"Lamorgese vergogna, abolisce i confini e difende i clandestini": così parlava Nicola Molteni, il nuovo sottosegretario all’Interno

L’esponente della Lega torna al Viminale, nonostante al suo vertice ci sia sempre la ministra che lui ha più attaccato da due anni a questa parte. Accusandola anche di difendere immigrati gay e omosessuali e invitando le procure ad indagarla

Non tutti conoscono i nomi dei nuovi sottosegretari. Così, spesso, per sapere qualcosa del pensiero, dell’attività, di chi è stato chiamati al governo del Paese la prima cosa che si fa, banalmente, è vedere  le sue pagine sui social. Specchio del Paese, specchio di chi le anima. E a vedere il social-pensiero del neo sottosegretario agli Interni Nicola Molteni, parlamentare della Lega eletto a Cantù,  si resta a dir poco perplessi: perché se non sorprende una certa linea di pensiero copia conforme del leader fu sovranista Matteo Salvini («Porto Chiusi, immigrati clandestini, ci invadono ecc ecc»), colpisce che uno degli obiettivi preferiti di  Molteni sia stato, da due anni a questa parte, soprattutto la sua nuova superiore: la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.

 

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Sul suo profilo Facebook non si contano i post contro la ministra. Il 21 novembre scorso, non proprio un’era geologica fa, rilanciava un articolo della Verità con la foto di Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, e scriveva: «La sinistra abolisce i confini italiani! Basta che un clandestino si dichiari gay o trans e rimarrà per sempre in Italia! Altra norma demenziale che dimostra ogni giorno di più l’odio della sinistra e dei grillini verso gli italiani. Espellere un clandestino sarà impossibile». Il velato riferimento ea a duna norma approvata in aula che vietava i rimpatri se l’immigrato aveva denunciato discriminazioni sessuali.

 

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Dopo l’approvazione del dl sicurezza, che ha rivisto i decreti Salvini, Molteni postava un’altra foto con la Lamorgese in primo piano e il seguente commento: «Italia in ginocchio, bar, negozi e ristoranti chiusi, cittadini senza lavoro e senza reddito. E la sinistra cosa fa? Una nuova sanatoria per avere più immigrati usati come schiavi togliendo il limite di ingresso nel nostro paese». Il 13 ottobre, sempre con una foto della Lamorgese in primo piano e dietro un barcone di migranti, Molteni scriveva: «Oltre 25 mila sbarchi, 10 mila tunisini, 3 mila minori stranieri, 5 navi traghetto pagate dagli italiani, tendopoli, alberghi e centri di accoglienza che distribuiscono migranti sui territori con pericolo per le comunità. Rivolte nei centri, migranti positivi Covid che fuggono dalle quarantene. Ma per il Ministro il problema sono tavolini e ristoranti, cancellare i decreti Salvini e approvare lo Ius Soli. Non lo permetteremo».

 

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Il 30 luglio chiedeva alle procure di indagare anche la «Lamorgese, perché ha lasciato pure lei gente in mezzo al mare». Il 26 ottobre ancora contro la Lamorgese: «Bavaglio social per i poliziotti e sfilata di Ong al Viminale, comprese quelle di Luca Casarini - noto insultatore delle Forze dell’Ordine - e di Carola Rackete, la tedesca che speronò una motovedetta della Guardia di Finanza. Lamorgese non ha nulla da dire? È davvero tutto normale?», scriveva Molteni.

 

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Il capolavoro è che Molteni sia adesso alleato del governo Draghi con il centrosinistra. Qualche anno fa tuonava contro la «sinistra infame»: «Mi incazzo da morire, bus e tram gratis a profughi e clandestini e ai comaschi, causa tagli del governo Renzi, abbonamenti e ticket dei bus più cari. Chi sono i discriminati? Governo di sinistra infame». Oggi però Molteni ringrazierà Renzi e la sinistra «infame»: in fondo è grazie anche a loro se torna al ministero degli Interni da sottosegretario.

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