spoglia di ogni abito, soprattutto mentale, per la nuda lotta di classe.
Schermata-2015-02-09-alle-09-28-35-png“Wolinski è stato amico di Linus fin dai tempi di Hara Kiri, il giornale satirico da duecentomila copie che poi, colpito dalla censura e da provvedimenti di sospensione nella Francia gollista, dovette chiudere nel 1970 per rinascere come Charlie Hebdo” scrive nel suo editoriale la direttrice Stefania Rumor. E Charlie prese le mosse proprio dal nostro Linus, nella formula, nella periodicità, nel nome. “Libertino libertario”: si intitola così il suo corsivo di apertura. Definizione felicissima.
Georges Wolinski è stato un personaggio pressoché irripetibile dalle nostre parti. Un po’ come Serge Gainsbourg. Disse una volta: “Preferisco sempre stare con delle donne. Magari solo per parlare. Le donne, non è neppure necessario che dicano cose intelligenti. C’è sempre lo spettacolo dei gesti, degli occhi, della bocca… le belle donne, naturalmente”. Chi l’ha conosciuto lo dipinge così: “Era una persona deliziosa e gentile, incapace di prendersi sul serio. Aveva la fissa del sesso, ma era l’opposto del tipico maschilista”. Sindaco nella sua città delle donne di carta, e di carne, adorava Fellini ma detestava Godard, “tutto fumo e niente sostanza”.
Da oggi, con Linus, saremo tutti Georges Wolinski. E non ci dispiacerà affatto.