Presentata un’interrogazione al ministro Stefania Giannini sul caso della candidatura tramite videomessaggio «a figura intera» chiesta dai presidi di alcuni istituti di Pistoia e Prato. «Non è accettabile che nel curriculum si possa dare tutto questo peso alla parte fisica» attacca il democratico Marco Di Lello. Sul caso interviene il Codacons
Dopo l’iniziativa del video-provino per l’assunzione a scuola arriva la richiesta di chiarimenti al Ministero dell’istruzione.
L’idea è di due dirigenti degli istituti di Prato e Pistoia:
la loro richiesta agli aspiranti prof di inviare un video-curriculum di due minuti e a figura intera per la chiamata diretta del prossimo anno scolastico ha fatto balzare sulla sedia il parlamentare Pd
Marco Di Lello che presenta una interrogazione parlamentare al ministro Stefania Giannini.
«È francamente sconcertante giudicare il curriculum di un insegnante in base ad un video in cui si venga “ripresi a figura intera”. Forse qualche dirigente scolastico ha scambiato la chiamata diretta con un provino del Grande Fratello», spiega al telefono Di Lello: «Due richieste a mio avviso folli, ma temo che il video-provino è più diffuso di quanto emerso finora».
Troppo zelo nella direzioni scolastiche? O interpretazioni fantasiose? Il Miur, nella circolare ad hoc per la chiamata diretta, ha dato la possibilità di usare mezzi tecnologi ed interattivi come i diffusi colloqui via skype per agevolare i candidati ed evitare viaggi di centinaia di chilometri per un incontro di pochi minuti. Ma nessuno aveva ipotizzato un video a figura intera, che dà adito al dubbio di voler selezionare i più telegenici.
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Non è accettabile che nel curriculum si possa dare tutto questo peso alla parte fisica. Il cv deve essere in linea con l’offerta formativa. E invece mi viene da pensare che qualche dirigente usi dei modelli sbagliati: l’estetica invece di valori, contenuti e cultura. Un messaggio contrario alla scuola pubblica. Vorremmo docenti competenti e motivati, non hostess o commesse».
Sulla questione è intervenuta anche l’associazione dei consumatori Codacons che minaccia azioni legali: «La scuola italiana sotto il Governo Renzi sembra trasformarsi in un gigantesco reality show. Ci manca solo che i presidi chiedano ai docenti di ballare e cantare, e poi ci troveremmo di fronte ad un qualsiasi provino», afferma il presidente Carlo Rienzi: «Chiediamo al ministero dell’Istruzione di intervenire con urgenza, per bloccare eccessi che mortificano gli insegnanti senza nulla apportare al miglioramento dell’istruzione».
L’esame del corpo degli insegnanti, secondo l’associazione dei consumatori, potrebbe inoltre creare disparità di trattamento, con docenti di sesso femminile e di bell’aspetto preferite a colleghi uomini o magari ad insegnanti “in carne” o meno avvenenti.