Povertà. Disuguaglianze. Rabbia sociale. Il tempo della riconciliazione è finito. La disoccupazione è arrivata al 40 per cento. I campi sono minacciati dalla siccità e lo Stato fatica ancora oggi a fornire case, elettricità, acqua e strutture sanitarie

La notte infinita del Sudafrica: perché il Paese che fu di Mandela rischia di esplodere

A molti di noi piaceva immaginare che in Sudafrica, dopo la liberazione di Mandela e le successive elezioni libere - nel 1994 - tutto sarebbe andato bene. Invece, in questo Paese grande quattro volte l’Italia, il futuro non è più quello di un tempo. E quel “Lungo cammino verso la libertà” (per citare il titolo dell’autobiografia di Nelson Mandela) che avrebbe dovuto portare il popolo nero verso la conquista della dignità non si è compiuto. Gli ultimi due decenni, anzi, hanno portato a un aumento della povertà e delle disuguaglianze. E l’ottimismo è alle spalle: già annoverato fra i Paesi emergenti del Brics (con Brasile, Russia, India e Cina), il Sudafrica ha dovuto fare i conti negli ultimi anni con una terribile crisi economica che ha portato il tasso di disoccupazione al 40 per cento e risulta appena smussata dai dati più recenti, che parlano di un più 1,3 per cento di crescita nel 2017. E ora la siccità che ha colpito le regioni meridionali e occidentali del paese, compresa quella di Città del Capo, minaccia di rallentare la ripresa nel settore agricolo, che è fondamentale.
A young woman helps her pregnant friend dye her hair at the Symphony Way Temporary Relocation Area or as residents call it, Blikkiesdorp, Afrikaans for “Tin Can Town.” Una giovane donna aiuta la sua amica incinta a tingersi i capelli nell'area Symphony Way Temporary Relocation o come lo chiamano i residenti, Blikkiesdorp, Afrikaans per "Tin Can Town".

A tutto questo si aggiungono vari record negativi: il più alto numero al mondo di persone con il virus Hiv (5 milioni e 700 mila, più del 10 per cento); il maggior numero di violenze sessuali (132 ogni 100 mila abitanti); e il più alto tasso di omicidi (34 ogni 100 mila abitanti).

Per riconquistare consensi nella propria base elettorale storica - le masse di diseredati neri - negli scorsi giorni l’African National Congress ha fatto sua la proposta (proveniente da un partito di estrema sinistra) di confiscare i latifondi dei boeri bianchi, che rappresentano ancora l’élite economica, per ridistribuirli tra i contadini poveri. Finora si tratta solo di una mozione approvata in Parlamento, ma è bastata per riaccendere le tensioni razziali e sociali. «Il tempo della riconciliazione è finito, adesso è il tempo della giustizia», ha esultato Julius Malema, il leader del partito che ha avanzato la proposta.
Siyabulela Buyeye, 16, leads his church’s brass band through the KTC neighborhood of Nyanga. “Church is important for kids to help guide us to stay away from the streets,” says Buyeye. “It’s hard to be a young man. I don’t want to get involved with gangsters. Our generation, they take things easier. They don’t think about history. They don’t use their minds. They think and do.” Siyabulela Buyeye, 16 anni, guida la banda musicale della sua chiesa attraverso il quartiere KTC di Nyanga. "La Chiesa è importante per i bambini per aiutarci a stare lontani dalle strade", dice Buyeye. "È difficile essere un giovane uomo. Non voglio essere coinvolto con i gangster. La nostra generazione, prendono le cose più facilmente. Non pensano alla storia. Non usano le loro menti. Pensano e fanno. "

L’ex presidente Jacob Zuma (che è stato al potere dal 2009 fino al febbraio scorso) durante il suo mandato ha sempre insistito sul fatto che la Coppa del Mondo di calcio del 2010 avrebbe aiutato l’intera nazione, creando posti di lavoro, migliorando le infrastrutture e trasformandone l’immagine all’estero. I nuovi stadi avevano annunciato un boom edilizio, invece molti degli operai che li costruirono sono stati licenziati subito dopo. Secondo molti osservatori, la manifestazione sportiva è stata soprattutto uno strumento per impressionare i ricchi stranieri a spese delle persone più povere.
Leoney Van Wyk, 16, hangs out with friends in the Lost City neighborhood of Mitchells Plain in Cape Town. The new neighborhood is part of South Africa’s Reconstruction and Development Programme. Wyk and her friends, mostly all unemployed, only walk down two or three streets in their entire neighborhood due to gangs. “This place is not safe at all. When you go to the shops you just hear bullets past you,” says Van Wyk’s friend Shahiem Fataar, 23, a community spokesperson. “Our biggest problem is gangsterism. We want peace. We live in fear.” Leoney Van Wyk, 16 anni, è con gli amici nel quartiere Lost City di Mitchells Plain a Città del Capo. Il nuovo quartiere fa parte del Programma di ricostruzione e sviluppo del Sudafrica. Wyk e le sue amiche, per lo più tutti disoccupati, percorrono solo due o tre strade nel loro intero quartiere a causa delle bande. "Questo posto non è affatto sicuro. Quando vai nei negozi, senti i proiettili che ti passano accanto ", dice l'amico di Van Wyk Shahiem Fataar, 23 anni, un portavoce della comunità. "Il nostro più grande problema è il gangsterismo. Vogliamo la pace. Viviamo nella paura. "

Un esempio evidente dei problemi attuali è Blikkiesdorp, “la città di latta”, nei pressi di Città del Capo. La sua storia ha inizio nel 2007, quando centinaia di famiglie furono trasferite in alloggi della metropoli che stavano aspettando dalla fine dell’apartheid. Ma presto venne loro comunicato che la sistemazione «era illegale» e furono cacciate dalle loro nuove case. In segno di protesta, queste persone costruirono baracche accanto ai marciapiedi e si organizzarono nella campagna anti-sfratto di Symphony Way, promettendo di rimanere in strada finché il governo non avesse dato loro alloggi permanenti. Per un anno e mezzo fu bloccato un tratto di strada, nella protesta civica più lunga nella storia del Paese. Il blocco terminò solo a metà 2009, quando le famiglie vennero ricollocate in uno dei famigerati Tra (Zone di Trasferimento Temporaneo) di Città del Capo.
A brass band performs at a church service in the KTC neighborhood of Nyanga. “Church is important for kids to help guide us to stay away from the streets,” says Buyeye. “It’s hard to be a young man. I don’t want to get involved with gangsters. Our generation, they take things easier. They don’t think about history. They don’t use their minds. They think and do.” Una banda di ottoni si esibisce durante un servizio in chiesa nel quartiere KTC di Nyanga. "La Chiesa è importante per i bambini per aiutarci a stare lontani dalle strade", dice Buyeye. "È difficile essere un giovane uomo. Non voglio essere coinvolto con i gangster. La nostra generazione, prendono le cose più facilmente. Non pensano alla storia. Non usano le loro menti. Pensano e fanno. "

Quello che i residenti definiscono come un “campo di concentramento”, da temporaneo è poi diventato permanente. Circondato da filo spinato e composto da casette in lamiera di tre metri per sei, Blikkiesdorp è uno scandalo riconosciuto a livello internazionale. Le strutture hanno pareti di stagno che fanno entrare sia il caldo sia il freddo; non c’è pavimentazione, ma solo sabbia e spazzatura. Non ci sono le docce e i rubinetti sono privi di lavelli, quindi l’acqua penetra nel terreno. I servizi igienici si trovano all’interno di cabine di cemento buie e piccolissime. Alcuni residenti hanno cercato di costruire estensioni, giardini e minimarket informali. La tubercolosi e l’Hiv sono all’ordine del giorno; gli stupratori e gli spacciatori di droga vivono dietro l’angolo. I bambini nati a Blikkiesdorp, ancora sconosciuti allo Stato, ufficialmente non esistono e sono costretti a campare di espedienti. La disoccupazione è altissima e la mancanza di consegne postali o di indirizzi ufficiali rende ancora più difficile trovare lavoro.
Young women chat to each other as the boys smoke on top of a sand dune at the Symphony Way Temporary Relocation Area or as residents call it, Blikkiesdorp, Afrikaans for “Tin Can Town.” Ragazze scambiano due chiacchiere mentre i ragazzi fumano in cima a una duna di sabbia nell'Area di trasferimento temporaneo di Symphony Way o come lo chiamano i residenti, Blikkiesdorp, in afrikaans per "Tin Can Town".

La questione degli alloggi e la battaglia per la redistribuzione della terra sono da sempre i temi politici ricorrenti in Sudafrica. Nel 1950 il Group Areas Act razionalizzò a livello urbanistico la politica dell’apartheid (instaurata due anni prima), definendo puntigliosamente le zone destinate alla residenza e alle attività dei diversi gruppi razziali. Soprattutto nei quartieri posti ai margini di Città del Capo, il risultato fu la distruzione dei distretti che fino ad allora erano stati misti, con la rimozione degli abitanti non bianchi verso le nuove township. Furono istituiti degli appositi ghetti razziali, che divennero in breve dei quartieri-dormitorio di massa per gli operai che lavoravano nelle industrie delle metropoli. Migliaia di famiglie vennero ricollocate nei cosiddetti Cape flats, gli appartamenti dove tutt’ora abitano oltre un milione di persone. E lo Stato fatica ancora a fornire a tutta la popolazione le necessarie condizioni strutturali di base, come la casa, l’elettricità, l’acqua e la sanità.
A church from the KTC neighborhood of Nyanga performs a baptism at Mnandi Beach near Mitchells Plain. Una chiesa del quartiere KTC di Nyanga esegue un battesimo a Mnandi Beach vicino a Mitchells Plain.

Paradossalmente però sia il fenomeno dei Cape flats sia il caso della cittadina di Blikkiesdorp mostrano, oltre all’orrore, anche la bellezza di questo Paese: i rapporti tra zie e nipoti, tra mariti e mogli, tra madri e figli. A molte figlie nate in queste zone è stato dato il nome di Hope (Speranza). Agli arresti e agli scontri con i poliziotti si contrappongono le nascite e i matrimoni sul marciapiede. Il senso di comunità della protesta di Symphony Way si è manifestato attraverso una tenace solidarietà di fronte a uno Stato sempre più brutale e intollerante, che insiste nel trattare i più poveri dei suoi cittadini come se fossero il nemico.

Ciò che traspare è la persistenza della loro lotta, la loro autostima e il loro orgoglio. La loro dignità umana, nonostante siano trattati come animali dalla burocrazia. Colpisce come la gente comune sia capace di compiere imprese straordinarie in certe condizioni e come siano costrette a lottare costantemente per affermare la propria umanità: sono donne e uomini in grado - nonostante tutto - di impegnarsi e di discutere collettivamente su come superare le loro difficoltà, al fine di iniziare a esercitare un minimo di controllo sul mondo che li circonda. Come molti di loro affermano, «siamo poveri ma non siamo stupidi».
Leoney Van Wyk, 16, hangs out with friends in the Lost City neighborhood of Mitchells Plain in Cape Town. The new neighborhood is part of South Africa’s Reconstruction and Development Programme. Wyk and her friends, mostly all unemployed, only walk down two or three streets in their entire neighborhood due to gangs. “This place is not safe at all. When you go to the shops you just hear bullets past you,” says Van Wyk’s friend Shahiem Fataar, 23, a community spokesperson. “Our biggest problem is gangsterism. We want peace. We live in fear.” Leoney Van Wyk, 16 anni, è con gli amici nel quartiere Lost City di Mitchells Plain a Città del Capo. Il nuovo quartiere fa parte del Programma di ricostruzione e sviluppo del Sudafrica. Wyk e le sue amiche, per lo più tutti disoccupati, percorrono solo due o tre strade nel loro intero quartiere a causa delle bande. "Questo posto non è affatto sicuro. Quando vai nei negozi, senti i proiettili che ti passano accanto ", dice l'amico di Van Wyk

Le baracche di latta e legno, che caratterizzano anche le cittadine di Langa, Gugulethu, Khayelitsha, Cross Roads, Mitchell’s Plain e Manenberg, dimostrano che, nel bene o nel male, quest’area è la culla di Città del Capo. È una zona totalmente unica ed è emersa come parte vibrante e culturalmente diversificata della città che si trova in forte contrasto con la grande periferia bianca. L’anima, l’arte, l’artigianato e la musica abbondano in uno spettacolo collettivo. E poi c’è il famoso “senso dell’umorismo di Cape”, l’abilità delle persone a vedere sempre il lato divertente della vita.
Shirazh Hercules’ grandchildren play at their grandfather’s house after school in the middle class neighborhood of Colorado in Mitchells Plain, Cape Town. “We have everything here,” says Hercules. “A good job and a nice family allows for a level of comfort.” I nipoti di Shirazh Hercules giocano a casa del nonno dopo la scuola nel quartiere borghese del Colorado a Mitchells Plain, a Città del Capo. "Abbiamo tutto qui", dice Hercules. "Un buon lavoro e una buona famiglia permettono un livello di comfort."

Resta il fatto che prima o dopo bisognerà far fronte alla lotta alla miseria, visto che i governi che si sono succeduti finora non hanno combinato granché. Il successore di Zuma, si chiama Cyril Ramaphosa, è un ex sindacalista dei minatori molto pragmatico, che promette posti di lavoro e il miglioramento del sistema scolastico. Tra un anno, alle elezioni, il Paese deciderà se dargli fiducia.

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