Un pancione, una vita che nasce, un bambino che arriva. E poco importa che la persona incinta disegnata da Fumettibrutti per la copertina del nuovo numero dell’Espresso abbia barba e baffi: “La diversità è ricchezza”, è il titolo, scritto a pennarello su quella pancia. Che è un omaggio a lunedì 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Giorno in cui anche il sito dell’Espresso sfoggerà i colori dell’arcobaleno.
Il servizio di copertina è un lungo focus sulle battaglie in corso per i diritti civili: perché la legge Zan e la lotta per la tutela del lavoro sono due facce della stessa medaglia. Lo scrive Marco Damilano nel suo editoriale, lo ribadisce nel dialogo con Aboubakar Soumahoro, che il 18 maggio con il suo movimento scenderà in piazza davanti a Palazzo Chigi.
Simone Alliva dà voce agli adolescenti omosessuali, che ogni giorno a scuola – e anche in Dad – affrontano umiliazioni e violenze di ogni tipo. Federica Bianchi racconta la normalità della vice premier belga, prima transessuale al governo in Europa, Paolo Di Paolo ricorda le radici culturali della lotta ai tabù, Francesca Mannocchi intervista Didier Fassin sulla necessità di offrire ai migranti non solo accoglienza ma uguaglianza. Mentre Marco Cappato spiega il perché della raccolta di firme per una legge che riconosca il diritto a una morte dignitosa.
Brutte notizie per l’ex premier Conte: dal passato riemergono le prove di amicizia e collaborazione con i protagonisti dello scandalo Palamara e del fallimento Acqua Marcia (ne scrivono Vittorio Malagutti e Carlo Tecce). Brutte notizie per Enrico Letta: due donne, Virginia Raggi a Roma e Isabella Conti a Bologna, sparigliano le carte delle difficili strategie in vista delle amministrative (di Susanna Turco). E per Ignazio La Russa, coinvolto in una rete di fallimenti di call center nati solo per acchiappare voti in Sicilia (di Gianfrancesco Turano).
Brutte notizie soprattutto per i malati di cancro, trascurati per colpa del Covid-19 (di Floriana Bulfon). Mentre Fabrizio Gatti ricostruisce la catena delle colpe che lega Oms, governo e Regione Lombardia al disastro dei primi mesi di pandemia. Antonio Fraschilla fa il punto sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. E Gloria Riva spiega perché il labirinto dei bonus fiscali è una iattura che neanche il governo Draghi riuscirà a impedire.
Altan irride l’onnipresente resilienza, Makkox riscrive la triste infanzia di Giorgia Meloni, Michele Serra svela il manuale Cencelli multietnico dei nuovi Golden Globe, Bernardo Valli ricorda l’amore infelice tra Romain Gary e Jean Seberg. E Laura Pugno invita a meditare sulla parola della settimana: fantasma.
L’Espresso chiude con una chiacchierata tra Chiara Valerio e Serena Vitale su Dante e Mandel’stam, una guida all’arte dei Balcani in mostra al Maxxi (di Gigi Riva) e un dialogo con Roberta Carlotto (di Francesca De Sanctis). Giovanni Pigatto ricorda Thomas Sankara, Maurizio Di Fazio riscopre l’ingegnere molisano che inventò la macchina da scrivere di Hemingway e Steinbeck. E Gigi Riva analizza la terribile tempesta perfetta che ha risvegliato i venti di guerra in Israele.