Il massacro del G8 di vent’anni fa. Lo psicodramma dei 5Stelle. E la fortuna dei laureati in informatica. Ecco cosa trovate sul numero in arrivo. E gli articoli in anteprima per gli abbonati digitali

Mazze, pietre, sfollagente. I volti nascosti da caschi e maschere antigas. Un luogo, una data: “Genova. Luglio 2001”. Sono gli agenti che trasformarono il G8 di Genova in un bagno di sangue i protagonisti del disegno di Zerocalcare per la copertina del nuovo numero dell’Espresso. Che a vent’anni dagli eventi rievoca una delle pagine peggiori della Storia dell’Italia repubblicana.

Simone Pieranni ricostruisce fatti e mette in luce tutti i dettagli: le forze dell’ordine guidate da reduci di missioni di guerra, la presenza del “Betulla” del Sismi nella piazza in cui fu ucciso Carlo Giuliani. Valerio Callieri, arrestato a Genova, racconta le violenze, i pestaggi e le agghiaccianti risate di scherno degli aguzzini. Massimo Cacciari spiega «perché i no global hanno perso». E Marco Damilano nel suo editoriale invita a chiedere ai giovani «cos’era la Diaz», perché nelle giornate insanguinate di Genova c'è la radice della crisi politica e democratica del nostro presente. 

Allo psicodramma dei 5Stelle sono dedicati le vignette di Makkox e un lungo focus di Susanna Turco che scandaglia le paure del Pd di Letta, che aveva puntato sull’appoggio di Conte per tenersi in piedi. Carlo Tecce invece racconta le strategie cinesi di Massimo D’Alena, mentre Marco Follini firma un ritratto dei “Tre tenori del centrodestra”, che conquistano il palcoscenico della politica pur non avendo né idee né distinzioni di sorta.

Sul fronte economico, Bruno Manfellotto invita a far pagare agli evasori fiscali il debito pubblico in aumento, mentre Gianfrancesco Turano fa i conti in tasca alla squadra di calcio del Paris Saint-Germain, ricco di petrodollari qatarioti.

Anna Bonalume fa il punto sulle fortune degli informatici, gli unici laureati che le aziende italiane fanno di tutto per non far scappare all’estero. A Padova intanto un laboratorio d’eccellenza studia le nuove frontiere di trapianti e lotta ai tumori (di Elena Testi).

Nella Fortezza Europa, denuncia Francesca Mannocchi, i governi pagano per rimandare i migranti in Africa e non vederli più. La Gran Bretagna riscopre con orrore la vergogna dei bambini immigrati richiusi in scuole speciali per minorati mentali (di Luciana Grosso). Mentre negli Usa i repubblicani del Texas, che temono di perdere presto il potere, blindano lo status quo con leggi liberticide (di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni).

Altan ride del “ritorno alla normalità”, Michele Serra discetta di varianti del virus (Ti per i tifosi, Erre per i rave party), Michela Murgia spiega perché lo sport non è mai stato e non può mai essere politicamente neutrale. E Massimiliano Panarari invita a meditare sulla parola della settimana: “statuto”.

E l’Espresso chiude con Christian Greco che spiega il fascino dell’archeologia, scienza viva dove ogni scoperta apre a nuove interpretazioni, mentre Luigi Malnati, intervistato da Michela Pagano, invita a riscoprire il richiamo di polvere e fango. Fabio Ferzetti dà la parola ai cineasti Damiano e Fabio D’Innocenzo e al loro maestro, Carlos Reygadas. Patrizio Ruviglioni invita a riscoprire “Donna circo”, disco protofemminista protagonista di un remake eccellente. E Lara Cardella invita a non sparare sul divismo social: perché anche genitori e prof avrebbero qualcosa da imparare dai giovani che sbancano TikTok.