Interrompere il tentativo del clan dei casalesi di riorganizzarsi militarmente. Impedire che i suoi nuovi reggenti riuscissero a rinsaldare le fila del gruppo, decimato da arresti eccellenti, e a estendere le attività illecite. Era questo l'obiettivo principale dell'indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, nell'ambito della quale sono state eseguite misure cautelari nei confronti di 44 persone. Tra queste, 28 sono state sottoposte a custodia cautelare in carcere, 11 sono finite agli arresti domiciliari, mentre a cinque è stato imposto il divieto di dimora.
Le accuse contestate, a vario titolo, sono quelle di associazione camorristica, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza, riciclaggio e altri reati aggravati dal metodo o dalla finalità mafiosa. Nomi di spicco, quelli dei fratelli Francesco, Massimo, Corrado e Raffaele Russo. In base a quanto ricostruito attraverso le intercettazioni e le dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia, infatti, sarebbero stati loro i nuovi capi del clan, dopo l'arresto dell'altro fratello, Giuseppe detto “Peppe 'o padrino”. In particolare, il comando sarebbe passato nelle mani di Corrado e Raffaele, gli unici ancora a piede libero.
La sezione Schiavone del clan dei casalesi, insomma, sarebbe stata ormai cosa loro e, proprio per conto del gruppo di Francesco “Sandokan”, la famiglia Russo avrebbe gestito le estorsioni, avrebbe mantenuto i rapporti con le amministrazioni locali per controllare gli appalti, ma, soprattutto, avrebbe raggiunto il monopolio del noleggio e della gestione delle macchinette per il gioco d'azzardo nel Casertano e nel Napoletano. Business gestiti anche grazie alla compiacenza di imprenditori e prestanome incensurati.
Ma non solo. Pure la fornitura di caffè agli esercizi commerciali, la gestione di sale Bingo e le corse di cavalli sarebbero rientrati tra i loro affari più redditizi. A Massimo Russo, infatti, era legata una società proprietaria di cavalli che nella sua scuderia annoverava Madison Om, un trottatore baio maschio capace di vincere oltre 91 mila euro di premi. A condurlo, consapevole di chi ne fosse il reale proprietario, il fantino Mario Minopoli, coinvolto nell'operazione di questa mattina e finito ai domiciliari.
Il clan, sotto la guida dei Russo, sarebbe quindi riuscito a stabilire un controllo capillare del territorio, imposto grazie alla sua notevole forza d'intimidazione, e a registrare un giro d'affari considerevole. Così, oltre alle misure personali, gli uomini della Dia di Napoli oggi hanno eseguito anche il sequestro di 3.200 slot machine e di cinque aziende operanti nel settore dei giochi e della distribuzione di video-poker. Beni per un valore complessivo di 20 milioni di euro.
L'arresto17.11.2010
I Casalesi dopo Iovine