1 - Il ricercatore
Stefano Piccolo, università di Padova il suo allarme è sulla «convergenza al medio del mondo universitario». «Siamo tutti d’accordo sul fatto che dobbiamo essere valutati. Ma i criteri oggi sono al ribasso: non premiano chi si sforza - infinitamente di più - per raggiungere i livelli più alti. E allo stesso tempo non risolvono il problema dei fannulloni». Bisogna entrare nel merito. Riportare le regole alle responsabilità dei pari. «E poi sì, c’è la burocrazia: stessa applicazione di una logica perversa, per cui io devo passare da Consip anche per comprare una penna con finanziamenti europei che ?ho trovato io. Mentre chi vuole trasgredire sul serio, è preoccupato dalla Consip?».
2 - Il ristoratore
Normativa sugli allergeni: giusta, ma può diventare una mole di carta da compilare ogni giorno ogni volta che cambiamo un piatto?
Verifiche Hccp: giuste, ma possiamo avere controlli a sorpresa il sabato sera quando è da 50 anni che dimostriamo di far tutto più che in regola?
Sicurezza alimentare: fondamentale; ma a volte sembra partire dal presupposto che siamo tutti frodatori. Penso al tappo antirabbocco obbligatorio per l’olio.
Studi di settore: qualcosa sta cambiando, dicono, ma ancora se mandiamo a lavare 100 tovaglioli, non hanno l’elasticità di capire che potremmo averli sostituiti più volte a cliente. No. Considerano 100 coperti».
3 - Il medico
Date al chirurgo quello che è del chirurgo ovvero: ?«Bisognerebbe far sì che gli amministrativi possano occuparsi pienamente delle pratiche burocratiche. Il medico è necessario per i verbali di merito, ma per il resto? Devo essere io a ricopiare 10 volte una cartella e tutti i suoi codici?». Roberto Orlandi è un ortopedico contro una «burocrazia che toglie ?il nostro tempo ai malati e all’aggiornamento professionale» «Soprattutto se l’obiettivo non è snellire le procedure, o aumentare la trasparenza, ma solo garantire che i controlli - dall’alto - possano essere fatti solo sui moduli e più velocemente». Bisogna estendere le cartelle cliniche elettroniche quindi. Ma anche cambiare passo.
4 - Il giuslavorista
Primo: ridurre «La salute e la sicurezza sul lavoro sono temi importantissimi. Non possono essere delegati a un codice con 306 articoli con 50 legati tecnici. Una cascata di norme che un operatore a volte non riesce nemmeno a conoscere». ?Quello che è fondamentale è la concretezza dei metodi per proteggere ?l’integrità dei lavoratori. Secondo: cambiare priorità «Dobbiamo rendere le regole più flessibili. Ma anche ?far sì che si applichino a tutti» Terzo: guardare al futuro «Le fabbriche del domani saranno reti territoriali di soggetti. Dobbiamo iniziare a investire allora in contratti del territorio».
5 - Il piccolo imprenditore
Certificazioni
Servirebbe un ente statale per le certificazioni biologiche e veg. ?Non solo consorzi privati. Che spesso riducono l’adesione a un pagamento, ?e a un controllo se mai solo di carte, raramente a una verifica reale.
Coordinamento
Le regole sono giuste, ma devono essere coordinate fra loro.
Formazione
«Quando vuoi lanciare un’impresa, in Italia non c’è una forma di avviato o formazione, o tutoring. Dagli uffici ricevevo solo risposte contraddittorie ?e quasi mai risolutive. L’impatto con la burocrazia è stato pesante, per noi». Digitale
Raul Pennino ha lanciato la sua startup in Campania, ora si sta trasferendo nelle Marche. «La digitalizzazione dei servizi era zero», racconta.