Non avere gli elenchi degli idonei del 2020 danneggia soprattutto i docenti precari con meno esperienza. «Ho perso tre anni, a settembre mi passerà avanti anche chi ha meno qualifiche», racconta Sanseverino 30 anni, laureato in storia

«È stato il primo concorso dopo 10 anni per i docenti senza abilitazione. L’aspettavo da quando mi sono laureato perché è l’unica possibilità che ho di lavorare. Sono andato bene all’orale, mediamente allo scritto, ma non vincerò la cattedra perché non ho potuto aggiornare il curriculum». Così racconta Mario Sanseverino, docente di trent’anni che ha svolto le prove per la classe A19, Storia e Filosofia, in Campania. A proposito del concorso ordinario per il reclutamento del personale docente della scuola secondaria, bandito nel 2020 ma che, per alcuni, si sta svolgendo ancora adesso.

Ritorno in classe
Concorso scuola, senza le graduatorie è il caos. E per i precari oltre il danno la beffa
2/8/2022

Sanseverino, nel frattempo, ha finito un dottorato di ricerca in studi storici. Ma non ha potuto aggiornare il curriculum che aveva inviato per partecipare al concorso al tempo della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale «Perché non c’è stata data la possibilità di adeguare le candidature inviate più di due anni fa. È un danno grave. Credo di non essere l’unico ad aver fatto esperienze formative dal 2020 a oggi». Così Sanseverino ha perso 12,5 punti, circa 10 posizioni in meno nella graduatoria di merito che ufficializza i risultati del concorso, che, però, ancora non è stata pubblicata. Per questo sicuramente non sarà tra i 36 (i candidati per la Campania erano 1484) che dovrebbero essere immessi in ruolo il prossimo anno.

I ritardi nella pubblicazione delle liste degli idonei e dei vincitori del concorso, che ad esempio per la classe A19, una delle più numerose, mancano dappertutto tranne che in Emilia-Romagna, stanno facendo sì che anche chi ha superato le prove, quindi ottenuto l’abilitazione, perda la possibilità di entrare nelle graduatorie scolastiche provinciali di prima fascia. E quindi di fatto, in molti casi, trascorra un altro anno senza lavorare.

«Sono nella stessa situazione di tre anni fa. Ho perso tempo. Rimango nelle graduatorie per le supplenze di seconda fascia, quelle per i docenti non abilitati. Così pure chi non ha fatto il concorso mi passa avanti». Questo succede perché a dare punteggio per l’avanzamento in graduatoria, oltre ai titoli, ci sono gli anni di servizio. Ma chi è più giovane, e quindi lavora da meno tempo, non riesce mai a raggiungere i docenti che sono precari da anni. «Sono quasi tutti nati negli anni ’80, se non prima. Chi ha meno di trent’anni, invece, resta agli ultimi posti e non sarà mai chiamato a insegnare». Come sottolinea Sanseverino chiedere alle persone di perdere un anno è grave. «Ancora di più se fatto nel momento in cui cercano di costruirsi il futuro».