Attualità
7 dicembre, 2017

Tutori volontari, una speranza per i minori non accompagnati

Una norma consente a privati cittadini di occuparsi dei ragazzi stranieri arrivati soli nel nostro Paese senza averne l'onere dell'affido. Incombenze quotidiane richieste dalla burocrazia, una firma per lo sport o la scelta della scuola. «Una figura di riferimento nelle scelte quotidiane, per farli sentire in famiglia»

Ad aprile del 2017 è stata approvata dal Parlamento ?la legge Zampa. Prima firmataria è la deputata del Partito democratico Sandra Zampa, e la norma rafforza le regole ?per l’accoglienza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati. «Certo, l’attuazione richiederà moltissimo lavoro, e continueremo a monitorarne gli effetti», ricorda Raffaella Milano dell’associazione Save the Children: «Ma è un provvedimento fra i più avanzati d’Europa». Una delle novità della legge riguarda l’introduzione dei “tutori volontari” per i ragazzi stranieri.

Oggi le responsabilità legali e amministrative sui minori soli ricadono infatti normalmente sui sindaci. Ma è evidente che si tratta di presenze formali più che effettive: è molto difficile che i primi cittadini abbiano tempo da dedicare ai singoli. Così anche una firma per attività banali, come l’iscrizione a un corso di calcio, diventa un potenziale inghippo per i ragazzi e gli operatori delle strutture in cui si trovano. E quindi un potenziale motivo di rinuncia. È a questo tipo di funzioni, e non solo, che potrebbero invece dedicarsi allora i tutori volontari. Cittadini comuni, che abbiano voglia di dare una mano senza sobbarcarsi l’onere dell’accoglienza o di un affido familiare. Si tratta infatti di instaurare piuttosto un rapporto “esterno” con un minore e accompagnarlo per le incombenze che la burocrazia italiana richiede, dargli una mano a farsi strada, consigliarlo sulle possibilità per gli studi o il lavoro.

«Significa diventare una figura di riferimento nelle scelte», spiega Milano. Una sorta di zio, zia, di parente presente su cui fare affidamento. Non sono previsti rimborsi, se non su iniziativa delle singole regioni - in Veneto ad esempio è stato istituito un fondo. Ogni Garante per l’infanzia regionale ha pubblicato o sta pubblicando bandi per la selezione dei volontari. «È fondamentale infatti che alla buona volontà siano associate competenze», ricorda il coordinamento per i minori dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione: «Altrimenti rischia di diventare addirittura controproducente: la normativa è complessa, bisogna imparare a scioglierne almeno ?i nodi principali», o sapere bene a chi rivolgersi per un parere autorevole. «Di sicuro però ha moltissimi aspetti positivi: il tutore volontario è una figura terza, che non ha conflitti d’interesse ?con le strutture d’accoglienza, e può quindi anche segnalare eventuali criticità», continua: «E soprattutto è uno strumento che risponde alla volontà di aiutare che hanno moltissimi cittadini».

Ai primi bandi regionali hanno risposto, ha raccontato Vita (mensile specializzato nel terzo settore), circa 1.100 persone. ?È un segnale positivo. Ma ci sono ancora molti supporti che mancano. La strada ora è aperta. Per informarsi o farsi avanti, ?si possono trovare i bandi e le indicazioni sul sito web ?del Garante per l’infanzia.

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