Ludoteche anti gioco d'azzardo. Associazioni contro la solitudine. Gruppi per andare in montagna. Corsi di formazione e lezioni in classe. Così il capoluogo friulano aiuta gli over 65. Diventando un modello per tutto il Continente che invecchia (Foto di Fabrizio Giraldi per l'Espresso)

La matematica non l'ha mai capita e in classe le formule fluttuano sopra la testa di Elena Amadori. Eppure quel corso, offerto dal comune di Udine a chi ha superato i 65 anni, è uno dei suoi preferiti, per più di un motivo. «È una buona occasione per fare amicizia, perché è frequentato da molti uomini», racconta Elena nel cui sorriso, arricchito da un filo di rossetto, c'è la franchezza di una settantina di primavere trascorse, che le hanno insegnato a non aver timore dei propri desideri.

«È bello stare con le amiche, ma coi maschietti, che son diversi, è più piacevole», dice Amadori, che proprio da un nuovo amico ha imparato un trucchetto per ritrovare la sua Panda nei parcheggi troppo grandi. Sull'antenna dell'auto brilla una farfallina arancione fatta con due catarifrangenti della bicicletta.

A una certa età, ingegnarsi è d'obbligo. Così come è indispensabile evitare la solitudine e mantenersi attivi nel corpo e nella mente, e questo Udine, cento mila abitanti e capoluogo del Friuli, l'ha capito da un pezzo. Oggi tante città italiane si sono messe all'opera per valorizzare le persone di una certa età, ma Udine è stata la prima. Italia e Giappone si contendono il primato di nazione più vecchia del mondo e secondo l'Istat ci sono dodici milioni di ultra sessantacinquenni nel Bel Paese, il 21 per cento della popolazione, e saranno sempre di più, perché l'aspettativa di vita, che oggi è di 82 anni, è in costante aumento.
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Vent'anni fa Udine ha cominciato a tessere i fili di quella che oggi è un'intricata rete di servizi, corsi, associazionismo per arricchire la vita degli anziani e sfruttare l'enorme quantità di tempo libero a loro disposizione per risolvere altri problemi della città. Infatti, il comune friulano ha affidato ai nonni il compito integrare gli immigrati del quartiere Peep Est con il resto della comunità.

Accompagnando i figli delle famiglie straniere a scuola, sono entrati nelle case dal profumo di Maghreb, India e Medio Oriente, hanno familiarizzato con donne velate e con quelle che non parlavano l'italiano. È solo una delle intuizioni che l'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha valorizzato facendo della città friulana il capofila di Healthy Ageing Subnetwork, progetto a favore dell'invecchiamento in salute. Stoccolma ha guidato il progetto dal 2004 al 2008, poi è stata la volta di Udine, dal 2009 fino all'anno scorso, riconfermata fino al 2018 al comando della Healthy Ageing task force, composta da 32 paesi del mondo.

La città del Tiepolo è diventata un centro di ricerca sul tema. L'ultimo esperimento è “Camminamenti, le menti in cammino”, venti corsi per contrastare la solitudine e prevenire gli acciacchi della mente, replicati nelle 7 circoscrizioni della città per evitare che gli anziani si debbano allontanare troppo da casa. Sono organizzati dall'associazione Alzheimer e dalla cooperativa Pervinca, sfruttando i 35 mila euro devoluti dai cittadini all'amministrazione comunale con il 5 per mille.
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All'inizio i partecipanti erano pochi, oggi quasi duecento. Il più gettonato è biomusica, simile alla musicoterapia, fonde gioco e ginnastica utilizzando il suono e la voce. I corsisti hanno chiesto il bis e le lezioni proseguono ininterrottamente da mesi. «Arrivano prevenuti e quando bisogna fare esercizi di contatto s'irrigidiscono.

Poi si lasciano andare, liberandosi dalle inibizioni di una vita. Tornano bambini, riscoprono il piacere di un abbraccio, una carezza», racconta il professore più amato dalle nonne udinesi, Luca Casale, che per risolvere l'evidente problema dell'assenza di uomini ha proposto di inserire una lezione di calcio, che forse partirà a settembre. «Le donne sono più predisposte a condividere, gli uomini, specialmente i friulani, sono chiusi, difficili da coinvolgere», spiega il professore. Vista la passione degli anziani udinesi per la musica, il comune ha regalato venti abbonamenti alla stagione musicale, una rivelazione per i signori che non avevano mai messo piede in un teatro.
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«Una coppia di amici mi ha parlato di queste lezioni con così tanto entusiasmo che ho deciso di partecipare. Ci ho preso gusto, praticamente li ho frequentati tutti», dice Elena, che snocciola l'elenco. Quello di Calligrafia l'ha riportata ai tempi in cui metteva il grembiule; Benessere e Yoga per sgranchire il corpo; Inglese per conoscere il significato di quelle parole straniere diventate di uso comune, tipo “check up”.

C'è anche il percorso di  allenamento cognitivo per esercitare la memoria a breve termine. «Ci danno persino i compiti a casa», racconta Elena, che a sua volta ha coinvolto altri amici, «perché insieme ci si da coraggio». Liliana Nilgessi, 73 anni, ancora non si è abituata alla vita da pensionata. Per una vita ha girato il Friuli, faceva l'agente di commercio.

Poi la sua schiena ha chiesto riposo. Si è avvicinata a un gruppo di cammino e poi alla scuola per anziani: «Al corso di Memoria Attiva sono riaffiorati ricordi e ho scoperto nuovi lati di me stessa. Il prossimo semestre frequenterò altri due corsi», spiega Liliana, che ha già il suo bel da fare con la rassegna cinema, scontata per chi ha superato i 65. D'estate le lezioni si spostano all'aria aperta con visite ai luoghi storici, riscoperta dei pozzi cittadini, passeggiate nei boschi in cerca di erbe selvatiche e una capatina al mare.
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Il dinamismo friulano ha stupito l'Unione Europea, che a fine 2013 ha chiesto a Udine di pilotare Healty Ageing UrbanAct, piano di valorizzazione del Vecchio Continente, che presto potrebbero avere qualche problema di terza età. L'esperienza udinese sarà affiancata dalle innovazioni altre città europee.

Secondo le stime dell'Oms, entro il 2025 un europeo su cinque avrà più di 65 anni e nel 2050 saranno uno ogni tre. L'allungamento della speranza di vita è figlio del progresso, ma porta con sé il maggior rischio di disturbi fisici e mentali, da prevenire per evitare di appesantire i sistemi sanitari e dare dignità a chi ha i capelli grigi.

Su questo fronte l'Unione Europea è in ritardo e  ha intenzione di recuperare il tempo perso replicando il modello Udine. Del resto questa questa città è fra le più anziane d'Italia: 68 ultracentenari, un quarto della popolazione ha più di 65 anni, il 18 per cento delle 49 mila famiglie è composto da anziani soli (8.800 persone), quasi tutte donne. Che comunque hanno poco tempo per sentirsi sole, specialmente quelle che incappano in Mariolina Micossi, vulcanica settantacinquenne.

Tiene le fila di “Panorama”, uno dei 7 gruppi di cammino della città. «Il nostro è il più affiatato, il più numeroso», dice lei, scherzando ma non troppo. L'idea di far parte della terza età proprio non le va giù, «Mi definisco “diversamente giovane”», sorride lei, una corona di capelli bianchi in perfetto ordine, le unghie laccate rosso ciliegia e look sportivo. Il gruppo Panorama prende il nome dallo strategico supermercato lì accanto, offre un ampio parcheggio e la possibilità di reclutare altri anziani fra gli avventori del super, incuriositi da questo gruppetto di trenta donne (più qualche sporadico uomo) che si avventurano tra i sentieri di campagna della zona.

C'è chi va di fretta e di giri ne fa più d'uno, chi s'attarda per conversare e s'accontenta di cinque chilometri al dì. Il ritrovo è alle 9 ogni lunedì, mercoledì e venerdì e neppure il maltempo li può fermare. La prima ad arrivare è Mariolina, contatta le ritardatarie e sprona le più pigre, «Su su, forza ragazze». Si comincia con gli esercizi per la tonicità muscolare, «rassodiamo seno e glutei», dice Mariolina e tutte giù a ridere. Il gruppo è nato sei anni fa. All'inizio erano in tre, le prime sono arrivate ascoltando l'annuncio alla radio e dando retta al medico.
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«Quattro bypass al cuore. Ho promesso al dottore che avrei camminato per cinque chilometri al giorno, eccomi qua. Però io ci vengo per la compagnia», racconta Luciana Paviotti. Mentre Piergiorgio Genussi l'ha letto su una locandina affissa fuori dal supermercato. «L'anno scorso c'erano altri due uomini, ora son rimasto solo io», racconta Genussi. «Che ci dobbiamo fare, gli uomini sono anziani», sdrammatizza Mariolina.

Altre hanno scoperto il gruppo leggendo il bollettino comunale e così è arrivata Vittoria Pegoraro, orgogliosa dei suoi 82 anni: «Mi sveglio all'alba e ho una vita impegnata. Ma la voglia di fare qualche volta manca e allora bisogna farsela venire, altrimenti si arriva a sera con una triste noia dentro», racconta Vittoria, che ama soprattutto la fase finale della passeggiata, quando si va a “babare”, a chiacchierare.

Monopolizzano il bar del supermercato, ordinano caffè, sfoderando smartphone per scambiarsi ricette. Qui si organizzano le uscite fuori porta del weekend e prima che il gruppo si divida, arriva, per un saluto veloce, Carla Franzin, 72 anni, responsabile dei nonni del Piedibus: «Ci mettiamo tutto il nostro impegno», poi scappa via di corsa verso l'ennesimo appuntamento.

Carla è anche il cuore del Salotto d'Argento, un centro diurno per anziani che somiglia a un circolo di pensatori. Sempre aperto, sabato compreso, offre conferenze, corsi di ginnastica, pittura, maglia, mosaico. I più solitari ci vanno per leggere il giornale. È anche il punto di intersezione di 30 associazioni di volontariato, dove operano 7 mila pensionati. Sono loro a girare fra le case di chi è scivolato verso la quarta età, al limite dei cent'anni. Si presentano alla loro porta con un pasto caldo e verificano che tutto sia in ordine, li accompagnano al mercato e danno la medicina più importante, il dialogo, contro la solitudine.

«Abbiamo delegato agli anziani molti servizi. Sono la nostra forza», racconta Stefania Pascut, dirigente comunale. I pensionati collaborano con “No alla Solit'Udine” un call center nato per rispondere ai bisogni della quotidianità, il ritiro di esami e medicinali, un aiuto per raggiungere la posta, una mano per cambiare la lampadina e fare i mestieri, ma poi si è scoperto che gli anziani hanno soprattutto bisogno di compagnia e il servizio si è dedicato anche all'ascolto, oltre a offrire letture di libri e giornali a domicilio.
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A Udine si affronta anche il problema del gioco d'azzardo. Sta seducendo parecchi anziani, pronti a scialacquare la pensione fra gratta e vinci e slot machine. Nel 2012 è nata una ludoteca non solo per piccini. È strutturata su tre livelli, più si sale, più i giochi si fanno impegnativi. All'ultimo piano, raggiungibile anche con l'ascensore, ci sono una decina di tavoli frequentati da giocatori dai capelli grigi, che sfidano la sorte al shut the box, un gioco di fortuna tipico dei pub inglesi, molto simile alle slot machine, ma qui si può al massimo perdere la pazienza per colpa della iella, non la pensione.

E se la fortuna non gira, si passa al backgammon, al carromm, l'antenato del biliardo che proviene dall'India. In alternativa c'è il Mancala, un passatempo africano, un rompicapo matematico, il gioco più giocato al mondo. Si può scegliere fra decine di intrattenimenti, molti dei quali sono realizzati in legno lavorato. A grande richiesta vengono organizzati venti corsi l'anno di burraco e relativi tornei il sabato sera. Va a finire che tocca ai nipoti trascinare via i nonni per riportarli a casa. 

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