
Protagonista suo malgrado di questa strana storia è Alan Friedman, il celebre giornalista economico, implacabile fustigatore dei vizi italiani, autore di fortunati libri-inchiesta e della prima biografia autorizzata di Silvio Berlusconi, “My Way”, che uscirà in autunno. Un vero esperto capace di indagare con profitto da decenni sui maggiori scandali finanziari, come giustamente riporta sulla sua pagina web, dove si autodefinisce «opinionista e commentatore dell’economia fra i più stimati in Europa» ed elenca tra le sue medaglie al valore «lo scoop sul caso Iraqgate, lo scandalo che travolse la Bnl e dimostrò il coinvolgimento della Casa Bianca nella vendita di armi a Saddam».
L’altro protagonista è Alessandro Proto, uno tra i più discussi outsider della finanza italiana, un agente immobiliare balzato alle cronache per i comunicati-truffa con cui vantava l’acquisto di favolose quote di grosse società italiane. Accuse per cui Proto ha patteggiato nell’ottobre 2013 una condanna a tre anni e dieci mesi per aggiotaggio e manipolazione dei mercati. Due personaggi lontanissimi, insomma. Eppure tra la grande firma e l’illusionista c’è un imprevedibile trait d’union. Rappresentato da un’incantevole tenuta nelle campagne toscane, Villa Orsetti.

La proprietà è di Friedman, che nel tentativo di venderla accetta di imbastire una trattativa proprio con quell’immobiliarista, prima che venga scoperto e inquisito dai magistrati milanesi. «Il nostro rapporto è iniziato nell’aprile 2011, tramite un assistente di Friedman», racconta oggi Proto. «Non abbiamo siglato un accordo scritto, ma la mia opera è stata ricompensata con 43 mila euro. Friedman voleva vendere la villa per 25 milioni, a mio avviso una cifra esorbitante, perciò gli proposi, per prima cosa, di mettere in piedi un’azione mediatica».
Proto ha costruito la sua fama proprio sulle “azioni mediatiche”.
Uno schema ripetuto più volte, ottenendo sempre una straordinaria visibilità gratuita: dovendo vendere un immobile di pregio, s’inventa un’offerta fasulla di un vip internazionale, si confeziona una soffiata e la si fa uscire sui giornali. Nel caso di Villa Orsetti, Proto conserva nel computer una serie di email su una “operazione” chiamata «Royal Depistaggio». Obiettivo: far credere che la tenuta di Friedman avrebbe ospitato William d’Inghilterra e sua moglie Kate. «Con i suoi agganci nei giornali possiamo farla uscire domani», esulta Proto in un messaggio allo scrittore.
Qualcosa di simile al “depistaggio reale” viene effettivamente pubblicato il primo maggio del 2011 addirittura sul “Corriere della Sera”, di cui Friedman è un opinionista di punta. L’articolo, che cita anche la “Alessandro Proto Consulting”, esce a pagina 18 con un cauto interrogativo: «Kate e William passeranno parte della loro (rinviata) luna di miele a Villa Orsetti, l’incantevole tenuta di Alan Friedman adagiata sulle colline lucchesi?». Il quotidiano interpella lo stesso Friedman, che non smentisce: «Non voglio essere sgarbato. Capisco che la questione interessi molto la stampa italiana, ma davvero non posso raccontare niente: no comment».
Nell’archivio di Proto compaiono altri documenti imbarazzanti su un ipotetico piano per risparmiare sulle tasse, collegato a un’offerta da 18 milioni e mezzo che si è poi rivelata fasulla come il “depistaggio reale”.
Invitato più volte da “l’Espresso” a fornire la sua versione dei fatti, Friedman si è limitato a far sapere di essere stato solo una vittima dei raggiri di Proto; mentre sui soldi e sulle email reali ha preferito non rispondere.