Una nazionale competitiva ma deprezzata si presenta al debutto del campionato europeo venerdì 11 giugno allo stadio Olimpico di Roma, di fronte a un pubblico limitato dalle precauzioni antipandemiche e perciò ancora più assetato di tifo. Di fronte al ritorno dello spettacolo dal vivo, nessuno sugli spalti si preoccuperà di vil denaro. Ma gli uomini dei conti, dopo mesi vissuti pericolosamente e chiusi dalla vicenda tragicomica della Superlega, sperano che il torneo continentale serva da stampella per ridurre la svalutazione del parco giocatori a ritmi da lira turca.
Secondo le stime del sito tedesco Transfermarkt, controllato dalla holding editoriale Springer, il valore complessivo di mercato dei ventotto azzurri convocati dal commissario tecnico Roberto Mancini, e poi scesi a ventisei, è passato da 952 milioni di euro prima della pandemia agli attuali 834 milioni di euro, con una riduzione di 118 milioni che supera il 12 per cento.
Nonostante il gruppo di Mancini abbia prodotto una rinascita di gioco e risultati dopo il disastro coronato dalla mancata qualificazione ai mondiali del 2018, gli azzurri stazionano al quinto posto della classifica continentale per valore di mercato a pari merito con il Portogallo, che peraltro si presenta da campione in carica al torneo rinviato di un anno per il Covid-19. I nazionali inglesi, che non vincono nulla dal 1966 ma in maggioranza giocano nel campionato più ricco del mondo, la Premier league, sono valutati oltre 1,5 miliardi di euro, seguiti da francesi (1,04 miliardi), tedeschi (964 milioni) e spagnoli (936 milioni).
Il crollo dei prezzi è riferibile soprattutto alla serie A. Tra i ragazzi di Mancini soltanto quattro giocano all’estero. Sono i due oriundi brasiliani Jorginho ed Emerson, neocampioni d’Europa con il Chelsea di Roman Abramovič, e la coppia del Psg formata da Marco Verratti e Alessandro Florenzi.
Ci sono ottime probabilità che il prossimo calciomercato, in partenza con la sessione estiva il primo luglio, aggravi la tendenza al ribasso generalizzato. È una pessima notizia per i club già alle prese con il calo dei ricavi dovuto al Covid-19.
A differenza degli incassi dei diritti televisivi, nulla è più aleatorio delle plusvalenze o delle minusvalenze conseguenti allo scambio di giocatori. Detto questo, tutti i segnali sembrano indicare che i presidenti delle società non potranno più contare sulla scappatoia delle ipervalutazioni per sistemare i bilanci con il sistema del “gonfia tu che gonfio anch’io”.
Per mesi nelle cronache sportive ha tenuto banco il caso del portiere del Milan, e titolare della nazionale, Gianluigi “Gigio” Donnarumma, stimato 60 milioni di euro da Transfermarkt. Senza la deflazione imposta dalla pandemia, il giovane fuoriclasse cresciuto nel vivaio rossonero e perso a parametro zero probabilmente oggi sarebbe trattato a cifre intorno ai 100 milioni di euro. Nel 2018 l’Athletic di Bilbao, club noto perché tessera solo giocatori di nascita o scuola calcistica basca, cedette Kepa Arrizabalaga al Chelsea guidato da Maurizio Sarri per 80 milioni di euro, il prezzo più alto della storia per un portiere. Nel 2019 toccò al nazionale inglese Harry Maguire stabilire il record per un difensore (87 milioni di euro). Ancora nel 2018 il presidente del Torino Urbano Cairo rispose al Milan che voleva “il gallo” Andrea Belotti: cento milioni di euro o non se ne fa niente. L’affare non si chiuse.
LA VARIANTE RAIOLA
Sembra un secolo fa. Oggi anche il fenomenale attaccante norvegese del Borussia Dortmund, Erling Haaland, 21 anni a luglio, non sembra destinato a stabilire nuovi record di prezzo. Come Donnarumma, anche Haaland è rappresentato dall’italo-olandese Mino Raiola. Il mancato accordo fra lui e il direttore tecnico del Milan Paolo Maldini è un altro segno dei tempi che cambiano. Raiola aveva chiesto al club del fondo Usa Elliot una commissione per sé di 20 milioni di euro, oltre all’adeguamento salariale di prammatica per il suo rappresentato, per mantenere Gigio nella porta dei rossoneri.
In quanto all’interesse per Haaland del Bayern Monaco, Oliver Kahn ha parlato chiaro. L’ex portiere dei bianchi di Germania, designato alla successione del presidente Karl-Heinz Rummenigge nel 2022, ha spiegato che il club bavarese non intende partecipare ad aste da 100 milioni di euro in su per assicurarsi il giovane centravanti. «Chi ha parlato di un suo possibile trasferimento da noi», ha detto Kahn alla Bild, «non ha capito la situazione».
Mino Raiola, agente di calciatori fra i più potenti del mondo. Fra i suoi assistiti, il portiere milanista Gigio Donnarumma
Il record del brasiliano Neymar junior, 29 anni, ceduto dal Barcellona al Psg per 222 milioni di euro quattro anni fa, non corre quindi il rischio di essere battuto. Il brasiliano tornerebbe volentieri a fianco di Leo Messi dopo essere finito in una storia di molestie nei confronti di una dipendente del club parigino che gli è costata il contratto di sponsorizzazione con Nike, interrotto la scorsa estate. Ma nemmeno il Barça può permettersi di replicare il contratto da 555 milioni di euro con l’argentino che ha portato i blaugrana a superare 1,1 miliardi di debiti.
Anche i procuratori alla Raiola, abituati a incassare percentuali a sei o sette zeri sia dai loro clienti sia dalle società calcistiche, nonostante le norme Fifa lo vietino, potrebbero andare incontro a un ridimensionamento. Il primo segnale è arrivato dal fuoriclasse belga Kevin De Bruyne, 30 anni, che due mesi fa ha rinnovato con il Manchester City per 24 milioni netti all’anno senza l’assistenza di un agente. Ma per il momento la strada del trequartista fiammingo non ha trovato grande seguito né fra i giocatori di punta, né fra quelli di livello medio, più sostituibili con calciatori simili che hanno un procuratore più influente.
Erling Haaland, ventunenne attaccante norvegese del Borussia Dortmund. È l’astro nascente del calcio europeo, ma difficilmente darà luogo ad aste spettacolari. Il Bayern Monaco ha già annunciato di non voler partecipare
CAVALLI DI RITORNO
Nella decadenza monetaria della nazionale di Mancini esiste, com’è inevitabile, una componente di grandi vecchi al tramonto. Le svalutazioni maggiori riguardano due difensori della Juventus. Uno è Leonardo Bonucci, 34 anni, che è quotato 8 milioni contro un massimo in carriera di 42. L’altro è Giorgio Chiellini, vicino ai 37 anni, che è stimato quanto un modesto difensore di serie B a 1,5 milioni di euro contro un picco di 28,5 milioni di euro abbastanza teorico perché il livornese gioca alla Juve dal 2005 mentre il compagno di club e di nazionale ha avuto un intervallo al Milan. L’equazione fra anzianità di servizio e valori in discesa non vale per tutti. Un altro juventino, Federico Bernardeschi, 27 anni, oggi vale circa un terzo dei 45 milioni di euro spesi dal club di casa Agnelli per prenderlo dalla Fiorentina nel 2017 quando, a detta di alcuni, era l’anello mancante fra Roberto Baggio e Francesco Totti. In forte discesa è il trentenne napoletano Lorenzo Insigne, da 75 milioni di euro tre anni fa ai 48 milioni di adesso. Nella lista di quelli che si sono apprezzati di più ci sono il capitano calabrese del Sassuolo Domenico Berardi (35 milioni di euro) e il suo compagno di squadra Manuel Locatelli, che oggi è stimato a un valore triplo rispetto alla cessione-svendita di tre anni fa da parte dei dirigenti milanisti Maldini e Leonardo. Il record è del giovane Giacomo Raspadori, 20 anni, che a dicembre valeva 625 mila euro e ora 15 milioni, dopo che il ct lo ha inserito fra i ventisei all’ultimo.
L’azzurro che vale di più (65 milioni di euro) è l’interista Nicolò Barella, 24 anni, centrocampista cresciuto nelle giovanili del Cagliari e ceduto due anni fa per 36 milioni dal presidente dei sardi, l’imprenditore milanese Tommaso Giulini che è tifoso nerazzurro ed ex azionista di minoranza con la sua holding panamense Minmet quando il presidente era Massimo Moratti.
Lo scudetto interista, arrivato dopo nove anni di dominio juventino, non è secondario nella valorizzazione di Barella che si estende al compagno di club Alessandro Bastoni, 22 anni, messo a bilancio per 31 milioni tre anni fa e oggi a quota 60 milioni. Proprio Bastoni è dato nella lista dei cedibili eccellenti dell’Inter nel prossimo calciomercato. Il gruppo Suning della famiglia cinese Zhang, che controlla il Fc Internazionale, vuole incassare 80-100 milioni di euro di plusvalenze senza rinunciare al trascinatore Romelu Lukaku, che vale da solo 100 milioni di euro o più.
La manovra del presidente Steven Zhang, che è all’origine della clamorosa rottura con l’allenatore vincente Antonio Conte, potrebbe essere anche più impattante del previsto, se le quotazioni generali si manterranno al ribasso. Del resto, l’avvento degli investitori stranieri nel calcio italiano ha avuto un’influenza ben diversa da quella vista sul football inglese. Prodighi in Premiership e generalmente parchi in serie A, in massima parte i nuovi padroni hanno portato in Italia un’iniezione di dollari americani insieme a nostalgie da emigrati di ritorno spesso deluse: Rocco Commisso della Fiorentina, l’ex romanista Jim Pallotta, il canadese Joey Saputo a Bologna e Joe Tacopina, che ha messo un piede a Roma, poi a Bologna, poi a Venezia e infine a Catania.
Al momento, i colpi di mercato sono limitati alle panchine. Massimiliano Allegri ha riavuto la Juventus dopo un doppio sabbatico. L’As Roma ha ripescato l’ex interista Josè Mourinho, reduce da due stagioni deludenti al Tottenham. Per usare la più nota frase apocrifa del portoghese, l’Italia del calcio, che sia nazionale o club, non può continuare sulla strada degli “zero tituli” iniziata undici anni fa, quando proprio Mourinho conquistò la Champions. Per non fallire bisogna vincere e, a volte, nemmeno questo basta.