Una serie di inchieste dell'Espresso hanno svelato come gli incassi fatti in Italia da queste società vengano fatturati all'estero. Dove le aliquote sono molto più basse

Circa 8,4 milioni di euro. È il totale delle tasse versate all’Agenzia delle Entrate nel 2014 da Amazon, Apple, Google e Facebook. Una cifra irrisoria rispetto ai fatturati miliardari registrati in Italia da queste società. ?Il motivo è stato spiegato più volte da “l’Espresso”, con una serie ?di inchieste: tra le altre, una del gennaio 2013 (nell’articolo intitolato “Clicca l’evasore”) e un’altra nel novembre 2014, nell’ambito del servizio di copertina “Ecco chi scappa dal fisco italiano”. In sostanza, gli incassi derivanti dalle attività svolte in Italia vengono fatturati a società del gruppo basate in Irlanda (Facebook, Apple, Google) e Lussemburgo (Amazon), dove le aliquote sono molto più basse rispetto a quelle di Roma. Tutto regolare, è la difesa dei big del Web: le filiali italiane forniscono solo “servizi di marketing” alle società registrate a Dublino o Lussemburgo.

Una strategia utilizzata in molti altre nazioni europee. Per questo motivo l’Ue ha avviato un’inchiesta fiscale sui colossi di Internet, finiti anche sotto la lente ?di alcune Procure italiane. Ma, nonostante tutto, finora non è cambiato niente e le corporation dell’hi-tech continuano a eludere le imposte.