Il prossimo 29 settembre Palazzo Madama ospita un incontro per promovere le terapie "non convenzionali" e farle accedere al Sistema Sanitario nazionale. Tra le proteste del Cicap e del mondo scientifico. E tra i relatori il medico antivaccini

"Le Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali nel Servizio Sanitario Nazionale per l’uguaglianza dei diritti di salute". È questo il titolo del convegno in programma il 29 settembre in Senato, promosso dal senatore Maurizio Romani, omeopata toscano espulso dal M5S e attualmente vicepresidente in commissione Sanità a Palazzo Madama.

Un appuntamento contestato dal Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, fondato nel 1989 su iniziativa di Piero Angela e di un gruppo di scienziati) che reputa inappropriata la sede istituzionale per un evento a favore di pratiche mediche senza alcun fondamento scientifico. Un appello, quello del Cicap, raccolto dal presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, secondo cui «promuovere cure antiscientifiche significa fare un’operazione culturale che va in direzione contraria alla costruzione di un sistema sanitario equo e sostenibile, basato su terapie e metodi di provata efficacia».

«Nella presentazione del simposio – dice Andrea Ferrero, membro del consiglio direttivo del Cicap – si parla esplicitamente di dare spazio alle medicine alternative nel Sistema sanitario nazionale, con il pretesto di ridurre i costi diretti e indiretti. In realtà verrebbero sprecate risorse pubbliche in medicine senza fondamento scientifico. Tra le pratiche presenti nel programma del convegno, l’unica ad aver dato chiari risultati sperimentali positivi, pur con alcune limitazioni, è la fitoterapia. Si parlerà anche della ayurveda (medicina tradizionale indiana, ndr) che è una pratica antiscientifica. La nostra segnalazione non si fonda su motivazioni ideologiche. Non siamo contrari alle medicine alternative, ma ci opponiamo alla destinazione di risorse pubbliche in pratiche inefficaci».

Il senatore Maurizio Romani


«Non diciamo a un malato di tumore che non deve fare la chemioterapia – risponde Maurizio Romani, attualmente nel gruppo Idv al Senato –, ma suggeriamo farmaci alternativi per sopportare le cure. Casi di bufale come Stamina possono durare uno o due anni. Di omeopatia, invece, si parla da decenni. L'Agenzia italiana del farmaco registra farmaci alternativi dagli anni '90. E parla di farmaci, non di rimedi, perché riconosce queste terapie. Ma ancora non abbiamo una legge. Per questo abbiamo pensato al convegno».

L'obiettivo, quindi, è arrivare a una legge, magari il testo unificato che comprenda un disegno di legge del 2013, di cui Romani è firmatario, e altri progetti legislativi depositati nelle precedenti legislature. «In Europa ci sono 145 mila medici con formazione complementare – prosegue il senatore –; in Italia sono 2 mila, per 11 milioni di pazienti. È un obbligo per gli Stati membri normare su queste medicine per informare i consumatori».

Secondo il Cicap, invece, il convegno del 29 settembre è riconducibile a un gruppo di pressione ben identificato: «Non è un caso isolato – spiega Andrea Ferrero –: lo scorso anno il presidente di Omeoimprese, Giovanni Gorga, pubblicò il libro "Elogio della omeopatia" con la prefazione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Abbiamo segnalato l'accaduto, raccolto firme e scritto una lettera aperta al ministro. Alla fine l'autore ha annunciato che la prefazione non era stata autorizzata e l'ha esclusa dalle ristampe. Alcune regioni, tra cui il Piemonte e la Toscana, inoltre, stanno regolamentando le medicine alternative in leggi regionali. È in corso una chiara attività di lobby».

Accuse respinte da Romani. Per lui la medicina alternativa non è solo "effetto placebo", ma esistono ricerche a sostegno di queste cure: «L'Oms ha realizzato uno studio renderizzato e controllato sui dolori cervicali – racconta – con valutazioni economiche oltre che mediche: il miglioramento con le terapie manuali è superiore rispetto ai trattamenti di fisioterapia e medicina generale, e i costi sono decisamente inferiori. Nei pazienti in cura presso medici con formazione complementare si riscontrano costi più bassi (meno farmaci e ricoveri) e minori tassi di mortalità. Ovviamente esistono anche imbecilli in questo settore, come ce ne sono in altri».

La polemica non riguarda solo la sede e i contenuti del convegno, ma anche i partecipanti. «Tra i relatori del convegno c'è Roberto Gava – denuncia Andrea Ferrero –, un medico contrario ai vaccini. È paradossale che mentre il Ministero della Salute fa campagne per la vaccinazione, una delle più alte istituzioni pubbliche come il Senato ospiti un convegno del genere». «Parteciperanno anche personalità contrarie alla medicina alternativa – si difende Romani –. Il dottore Gava è un ottimo pediatra. Personalmente non sono contrario ai vaccini, ma penso che i metodi di somministrazione siano sbagliati e rispondano principalmente a logiche economiche: non si possono sottoporre bambini di due mesi, in allattamento e con un sistema immunitario in evoluzione, a sei vaccini contemporaneamente solo per risparmiare».

Il comitato contro le pseudoscienze, riferendosi al senatore omeopata fermo a due esami dalla specializzazione in immunologia, parla di «chiaro conflitto d'interessi». «Ho 62 anni e non ho bisogno di guadagnarmi da vivere – dice lui –. Anzi, avrei da lucrare se rimanessimo senza una legge. Sono entrato in Senato con il M5S senza lobby alle spalle. Poi sono stato espulso e ne sono felice perché non ho padroni. L'industria del farmaco alternativo in Italia produce un fatturato di 300 milioni di euro l'anno. Vogliamo parlare di quanto fattura chi produce i vaccini per l'epatite? C'è un enorme conflitto di interessi, è vero, perché difendo con i denti la lobby dei pazienti».

Aggiornamento ore 16.00 di mercoledì 21 settembre. La replica del presidente di Omeoimprese, Giovanni Gorga, in merito al caso della prefazione del ministro Beatrice Lorenzin.