Il grande business
Droghe, il nuovo killer si chiama Fentanyl. Dagli Usa all'Italia
Considerato farmaco essenziale per le terapie anti-dolore, viene usato, insieme ad altre sostanze, per aumentare l’intensità dell’eroina
Non serviranno container, per importarlo. Basta un ordine facile, click via posta dal Canada, dalla Polonia o dalla Cina; oppure un pusher innovativo o un medico compiacente. Basta un pacchetto piccolo, pochi grammi, per fabbricare migliaia di dosi fortissime. E potenzialmente letali. Il fentanyl è un oppioide sintetico, nome più noto di una complessa serie di molecole. Farmaci nati nelle terapie mediche contro il dolore, gli oppioidi sintetici sono al centro di una delle dipendenze più diffuse e discusse dell’epoca, quali causa di un’epidemia che negli Stati Uniti ha provocato oltre 200mila morti dal 1990 al 2017. Da lì l’abuso si è diffuso in Canada e ha preso quindi di recente la via dell’Europa, come nota un preoccupato report pubblicato a giugno di quest’anno dall’Ocse. Le overdose sono in aumento in Gran Bretagna, Irlanda, Norvegia e Svezia.
Il primo morto in Italia è stato nel 2017. Per scoprire dai test la molecola che lo aveva ucciso è servito più di un anno. Lo studio sulla specifica sostanza killer è arrivato grazie alle ricerche del laboratorio di tossicologia forense di Scienze biomediche dell’Università di Milano. Ad oggi le morti accertate dall’Istituto superiore della Sanità (Iss) sono tre. Uomini sopra i trent’anni. Il rischio è però che grani, non tracciati, di fentanyl o simili si trovassero nel sangue di altri fra i 148 morti per eroina del 2017. Questa infatti sarebbe una delle conseguenze dell’inondazione di droghe che ha travolto l’Europa negli ultimi anni.
È così tanta merce disponibile, e a un prezzo così basso, che per i trafficanti diventa essenziale competere anche sulla potenza. Così il fentanyl viene usato, insieme ad altre sostanze, per aumentare l’intensità dell’eroina. Questa competizione al rialzo, trainata dal mercato, rappresenta il vero allarme per l’Europa, finora tenuta al riparo dalla strage americana grazie a una diversa cultura sulla prescrizione delle terapie anti-dolore.
Come spiega bene infatti un articolo pubblicato da Nature l’11 settembre del 2019, la terza ondata dell’epidemia negli Usa è iniziata intorno al 2013 proprio in seguito alla pressione degli spacciatori che per aumentare profitti e clienti “fentanilizzano” l’eroina. Secondo i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti, fra il 2013 e il 2016 le morti per overdose da fentanyl o da molecole simili sono aumentate dell’88 per cento all’anno. L’aumento degli utenti si è declinato immediatamente in un aumento di morti. «Bastano pochi milligrammi, o grains, per farsi», spiega Simona Pichini dell’Iss: «Questo significa anche che è sufficiente sbagliare di alcuni granelli per rischiare l’overdose».
Il 26 febbraio del 2019 i Carabinieri hanno arrestato un 44enne di Cinisello Balsamo. Aveva importato dal Canada una confezione di Fentanyl da 1,3 grammi, acquistata attraverso il dark web. Sarebbe bastata a fabbricare quasi duemila dosi. Ad aprile un pusher di Salò, in provincia di Brescia, è stato preso mentre camminava con 1.400 euro in contanti e 23 grammi di Fentanyl. «Non potevamo stare fermi di fronte al rischio sociale e alle evidenze investigative che già esistono», dice Monica Forte, presidente della commissione Antimafia della regione Lombardia che sta avviando un’indagine conoscitiva sul traffico di stupefacenti nel territorio, con un focus particolare proprio sugli oppioidi sintetici; e sul rischio che la ’ndrangheta vi stia proiettando i propri interessi.
Il prossimo 21 novembre la direzione Centrale per i servizi antidroga organizzerà invece un incontro proprio sul fentanyl e le nuove droghe al Gemelli di Roma. L’allarme è attivato.