I risultati dello studio del Pew Research Center: in Europa non ci sarà nessuna 'invasione islamica'. In aumento anche atei e agnostici. Ma in generale crescerà il peso della religione nella società

Ci sarà un'invasione musulmana in Italia. La Francia sarà “sottomessa” all'Islam come nell'ultimo romanzo di Michel Houellebecq, e l'Europa diventerà “Eurabia”, come l'ha chiamata in passato anche Oriana Fallaci. Ma ci aspetta davvero questo futuro? Queste profezie di “sventura” care anche alla Lega Nord di Matteo Salvini sono in realtà ben lontane dal quadro dipinto dall'autorevole Pew Research Center nel suo ultimo rapporto.

Nel suo “The Future of World Religions”, il centro studi indipendente americano ha analizzato gli attuali trend demografici e migratori e ha immaginato come saranno le nostre società nel lontano 2050.

Ebbene, sì, la religione musulmana è quella che cresce più velocemente di tutte, ma quella cristiana rimarrà comunque la più diffusa globalmente (31,4 per cento contro il 29,7 di quella musulmana, bisognerà forse aspettare il 2100 per il sorpasso), e non ci sarà nessuna invasione islamica, nessuna mutazione genetica della civiltà occidentale.
 

(nella tabella i dati europei)

Solo un europeo su dieci si riconoscerà nella religione di Maometto, e per quanto riguarda l'Italia, in particolare, i musulmani passeranno dal 3,7 per cento del 2010 al 9,5 del 2050, una cifra che potrebbe però scendere anche al 7,2 se l'immigrazione dai Paesi arabi dovesse diminuire. In Europa continueranno ad avere una quota di musulmani superiore alla nostra, proprio come ora, la Svezia (12,4 per cento), il Belgio (11,8), il Regno Unito (11,3), la Francia (10,9) e la Germania (10).

Chi spera anche per il futuro in un'Italia e in un'Europa cristiana può tirare un sospiro di sollievo. Nel 2050 la popolazione cristiana del Vecchio Continente calerà in fondo di poco rispetto al 2010, dal 74,5 per cento al 65,2, mentre i musulmani passeranno dal 5,9 al 10,2 (anzi all'8,4 se l'immigrazione si fermerà). In Italia, invece, scenderà dall'83,3 per cento al 72,8, un calo davvero troppo poco significativo per mettere in pericolo le radici cristiane del nostro Paese, mentre buddisti e indù continueranno a non superare lo 0,5.

Il dominio del cristianesimo rimarrà dunque incontrastato. L'Islam non sarà dunque un vero “rivale”, nelle terre d'Occidente. La percentuale di musulmani sarà persino inferiore a quella di un altro gruppo, che nello studio del Pew Research Center viene definito degli “unaffiliated”, quanti non si riconoscono in nessuna religione. Si tratta anche di chi crede vagamente nell'esistenza di un Dio, ma soprattutto di atei e agnostici. Caleranno in generale nel mondo (dal 16 al 13 per cento), ma non nel Vecchio Continente o nel Nord America.
 

(nella tabella i dati relativi al Nord America)

In Europa i non-religiosi aumenteranno dal 18,8 al 23.3 per cento. In Italia dal 12,4 al 16,3. Sono loro, e non i musulmani, che faranno perdere ad alcuni Paesi la loro maggioranza cristiana. Ad esempio al Regno Unito e all'Australia. Oppure alla Francia, che vedrà crescere i musulmani solo dal 7,5 al 10,9, mentre i non-affiliati aumenteranno addirittura dal 28 al 44,1. Anche negli Stati Uniti saliranno dal 16,4 al 25,6, mentre i musulmani nel 2050 saranno solo il 2,1 per cento e i cristiani ben il 66,4.
 
Quote simili si riscontrano un po' in tutti i grandi Paesi occidentali, dalla Germania al Regno Unito, dalla Spagna alla Polonia (qui 12,8 di non affiliati, ma appena lo 0,2 di musulmani contro l'86,8 di cristiani). Solo in Russia i musulmani (16,8) saranno più dei non-religiosi (11,3, addirittura in calo rispetto al 2010), ma i cristiani rappresenteranno ancora il 71,3 per cento della popolazione, soltanto due punti in meno del 2010.

Quello del 2050 è un mondo in cui tutte le religioni avranno più peso, tranne il buddismo. Ma per quanto riguardo l'Occidente non cambierà molto: il cristianesimo continuerà a essere la fede di gran lunga dominante, e i non-religiosi conquisteranno altro terreno. Chi vuole sfruttare elettoralmente la paura dell'invasione islamica e dell'Eurabia dovrebbe cominciare a puntare su altri nemici immaginari.