Con gli arresti di 19 persone e il coinvolgimento del deputato Marco Martinelli l'inchiesta “Dama Nera” sugli appalti dell'Anas fa un passo avanti nel tentativo di identificare il circuito corruttivo che per due decenni ha prosperato nella maggiore stazione appaltante d'Italia.
Antonella Accroglianò, la Dama Nera, condirettore generale dell'Anas per il settore tecnico amministrativo, ha mantenuto le promesse fatte agli investigatori dopo l'arresto lo scorso ottobre e ha allargato le responsabilità a politici, dirigenti e alle fondazioni che più si sono avvantaggiate del rapporto con l'azienda di Stato: Formiche e Fondazione della libertà per il bene comune.
La prima, vicina all'Udc, è presieduta dall'avvocato toscano Alberto Brandani, detto il Professore. Ex del Monte dei Paschi in quota Democrazia cristiana, Brandani è stato a lungo un dominus occulto dell'Anas, sia sotto la presidenza di Vincenzo Pozzi come consigliere, sia sotto la gestione di Pietro Ciucci come responsabile per l'organo di sorveglianza.
La seconda è guidata da Altero Matteoli, presidente della commissione ambiente e lavori pubblici del Senato e indagato per lo scandalo del Mose. In questa onlus ha incarichi il deputato Martinelli, romano eletto in Toscana passato con Matteoli da An a Forza Italia.
Insieme ad Accroglianò erano finiti sotto inchiesta anche l'ex sottosegretario ai lavori pubblici Luigi Meduri, il manager dell'Anas Stefano Liani e gli imprenditori catanesi Domenico Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice del gruppo Tecnis-Cogip, finito in crisi di liquidità nonostante le tante commesse dall'Anas e recentemente sequestrato per i suoi rapporti con Cosa Nostra.
Un'inchiesta dell'Espresso a dicembre aveva anticipato le principali piste investigative della Procura di Roma.