Per combattere la presunta teoria del gender e smontare i progetti di legge sull’omofobia e le unioni civili si organizzano incontri  e conferenze. Un tour delle città italiane dai toni allarmanti: “Sarà ancora possibile dire mamma & papà?”

All’indomani della presa di posizione del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini contro l’inesistente teoria di genere inserita nella Buona scuola, lo avevano annunciato: tutto è pronto per una rete nazionale anti-gender.

Il network neoconservatore lavora da mesi organizzando dibattiti, incontri e serate a tema. Sono pronti alle barricate contro la riforma scolastica che introduce l’insegnamento alla parità di genere, la lotta alla discriminazione e al bullismo.

In prima linea Manif pour Tous Italia, una rete che si autodefinisce aconfessionale e apartitica ispirata al gruppo omonimo francese, che si è schierato contro il matrimonio per le coppie omosessuali voluto dal governo Hollande.

In Italia hanno organizzato decine di manifestazioni come Sentinelle in piedi  e hanno individuato come bersaglio le battaglie per l’adozione da parte di coppie omosessuali, la fecondazione eterologa, il disegno di legge sulle unioni civili presentato dalla senatrice Cirinnà e lo spauracchio del progetto di legge Scalfarotto che punta ad allargare l'intera legge Mancino - che condanna l'istigazione all'odio e alla violenza - a omofobia e transfobia.
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A scaldare i cuori sono soprattutto le inesistenti teorie gender, che nel programma scolastico ufficiale spingerebbero i bambini a 'scegliersi' la loro identità di genere. Il leader di Manif pour Tous Italia Filippo Savarese ha annunciato battaglia ad aule ancora chiuse: «Per restare liberi di educare i nostri figli quest’anno ogni scuola sarà una trincea».

Fuori dalle scuole hanno così messo in piedi un vero e proprio tour anti-gender, con chiese, oratori, sale parrocchiali dove trovarsi e fare contro-informazione.

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Una serata, una tappa: dalla provincia di Macerata a Treviso, da Viterbo ad Alessandria. A Milano lunedì 28 settembre c’erano trecento persone nel teatro del Pime, il pontificio istituto per le missioni estere. Tema della serata “Sarà ancora possibile dire mamma & papà? La famiglia al tempo dell’ideologia gender”.

Star dell’incontro Gianfranco Amato, avvocato di Varese e gran capo dei giuristi per la vita che a febbraio 2014 ha mandato una diffida all’Unar (l’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali di Palazzo Chigi) e al ministero dell'Istruzione per bloccare in ogni modo il piano del governo per combattere gli stereotipi contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender, nonostante migliaia di ragazzi presi di mira perché omosessuali.

Un successo mediatico arrivato scagliandosi contro i libretti per «educare alla diversità» commissionati all’Istituto Beck definiti da Amato «un progetto alla Goebbels gestito da gay, lesbiche e trans».

A Milano con un pubblico dai venti ai settanta anni esordisce così: «Avete davanti a voi un genio: riesco a parlare ogni sera di nulla. La teoria gender esiste e ha la potenza della bomba atomica: è tanto semplice quanto devastante perché sostiene che possiamo essere quello che sentiamo di essere senza più distinzioni tra uomo e donna».
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Un fiume di slide e parole per smascherare ogni tentativo di attacco alla famiglia tradizionale attraverso il cavallo di Troia della teoria gender: primo colpevole il Governo che ha varato le «linee guida per un’informazione rispettosa delle persone Lgbt» dopo l’appello del segretario generale del’Onu Ban Ki-moon: «Lasciate che lo dica chiaro e forte: le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender hanno gli stessi diritti umani di qualunque altra persona. Anche esse sono nate libere e eguali».

E poi il colosso Facebook che ha introdotto nell'impostare la propria identità di genere sul profilo 58 diverse varianti, il titolo per il genere neutro con la dicitura "Mx" in Gran Bretagna dove sarà possibile usarlo nei documenti ufficiali e nella patente di guida, mentre è stato sdoganato perfino nel dizionario per antonomasia, l'Oxford English Dictionary.

In casa nostra tutte le iniziative sul tema sono nel mirino: il festival internazionale "Gender Bender" di Bologna che presenta al pubblico progetti culturali legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale, la mostra della galleria d’arte moderna di Pisa “Identità fluide”, e poi premi teatrali e pièce intorno al tema della perdita dei propri confini culturali, religiosi, etnici.

Un vero assedio quello della società contemporanea contro i crociati dei valori cattolici. «La confusione dei neutri sta diventando una moda. È un bombardamento continuo per farci passare questi concetti e sopratutto guadagnarci», spiega Amato e giù con un elenco di articoli che raccontano questo innegabile fenomeno di costume: la rivista “D”, “Grazia”, “Maire Claire”, “Elle” per arrivare fino alla pop star Miley Cyrus e la catena di grandi magazzini Selfridges che ha introdotto il reparto “agender”.

Per aiutarsi in questa battaglia del bene contro il male si tira in ballo anche papa Bergoglio che lo scorso marzo durante l'incontro con i giovani ha spiegato la sua posizione: «È uno sbaglio della mente umana la teoria gender che crea tanta confusione».

A dare man forte alla serata è Filippo Savarese di Manif pour Tous Italia che individua la controffensiva: «Tutto questo mira a colpire la radice della sessualità. E come possiamo difenderla? Solo con l’istituto della famiglia. Per questo ci opponiamo al progetto di legge Cirinnà. Le unioni civili sono un pasticcio giuridico per nascondere il matrimonio gay. L’unico scopo del matrimonio è la filiazione. Se cadono questi baluardi si distrugge la società. Dobbiamo difendere i nostri figli».

E giù applausi e inviti a firmare la petizione contro il progetto di legge Cirinnà nei banchetti fuori dalla sala.

A chiudere la giornalista del settimanale ultracattolico Tempi Benedetta Frigerio, ideatrice insieme a Raffaella Frullone delle Sentinelle in piedi: «Proviamo dolore a vedere due uomini con un bambino in braccio. Trent’anni fa probabilmente avremmo chiesto il loro arresto. Andare con persone dello stesso sesso non è la felicità. Per questo la legge sulle unioni civili è un disegno del demonio».

A fine serata, quando un ragazzo di 18 anni prende la parola e critica l’impostazione ideologica della carrellata di immagini e concetti («Io voglio essere libero di scegliere quello che sono realmente, anche sessualmente»), dal pubblico arrivano le urla:«Questo è un problema tuo. Bestia».