Il leader M5S sul blog rilancia lo scoop del nostro settimanale sui contratti segreti che hanno svenduto l'Italia alle banche. E denuncia il "partito unico" che ci sarebbe dietro. Nuove interrogazioni anche da parte di Civati e Maestri

Il blog di Beppe Grillo dedica alle rivelazioni dell'Espresso sui contratti derivati del Tesoro l'apertura di oggi pomeriggio. Il post si intitola “Il partito unico dei derivati che ha affossato l'Italia”, e si conclude con l'hashtag #fuoriIcontratti, che i sostenitori del Movimento 5 Stelle stanno rilanciando su Twitter.

L'inchiesta di copertina di questa settimana del nostro giornale, firmata da Luca Piana, viene descritta in molti passaggi, a cominciare dalle cifre in gioco per le casse pubbliche, che vengono paragonate con i 3,4 miliardi di euro che la Commissione europea sta chiedendo in queste settimane al governo di Paolo Gentiloni per rimettere in carreggiata l'andamento del deficit.
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A dispetto delle recenti polemiche di Luigi Di Maio contro i giornalisti autori delle rivelazioni sul gruppo di dirigenti più fidati del sindaco di Roma, Virginia Raggi, tra i quali figurava anche il nostro Emiliano Fittipaldi, tanta attenzione nei confronti del lavoro dell'Espresso non è una sorpresa. Assieme a Giovanni Paglia di Sinistra Italiana, erano stati infatti alcuni deputati Cinque Stelle, a cominciare da Carla Ruocco e Daniele Pesco, a condurre la battaglia a favore della trasparenza che il Movimento aveva sposato durante l'indagine conoscitiva sui derivati effettuata nel 2015 della Commissione Finanze della Camera.
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Il blog di Beppe Grillo punta tutto sul fatto che la grana dei derivati è andata allargandosi nel tempo, coinvolgendo diversi governi. Nati negli anni Ottanta e regolamentati in maniera più articolata negli anni Novanta, questo genere di contratti – che il post definisce senza mezze misure scommesse finanziarie – è esploso tra il 2001 e il 2005, durante il governo di Silvio Berlusconi. «Dal 2006 il patto con il diavolo comincia a presentare il conto e i flussi diventano negativi per il bilancio pubblico, in un crescendo che trova il suo culmine nel 2015, nel pieno del governo Renzi», scrive il blog. Una semplificazione, visto che il ministro dell'economia di Renzi e Gentiloni, Pier Carlo Padoan, ha sempre definito quello dei derivati un problema ereditato dal passato, sottolineando che sotto il suo operato non ne sono più stati fatti di nuovi, anche se è stato necessario tentare di rinegoziare quelli precedenti.

A Padoan, però, gli estensori del post rinfacciano la scelta di «nascondersi» dietro gli obblighi di riservatezza sui contratti, sottoscritti fra il Tesoro e le banche d'affari che facevano da controparte.
Oltre a quella di Grillo, la pubblicazione dei contratti con la banca americana Morgan Stanley da parte dell'Espresso ha scatenato in queste ore numerose reazioni. Giovanni Paglia ha invitato Padoan a dimettersi, mentre Giuseppe Civati di “Alternativa Libera Possibile” ha rilanciato la richiesta al governo, avanzata già nei mesi scorsi con il collega Andrea Maestri, di una dettagliata rendicontazione di tutti i costi che questo genere di contratti sta scaricando sul bilancio pubblico.