Una rivoluzione dentro la rivoluzione della Buona scuola. Centomila docenti con in tasca il titolo di vincitori del concorso 2016 e, per chi ha chiesto di cambiare sede per il prossimo anno, un nuovo criterio di selezione: non più in base all’anzianità (e quindi al punteggio accumulato), ma partendo dalla necessità del singolo istituto.
Con la chiamata diretta modulata in base alle competenze il pallino passa in mano alla direzione scolastica che sceglierà i docenti più adatti, per profilo professionale, al progetto formativo di ciascun istituto. Così invece di vedersi assegnati dall’alto gli insegnanti (in base a complicati meccanismi burocratici) saranno i presidi gli arbitri della selezione. È il risultato del patto tra i principali sindacati e il ministero dell’Istruzione, siglato sotto forma di bozza settimana scorsa e in attesa dell’ufficializzazione per martedì 12 luglio.
«Con l’accordo abbiamo dato una svolta epocale e abbiamo dimostrato che è possibile trovare un’intesa, da un lato mantenendo la necessità degli istituti di scegliere gli insegnanti di cui hanno bisogno, dall’altro evitando una deregulation selvaggia», ha spiegato il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.
Cosa succederà adesso? Mentre il fronte degli insegnanti pro-accordo sottolinea i benefici del criterio del merito ad ogni costo, sul lato opposto la “rottamazione” del requisito di anzianità suscita malumori in chi aspetta da anni la fatidica assunzione. I sindacati principali -Cgil, Cisl, Uil e Snals- rassicurano: ci sarà «trasparenza della procedura e garanzia di requisiti univoci partendo da una tabella titoli individuata a livello nazionale senza alcuna discrezionalità». Ma il rischio che alcuni paventano è un’infornata di “raccomandati” che passano davanti a migliaia di docenti più vecchi, in attesa da tempo de di una sede stabile e definitiva.
Per i prof sarà comunque un’estate calda, impegnati a rincorrere date, scadenze e procedure per proporre la propria candidatura alle scuole e conoscere il proprio destino lavorativo.
Nelle prossime settimane il Miur definirà una serie di venti/trenta indicatori nazionali, tra i quali il direttore scolastico potrà individuarne 4 per definire il profilo professionale dei docenti da selezionare.
Se ad una scuola serve un’insegnante con alte certificazioni in inglese, che abbia esperienze di Clil (lezioni solo in lingua), oppure preparazione informatica, almeno cinque anni trascorsi con ragazzi disagiati o padronanza di didattiche alternative, aumentano le possibilità di far incontrare la domanda con l’offerta.
Se nell’ambito territoriale (il bacino da cui attingere) non vi fosse nessuno che risponda ai criteri prescelti o vi fosse una situazione di “pareggio”, ad essere preferiti saranno i docenti con più alto punteggio di mobilità.
Il primo passo nelle prossime settimane sarà la pubblicazione sul sito internet della scuola dell’avviso con il numero di posti e i requisiti individuati e la data dell’invio delle candidature (i famosi curricula) da parte dei docenti.
Questi requisiti dovranno essere coerenti con il Piano triennale dell’offerta formativa predisposto da ciascun istituto e saranno individuati all’interno di un elenco nazionale.
Il dirigente farà la proposta di assunzione al docente che ne soddisferà il numero maggiore. In caso di parità di requisiti varrà il punteggio della mobilità per gli assunti prima del 2016 e quello della graduatoria (ad esaurimento o di concorso) per gli assunti quest’anno. Se il docente scelto opterà per un’altra scuola, il dirigente procederà con il secondo individuato e così via. Alla fine delle procedure la sede di quelli rimasti senza assegnazione sarà individuata dall’Ufficio scolastico regionale.
La procedura per la “chiamata diretta” avverrà in contemporanea in tutta Italia per scongiurare il pericolo di corsie preferenziali e scorciatoie. Questa soluzione è considerata una delle maggiori vittorie da parte dei sindacati.
Per evitare il caos da riapertura delle aule e la possibilità che le classi siano affidate a supplenti fino a dicembre, sono previste due procedure: una per i docenti già in cattedra che hanno chiesto la mobilità e che entro il 31 agosto prossimo dovranno conoscere la loro sede di destinazione. La seconda, da chiudere entro il 15 settembre, per gli insegnanti che saranno immessi in ruolo quest’anno. Il primo anno a regime della Buona scuola.