Ecco cosa cambia per il mondo del lavoro dopo l'introduzione delle norme volute dal governo Renzi

È la riforma del lavoro voluta da Matteo Renzi. Introduce il contratto a tutele crescenti che è a tempo indeterminato ma cancella l’articolo 18, cioè il diritto ?di reintegro in caso di licenziamento ingiustificato, concedendo invece un indennizzo che nei primi tre anni è proporzionale al periodo di lavoro trascorso in azienda. Più passano gli anni, più il licenziamento diventa economicamente gravoso ?per l’azienda.

GLI INCENTIVI
Per tutto ?il 2015 la legge di stabilità prevede uno sgravio economico per le imprese che assumono o regolarizzano ?un dipendente con il contratto a tutele crescenti. lo stato ?si fa carico dei contributi pensionistici da versare all’inps per un periodo ?di 36 mesi e fino a un limite massimo di 8.060 euro

I CONTROLLI
Il Jobs Act introduce lo stop alle dimissioni in bianco, il demansionamento per ragioni produttive, congedi parentali fino a sei anni, controlli più liberi su telefonini e tablet aziendali, la soppressione ?di co.co.co, associazione in partecipazione e job sharing. la nuova cassa L’uso della cassa integrazione - ordinaria e straordinaria - è esteso alle aziende sopra i 5 dipendenti e agli apprendisti. Sarà concessa al massimo per 24 mesi in cinque anni, mentre oggi attraverso le proroghe, era possibile arrivare a 7 anni. Dal 2017 scomparirà la cassa in deroga e anche la possibilità di usarla “a zero ore”, senza trascorrere neppure un’ora ?in azienda. Sarà istituito un sistema bonus-malus: più un’azienda utilizza la cassa integrazione, più dovrà contribuire per rimpinguarla.

RICOLLOCAZIONE
Viene istituito il contratto di ricollocazione: se un’agenzia per il lavoro pubblica o privata riesce a trovare un posto ?a una persona disoccupata riceve dallo Stato un voucher che va dai 1.500 a 4.000 euro a seconda della complessità della situazione della persona da ricollocare.

L’AGENZIA
L’Anpal è la nuova agenzia nazionale per il lavoro che coordinerà le attività per le politiche attive, prima in carico al ministero del Lavoro. Resta in piedi l’impianto ?di gestione delle stesse politiche, affidato alle Regioni e ai centri per l’impiego, ma le agenzie private saranno poste in diretta competizione con quelle pubbliche.