«C’è una direzione chiara per rendere più plurale e libero il modello di famiglia. Ma sul piano delle politiche sociali non c’è alcuna inversione di tendenza». Parla Chiara Saraceno, sociologa e attenta osservatrice degli interventi sul welfare.
Riconoscerà che unioni civili e divorzio breve sono una novità.
«Lo sono. Il Parlamento si è accorto infine che gli italiani sono cambiati, che su molti diritti, come per i matrimoni gay o le adozioni, la giurisprudenza ha detto la sua. Benvengano quindi le riforme a costo zero. Ma manca la stessa attenzione sul piano sociale, dove pure è necessario innovare».
Fra gli interventi di governo c’è il bonus bebè, gli 80 euro alle neo-mamme annunciati da Matteo Renzi da Barbara d’Urso. Non servono?
«Ogni aiuto è valido. Il bonus però, per come è stato strutturato, è un ibrido. Doveva servire per favorire la natalità ma è diventato una misura di contrasto alla povertà, per il basso reddito delle madri che vi possono accedere. A questo punto era meglio usare quei fondi per riformare l’assegno familiare, ora poco incisivo. Il quadro degli aiuti così è troppo frammentato. E per favorire i nuovi nati contano più le politiche di conciliazione che i contributi economici».
Conciliazione fra lavoro e famiglia. Pensa agli asili nido?
«Sì. Al Sud la situazione è drammatica. Hanno sprecato milioni di euro, già assegnati e mai spesi allo scopo».
Il Jobs Act ha introdotto altre misure per la conciliazione, come il congedo ad ore e l’estensione delle tutele per i papà lavoratori autonomi. Come le valuta?
«Per il congedo di paternità non cambia nulla di sostanziale. È ancora troppo poco pagato – il 30 per cento dello stipendio ordinario – perché inizi a funzionare. La quota riservata ai padri c’è, ma senza aumenti contributivi non serve. E se il bisogno esiste, poi, manca ancora l’accettazione sociale. Conosco uomini che prendono le ferie per stare con i figli, e non il congedo, perché temono di passare per lavativi, perché è “una cosa da femmine”. Il Jobs Act ha peggiorato le cose».
In che senso? Non aumenta le tutele per i genitori?
«Di legge, le aumenta. Di fatto, le diminuisce. Essendo più facile licenziare, meno costoso, renderà ancora più dura la scelta di un figlio per le giovani donne. La precarietà rende difficile ogni tipo di congedo. E quindi di famiglia»
Attualità
8 giugno, 2015Articoli correlati
Se sui diritti civili il Parlamento riparte, sulle politiche sociali non c'è innovazione. Bonus bebè e congedi, per come sono stati strutturati dal governo Renzi, non bastano. E la precarietà peggiora le speranze. L'analisi di una grande sociologa
"Il Jobs Act non aiuta le madri"
L'intervento di Chiara Saraceno
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Stati Uniti d'Europa - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 11 luglio, è disponibile in edicola e in app