Il ministro fornisce alla Camera i dati relativi all'ultimo anno. Il valore di mercato dei contratti è peggiorato da -36,6 a -37,8 miliardi. Mentre un miliardo è stato versato a una banca che nel contratto aveva una clausola di estinzione anticipata

Nel corso del 2016 il Tesoro ha subito un esborso netto di 5,2 miliardi di euro per onorare i contratti derivati in essere con le banche internazionali. Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, rispondendo alla Camera a un'interrogazione presentata dai deputati del Movimento 5 Stelle. I dati presentati dal ministro mostrano come le perdite e i debiti generati da questo genere di strumenti finanziari stiano peggiorando sempre più. L'interrogazione era molto dettagliata e Padoan ha risposto voce per voce. Sui contratti chiamati swap, il «saldo tra pagamenti e incassi è stato pari a 4,2 miliardi», una cifra che si confronta con i 3,1 miliardi dello scorso anno e alla quale va aggiunto un ulteriore esborso di cassa di un miliardo, legato alla presenza in un contratto di una clausola di chiusura anticipata, che la banca controparte ha esercitato.

Inoltre, sempre nel corso del 2016, sono giunte a maturazione delle swaption, ovvero delle opzioni che danno la possibilità alle banche che le avevano acquistate di entrare in uno swap, a condizioni predefinite. Ne sono state esercitate quattro, che hanno comportato un aumento del debito di 3,2 miliardi di euro (che scende a 2,5 miliardi, se si considerano quelli che Padoan ha chiamato senza specificare meglio «ammortamenti relativi a precedenti riclassificazioni»).

Senza ulteriori indicazioni, questo passaggio si deve probabilmente intendere in questo modo. Le banche hanno deciso di esercitare le loro opzioni perché gli swap che ne sono nati sono per loro convenienti. Uno swap, infatti, è un contratto che impone per un determinato periodo di tempo uno scambio di flussi finanziari fra le due parti. Il valore di mercato dello swap è dato dai flussi netti del contratto nel corso della sua intera durata, stimato in base alle condizioni attuali di mercato. Questo significa che, sui quattro swap nati dalle opzioni esercitate nel 2016, il Tesoro pagherà nel tempo un flusso netto d'interessi pari a 3,2 miliardi.

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Alla luce di questi dati, appare preoccupante anche il primo dato fornito da Padoan in risposta all'interrogazione, presentata in aula dalla deputata Carla Ruocco durante il cosiddetto “question time”. Il valore di mercato dei derivati del Tesoro, ha detto il ministro, alla fine del 2016 era infatti negativo per 37,8 miliardi. Un dato che peggiora ulteriormente quello di fine 2015, quando era pari a 36,6 miliardi. Come abbiamo visto, però, il valore di mercato dei derivati rappresenta il flusso netto dei pagamenti attesi in futuro. Considerando che lo scorso anno sono già stati pagati 5,2 miliardi di euro, questo sembra indicare che sui derivati residui le perdite potenziali sono ulteriormente peggiorate. Nella risposta data alla Camera, Padoan ha anche reso noto che il Tesoro ha provveduto a ristrutturare ulteriori swaption, che avrebbero comportato un incremento del debito superiore a quello registrato.

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