Pavia

E l'assessore leghista andò dai neofascisti di Altaforte 

di Anna Dichiarante   20 giugno 2019

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Polemica per la presenza di Trivi, membro della nuova giunta di centrodestra, al lancio del volume del giornalista Bargiggia nella sala del Broletto. Con inviti da mail istituzionale del Comune. Dopo la cacciata dal Salone del libro di Torino, la riabilitazione per l’editore di CasaPound

A Palazzo Mezzabarba, sede del Comune di Pavia, devono aver pensato che il segnale del ritorno al passato andasse lanciato subito. E che i cinque anni di parentesi a sinistra, rappresentati dall’amministrazione dell’ex primo cittadino Massimo Depaoli, andassero cancellati in fretta. Questa dev’essere stata l’idea della nuova giunta di centrodestra e del sindaco Fabrizio Fracassi, freschi di insediamento. Del resto, Fracassi era già stato assessore quando sullo scranno più alto del municipio sedeva Alessandro Cattaneo, giovane rampante di Forza Italia, e suo vice era l’attuale ministro salviniano Gian Marco Centinaio. A ingranare la retromarcia è stato un altro esponente di quella vecchia giunta, ora neoassessore a Sicurezza, Polizia locale e Sport: il leghista Pietro Trivi. Che non solo ha annunciato, nei giorni scorsi, controlli a tappeto e sanzioni severe contro la “mala-movida” nel centro storico. Ma ha anche scelto, per la sua prima uscita pubblica, il lancio dell’ultima pubblicazione di Altaforte, la casa editrice vicina a CasaPound e nota per aver dato alle stampe il libro-intervista “Io sono Matteo Salvini”.

Così, questa sera, Trivi sarà ospite di riguardo alla presentazione del volume “I segreti del calciomercato”, scritto dal giornalista sportivo di Mediaset, Paolo Bargiggia. Certo, l’autore è un personaggio poco incline al politicamente corretto. Meno di un anno fa, la stessa Mediaset dovette dissociarsi con una nota ufficiale da un tweet in cui Bargiggia esaltava la nazionale di calcio della Croazia perché «completamente autoctona», simbolo di «un popolo di quattro milioni di abitanti, identitario, fiero e sovranista». La Croazia giocava la finale dei Mondiali contro la Francia, definita dal giornalista «un melting pot di razze e religioni, dove il concetto di nazione e Patria è piuttosto relativo». D’altra parte, che Bargiggia simpatizzi per le posizioni di CasaPound non è un mistero, visto che figura pure tra le firme dell’organo d’informazione del movimento neofascista: quel “Primato nazionale” che si autodefinisce “quotidiano sovranista italiano”.

La presentazione del libro si terrà nella principale sala comunale di Pavia, nell’antico Broletto affacciato sulla centrale piazza Vittoria. Ed è stato un indirizzo mail istituzionale di Palazzo Mezzabarba a diramare ai consiglieri comunali l’invito a partecipare alla serata, come denuncia la capogruppo della lista civica "Pavia a colori", Alice Moggi. L’endorsement politico, quindi, s'intravede. Una bella rivincita per gli ambienti dell’estrema destra pavese, che al Broletto erano già riusciti a organizzare un convegno nei mesi scorsi. Scatenando l’indignazione della Rete antifascista e costringendo l’allora sindaco Depaoli a intervenire: «La concessione delle nostre sale è disciplinata da un regolamento per il quale chi ne faccia richiesta e rispetti le relative norme ha diritto a occuparle. Ma esprimo disagio e riprovazione per il fatto che il Broletto ospiti un’iniziativa promossa da una forza che predica discriminazione sfruttando il disagio sociale», fu l’affondo dell’ex primo cittadino.

La presenza dell’assessore Trivi all’evento di oggi suona come una riabilitazione anche per Altaforte, che a maggio fu cacciata dal Salone del libro di Torino proprio per essere organica ai neofascisti. «Il proprietario della casa editrice, Francesco Polacchi, è un militante di CasaPound, nonché ex leader della formazione giovanile di quest’ultima, Blocco studentesco. Polacchi ha alle spalle condanne e ha processi pendenti per pestaggi a danno di attivisti di sinistra e migranti», scrive l’Anpi di Pavia in un comunicato di protesta. Rievocando il precedente della manifestazione torinese, l’associazione dei partigiani ricorda che - spinti dalla rivolta di varie figure del mondo della cultura - la sindaca Chiara Appendino e il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, presentarono un esposto contro Polacchi per apologia di fascismo. Mentre gli organi direttivi del Salone revocarono la concessione dello stand ad Altaforte. Posizioni differenti da quella presa dal membro della giunta pavese, sottolinea l'Anpi.

Le opposizioni in consiglio comunale chiedono al sindaco Fracassi, «che – fanno notare - ha appena giurato fedeltà alla Costituzione italiana antifascista», di prendere le distanze dalla scelta di Trivi. Ma il segnale è partito. Sull’onda del successo nazionale della Lega, la parentesi pavese di sinistra s’è ormai chiusa.