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12 agosto, 2025Secondo quanto ricostruito da Ynet, un’operazione dietro le quinte condotta da un controverso lobbista israeliano avrebbe portato alla nomina dell’imprenditore. Governerebbe sotto l’egida della Lega Araba
Imprenditore, residente a Ramallah e con una lunga carriera tra incarichi politici ed economici. Samir Hulileh sarebbe il governatore designato di Gaza dopo la guerra e l’occupazione israeliana della Striscia. È quanto ha ricostruito il portale israeliano Ynet, secondo cui una complessa operazione di lobbying, condotta lontano dai riflettori, avrebbe portato a individuare in lui una figura "gradita" da porre alla guida l'enclave palestinese nel cosiddetto “giorno dopo”. Hulileh è stato segretario generale del governo palestinese nel 2005, vice ministro dell’Economia e del Commercio, membro del consiglio direttivo del Palestine Trade Center e presidente della Borsa valori palestinese. È inoltre ritenuto vicino all’imprenditore palestinese-americano Bashar al-Masri, figura centrale nello sviluppo immobiliare e industriale in Cisgiordania e in stretto contatto con l'amministrazione Trump.
Il piano, sostenuto da Washington e da Paesi chiave della regione, intende aggirare il nodo del ritorno diretto dell’Autorità nazionale palestinese a Gaza, soluzione che Israele ha sempre osteggiato. La leadership palestinese ufficiale ha invece respinto pubblicamente l’ipotesi di un governatore nominato all’esterno, giudicandola un tentativo di consolidare la separazione politica tra Gaza e Cisgiordania. Una volta nominato, Hulileh governerebbe sotto l’egida della Lega Araba e con il duplice obiettivo di garantire la ricostruzione di Gaza e assicurare un’amministrazione slegata sia dall’Autorità Nazionale Palestinese che da Hamas, così da ottenere anche il via libera di Israele.
Dietro la sua candidatura ci sarebbe il lavoro di Ari Ben-Menashe, lobbista ed ex ufficiale dell’intelligence israeliana con un passato molto controverso. Nei primi anni Ottanta sarebbe stato coinvolto nel Irangate, uno scandalo politico internazionale legato alla vendita illegale di armi da parte degli Usa all’Iran per dirottare in modo occulto i fondi ai ribelli anti-sandinisti in Nicaragua. Processato negli Stati Uniti, fu poi assolto. Ha inoltre dichiarato di aver lavorato per il Mossad e per l’allora primo ministro di estrema destra Yitzhak Shamir, affermazioni che Israele ha sempre smentito. Da quando si è registrato come lobbista negli Stati Uniti, ha rappresentato clienti come il dittatore dello Zimbabwe Robert Mugabe e la giunta militare del Myanmar. Il suo portafoglio attuale includerebbe Kirghizistan, Congo, Vanuatu, il presidente del Burkina Faso e i vertici militari del Sudan, in cui è in corso una catastrofe umanitaria paragonabile a quella di Gaza. In un’intervista a Shomrim, Ben-Menashe ha confermato il proprio ruolo nella promozione di Hulileh, definendo l’iniziativa “una buona cosa per gli ebrei” e “personalmente importante” per lui.
I documenti depositati da Ben-Menashe negli Stati Uniti delineano un ampio progetto di gestione e ricostruzione di Gaza nel periodo post-bellico. La proposta prevede la presenza sul territorio di forze congiunte statunitensi e della Lega Araba, il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite di uno status speciale per la Striscia e la riapertura di quattro o cinque valichi commerciali per facilitare il flusso di merci e aiuti. Un altro elemento chiave riguarda lo sfruttamento delle risorse naturali, con concessioni per la trivellazione di gas al largo di Gaza. Hulileh stima un fabbisogno di 53 miliardi di dollari per la ricostruzione, una cifra che dovrebbe provenire in larga parte dai Paesi del Golfo, con la garanzia di Europa e Stati Uniti.
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