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Attualità
dicembre, 2022

Chi guadagna dai disastri: L’Espresso in edicola e online da domenica 11 dicembre

I legami di aziende e banche italiane con aziende accusate di incendi in Amazzonia. La manovra che attacca i poveri e favorisce le multinazionali. I leader europei spiati con i trojan. Ecco cosa trovate sul numero in arrivo. E gli articoli in anteprima per gli abbonati digitali

Un uomo cammina su una strada vuota in mezzo alla boscaglia. Intorno a lui una luce rossastra, innaturale. È il riflesso delle fiamme filtrato dal fumo dell’incendio, uno dei roghi che stanno devastando l’Amazzonia. “Chi guadagna dai disastri” è il titolo del servizio di copertina del nuovo numero dell’Espresso. Un’inchiesta esclusiva che parte dalla distruzione della foresta amazzonica ma arriva all’Italia. Perché ci sono anche aziende italiane tra quelle che traggono profitti grazie alla distruzione dell’ambiente.

Tra i finanziatori delle ditte accusate dei roghi dolosi ci sono gruppi e banche nostrane: da Exor a Unicredit, da Azimut a Intesa, come documentano Paolo Biondani e Pietro Mecarozzi in un lavoro che ha riguardato tutto il mondo, coordinato con altre testate internazionali. Il popolo delle merci finirà per divorare se stesso, commenta amaro Angelo Ferracuti, mentre Georg Diez denuncia i danni del colonialismo ambientale. E Giuliano Battiston, parlando con due attivisti indiani, spiega il legame diretto tra la salute degli esseri umani e quella del pianeta. Intanto, dopo l’inchiesta di copertina del numero scorso, Gabriele Cruciata torna sull’Operazione Fox Hunt e svela la rete di telecamere che controlla i cinesi in Italia

La manovra del governo premia i ricchi togliendo ai poveri: da una parte Vittorio Malagutti e Carlo Tecce denunciano un favore del governo alla Philip Morris, che risparmierà decine di milioni di tasse; dall’altra Gloria Riva calcola quanto il taglio dei sussidi aggraverà la situazione di una povertà già a livelli record. Intanto la gente scende in piazza: Diletta Bellotti spiega la protesta contro il caro bollette. E al ministro Nordio che propone nuove norme contro la corruzione, Lirio Abbate nel suo editoriale risponde che le leggi ci sono già, ma sono inutili se la politica non si impegna a costruire una cultura della legalità.

In un’intervista a Susanna Turco, Luigi Zanda lega la crisi del Pd alla perdita di contatto con i territori e alla rincorsa dei populisti, mentre Luigi Vicinanza sottolinea l'importanza dell’ambiguità sulla questione meridionale. E Massimo Cacciari critica il Parlamento che decide di mandare armi a Kiev senza spiegare il perché.

La Germania si distacca sempre più dalla Francia (di Federica Bianchi) e fa autocritica sulle aperture a Putin (di Angelo Bolaffi), mentre l’intera Europa è scossa dallo scandalo sulle intercettazioni illegali dei leader di vari Paesi  (di Luciana Grosso). 

 

Anthony Fauci va in pensione e racconta a Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni la sua guerra su due fronti: contro il Covid e contro Trump. Il nuovo governo israeliano peggiora i rapporti con i palestinesi (ne scrive Alberto Stabile) mentre quello turco inasprisce il pugno di ferro contro i curdi (di Marta Bellingreri). In Africa intanto continunano, nel silenzio, la guerra in Sudan (di Irene Panozzo) e il rapimento della famiglia italiana in Mali (di Chiara Sgreccia).

Gianfrancesco Turano ricostruisce la “creatività finanziaria” che ha portato all’inchiesta contro la Juventus, Simone Alliva fa il punto sui suprematisti d’Italia, Sara Lucaroni mostra tutti i dubbi sul presunto suicidio del maresciallo Lombardo, il Maigret dell’antimafia. E mentre Filomena Gallo festeggia i vent’anni dell’Associazione Luca Coscioni, Tommaso Giagni celebra mezzo secolo di servizio civile mettendo a confronto una giovane donna che lo sta facendo con una che invece ha scelto di arruolarsi nell’esercito.

E L’Espresso chiude con un dialogo tra Donatella Di Cesare e Andrea Riccardi sulla strategia del silenzio della Chiesa contro la guerra, mentre Michela Murgia si fa anticipare da Jhumpa Lahiri i “Racconti romani”. Giuseppe Catozzella spiega ai lettori la sua passione per la Corea, Giuseppe Fantasia presenta una grande mostra su Lucian Freud, Claudia Catalli intervista Thimotée Chalamet. E Alessandro Longo racconta fascino e rischi della nuova frontiera dell’intelligenza artificiale: che permette di creare dal nulla video convincenti come se fossero veri.

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