Emergenza climatica e siccità incombono. Falde e fiumi sono inquinati e la rete idrica è un colabrodo. Lo Stato ha fatto un buco nell’acqua, la copertina de L’Espresso illustrata da Mauro Biani ce lo ricorda. Perché, come scrive il direttore Lirio Abbate nell’editoriale, «gli investimenti degli ultimi anni per l’acqua e la sua gestione sono stati pari a zero». Così va sprecata.
Il Mediterraneo, intanto, è bollente. Il termometro segna almeno 5 punti in più del solito e «il livello è cresciuto di 20 centimetri in 138 anni», spiega Roberto Orlando, mentre Luciana Grosso ricorda il disastro della piattaforma Deepwater Horizon che 12 anni fa ha devastato il Golfo del Messico, per evidenziare come una cattiva gestione dei soldi dei risarcimenti stia caratterizzando il Mississippi.
«Per Letta inizia la campagna elettorale più drammatica di sempre», scrive Susanna Turco. Anche perché parallela al voto corre già la caccia al segretario. Ma un limite si può anche trasformare in un’opportunità. Come dice Gigi Riva, «si può piangere sull’accordo mancato oppure guardare a una prospettiva più lunga delle elezioni di domani».
Vittorio Malagutti e Carlo Tecce fanno il punto sull’armata Tajani. Il numero due di Forza Italia ha negato la fiducia Draghi per colpire i nemici di partito e ora alza le sue ambizioni. Mentre Loredana Lipperini spiega che cosa c’era nel testo sulla sicurezza di Fratelli di Italia che è sparito dal web, Gabriele Bartoloni racconta la propaganda social di Salvini e Meloni, che fanno a gara a colpi di slogan sovranisti. «È scomparsa la componente televisiva della sinistra», scrive Giandomenico Crapis. Ma ad essersi dissolto del tutto è soprattutto il ruolo mobilitante che un tempo era dei talk politici o dei programmi comici.
Sull’ergastolo ostativo serve una legge non uno slogan. Per Pietro Grasso, Senatore di Liberi e Uguali, ex procuratore nazionale antimafia, il testo arrivato al Senato lo scorso aprile era contraddittorio. La crisi, però, ha interrotto un iter che il Parlamento deve riprendere.
Crollano i ponti ma non le carriere: a quattro anni dalla tragedia del Morandi, scrive Gianfrancesco Turano, i Benetton sono usciti di scena ma i loro top manager no, hanno nuovi incarichi. Mentre Francesca Sironi fa un punto sulla sanità: in Lombardia, l’area più colpita dalla pandemia, mancano i medici e l’assistenza è in tilt.
Nel mondo cresce enormemente ogni anno il numero di persone che soffre la fame. L’Onu lancia l’allarme nell’indifferenza generale. Ne scrive Eugenio Occorsio. Povertà e mancanza di cibo segnano anche l’Afghanistan, a un anno dalla presa talebana di Kabul. Come racconta Filippo Rossi l’economia è ferma.
Mentre Simone Pieranni pone l’attenzione sulla rottura tra Stati Uniti e Cina: un pericolo per tutti. Nel cosmo, invece, regna la pace, per ora. La Russia non lascerà la Stazione spaziale internazionale, almeno fino al 2028, scrive Emilio Cozzi. Giancarlo Capozzoli a colloquio con Giulia Pavesi parla di sicurezza spaziale: un rebus che deve essere risolto.
«Se non avessi abbandonato quei servili, pazzi e guerrafondai, non sarei mai più stato capace di definirmi un uomo» dice Boris Bondarev, il diplomatico della Missione permanente russa alle Nazioni unite di Ginevra che ha lasciato l’incarico dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Intervistato da Sabrina Pisu. Prosegue la graphic novel i Diari di Guerra raccolti e illustrati da Nora Krug. Nelle 21° e 22° settimana la giornalista ucraina K. e l’artista russo D. raccontano come «la vita continui, ma accompagnata da una costante sensazione di profonda tristezza».
Nell’Ucraina martoriata, però, si apre un fronte dei diritti. Scrive Jennifer Guerra che il conflitto in corso ha avuto tra gli effetti inaspettati quello di rinvigorire i movimenti civili e sociali. Dati rubati, fonti bruciate, screditamento, con gli spyware i regimi colpiscono ovunque. Ma, come ricorda Alessandro Longo, a usarli sono anche le democrazie.
Apre la sezione delle Idee il colloquio tra Chiara Valerio e Carlotta Vagnoli: «Il corpo è ancora politico? Per definizione. La forma del copro è da sempre stata il primo passo per accedere alla pratica politica…». Continua la serie estiva L’Eros in un racconto, questa settimana con "La Sposa americana” di Anilda Ibrahimi. Emanuele Coen parla con Nico Vascellari, artista, musicista, che spiazza pubblico e critici e prepara la sua nuova factory sul Tevere. Natalie Portman si racconta a Valentina Ariete, l’attrice americana non tornava da 10 anni nel Marvel Cinematic Universe.
Tre le storie questa settimana. Chiara Sgreccia scrive di come il Venezuela contrasta inflazione e sanzioni: la perdita di potere d'acquisto del boliovar ha dato impulso alle criptovalute. Angelo Loy e Martino Mazzonis raccontano i bangladesi che lasciano le risaie e si dirigono verso Dacca, la capitale. Maurizio di Fazio riscopre gli asini a Savoca, nel Messinese, il borgo che cinquant’anni fa fece da set del Padrino.
Infine, per ricordare a un mese dalla scomparsa Eugenio Scalfari, i lettori troveranno in edicola, in libreria e su Amazon “Il Vetro Soffiato”, un libro che raccoglie una scelta (introdotta da un articolo di Umberto Eco che presenta il suo illustre dirimpettaio) agile e significativa degli articoli della sua rubrica, che per vent’anni hanno rappresentato la sua vena creativa più intima e autentica dove i grandi interrogativi dell’esistenza umana si intrecciano alla vita di tutti i giorni, ai personaggi del momento, ai mutamenti sociali, alle passioni politiche. Ne scrive Leopoldo Fabiani.