C'è chi ha avuto il bonus, chi lo ha ottenuto indebitamente e molti che attendono ancora che l'Inps batta un colpo. Anche chi scrive in verità. Lo scorso 22 luglio, abbiamo chiesto all'Ufficio presieduto da Pasquale Tridico quante fossero le domande per il bonus da 600 euro, accolte, ma ancora non liquidate. La risposta non è mai arrivata e ci è stato detto di inviare i codici fiscali dei richiedenti (qualora ne avessimo) affinché l'istituto potesse effettuare una verifica. Ovviamente non è il nostro mestiere questo, ma abbiamo inviato una segnalazione specifica alla quale non è seguita alcuna risposta. Così eccoci qui, nella stessa situazione che migliaia di cittadini denunciano da mesi oramai: Inps non risponde e cerca di prendere tempo.
Marta ha 33 anni ed è un agente immobiliare. Il 2 aprile ha presentato l'istanza per il bonus partita Iva da 600 euro e nonostante la sua domanda risulti accolta, e abbia ricevuto una risposta scritta da “Inps risponde” che assicurava “alla prima elaborazione centralizzata dei pagamenti sarà effettuato” ancora non ha visto un euro sul conto. A rinfrancare un po' la situazione è arrivato il bonus dei mille, ma dei 600 euro di marzo e aprile ancora nessuna traccia. «Ho chiamato decine di volte il call center, alcune volte mi hanno risposto di avere pazienza, altre di cambiare la modalità di pagamento, insomma una perdita di tempo e uno stress perché quei soldi per me giovane partita Iva servivano sul serio. Senza contare che a un certo punto mi hanno detto che avevo l'indirizzo di residenza sbagliato, peccato che nel frattempo proprio lì mi siano arrivate tasse e pin dispositivo. Insomma quando l'Inps mi ha voluto trovare, c'è riuscito benissimo».
Come lei, tanti, strozzati dalla crisi, dal Covid e da una pubblica amministrazione che al di là dei proclami si mostra reticente. Molti, senza una risposta certa dall'Inps, hanno deciso di confrontarsi in un gruppo Facebook dal titolo “
Inps Bonus in attesa di esito” per scambiarsi suggerimenti.
Lucio da Padova racconta in un post del 30 luglio “L'11 giugno ho presentato la domanda bonus 600 categoria intermittenti , ancora oggi in attesa di esito. Sono stato anche all'Inps di persona circa due settimane orsono e mi avevano detto che nel giro di una settimana sarebbe stata accolta e poi pagata in altri 9-10 giorni (probabilmente è la risposta standard che danno per farti stare calmo). Ad oggi però ripeto tutto fermo. Qualcuno sa niente su date o cosa hanno intenzione di fare? Ah e aggiungo che io non ho visto un euro di niente, né di cassa integrazione né di bonus né di nulla mentre è stato pagato il bonus a persone che girano in BMW”.
Come a voler confermare quello che è trapelato qualche giorno fa dall'Ufficio stampa dell'Inps, che il bonus oltre che a 3 parlamentari è andato anche a quelle categorie che probabilmente per soglie di reddito non ne avrebbero avuto bisogno. Ma accanto alle storie degli abusi, ci sono quelle di chi pur di sopravvivere in questi mesi ha chiesto aiuto ad amici e parenti, ritrovandosi indebitati. Sono tutte storie legate da un comune denominatore:
l'impossibilità di avere una risposta certa dall'Inps. Chi ha la domanda accolta, non fa che aprire forsennatamente l'app della banca, sperando di trovare l'agognato accredito, chi non smette di chiamare il call center dove però le risposte sono evasive e allora qualcuno segnala nei post gli indirizzi mail dei funzionari Inps, invitando a rivolgersi direttamente a loro. A tutti viene chiesto di avere pazienza, ma la pazienza ad un certo punto finisce.
Mirko è un lavoratore dello spettacolo. Ha 44 anni, vive a Reggio Emilia, di professione dj. Lui ha ottenuto il bonus di marzo, ma poi basta. Ha atteso perché la normativa e la tv ha detto che chi aveva già ricevuto il bonus avrebbe avuto l'accredito automatico. "Ho aspettato, certo che quei 1200 euro sarebbero arrivati, così non mi sono fatto problemi a chiedere dei piccoli prestiti. Ma i giorni passavano e niente. Alla fine mi hanno detto che non avevo diritto neppure a quello di marzo, ma ho dovuto lottare per avere una risposta. Solo che io ho bisogno di quei soldi e nessuno si è degnato di avvertire". In questo caso una dirigente dell'Inps territoriale mi ha consigliato di interrompere in maniera retroattiva il contratto, cosa che per legge non si può fare. C'è dell'omertà da parte degli uffici, non sai neppure a chi scrivere".
Insomma, dietro ai numeri del successo del bonus si nascondono tante storie di inefficienza della pubblica amministrazione, soprattutto per quei cittadini che avendo la domanda accolta non hanno ancora ricevuto l'accredito.
Dopo la figuraccia del sito Inps che il primo aprile è andato in tilt mostrando i dati sensibili di decine di utenti, secondo il Presidente Tridico, ascoltato lo scorso 20 aprile in commissione Lavoro alla Camera, l'operazione bonus è stato un successo. «Sono state presentate 4,4 milioni di domande, di cui 3,5 milioni andate in pagamento. - ha spiegato - Altre 900mila, al momento, sarebbero in istruttoria, mentre quelle rifiutate sono 400mila: in quest'ultimo caso mancavano i requisiti necessari». Peccato che a quattro mesi dall'avvio delle domande ci sia chi ancora è in attesa della liquidazione di una domanda accolta, chi in istruttoria e chi semplicemente di una risposta chiara da parte di Inps. Intanto i debiti crescono e anche le difficoltà di chi non ha ancora ripreso a lavorare.