Si tratta di una terapia che si è affermata soprattutto come risposta alla dipendenza da sostanze e ai disturbi dell’umore. Insieme ad altri rimedi, per ora è una nicchia di mercato ma potrebbe diffondersi. Pubblichiamo un estratto del libro “Il fronte psichico”, viaggio-inchiesta tra nuove emergenze, terapie e budget all’osso

La sala d’attesa è talmente igienizzata da risultare abbagliante. Mentre aspetto di parlare con l’intervistato sono seduta su un comodo divano verde salvia e osservo gli arredi nella stanza.

 

Può darsi che siano stati acquistati in blocco su un sito online di arredamento ma non sembrano di quelli a buon mercato. Sul tavolino da caffè hanno disposto a ventaglio le copie di una rivista.

 

Il numero è di qualche mese fa, in copertina c’è un ritratto del fondatore dello studio. Una playlist jazz suona in sottofondo. Rilassarsi è un gentile imperativo. Alle pareti dell’ingresso sono appesi diversi attestati, certificazioni, ma a spiccare sono le fotografie incorniciate del fondatore in compagnia di due anziani premi Nobel per la Medicina. A pochi passi, in una stanzetta che si affaccia sul corridoio, si trovano i macchinari per la terapia con la stimolazione magnetica transcranica, la Tms. Affascinata da questo acronimo, nel febbraio 2022 mi sono ritrovata nella sala d’aspetto dello studio privato Brain&Care, in viale Andrea Doria a Milano.

 

L’ho scoperto dopo aver visto un cartello pubblicitario nel tram che porta in centro. Nell’immagine lo sfondo è azzurro cielo e due persone anziane, un giovane e un uomo in giacca e cravatta guardano verso l’alto. Il ragazzo e l’uomo con il completo da manager sembrano spiccare un salto. La scritta recita, testuale: “Liberati dalla depressione ansia dipendenze”. Seguono puntini di sospensione e contatti dello studio. Al mio posto nella sala d’attesa si erano già seduti studenti con problemi di ansia, pazienti depressi o con disturbi ossessivo compulsivi e persone socialmente di successo con problemi di dipendenza dalla cocaina o dal gioco d’azzardo.

 

(…) A Milano, dove i consumi di cocaina sono in aumento e gli standard di prestazione sociale ed economica sono elevati, nel periodo a cavallo della pandemia hanno aperto diversi studi specializzati nella Tms, oppure studi già esistenti, per esempio di psicoterapia o di psichiatria, hanno iniziato a proporre questo trattamento.

 

È una nicchia di mercato, una terapia che, come mi riferisce in una chiacchierata una psichiatra che nel suo studio ha offerto questa possibilità per alcuni mesi, si è affermata per un certo periodo soprattutto come risposta alla dipendenza da cocaina e ai disturbi dell’umore sorti o slatentizzati nel periodo più acuto della crisi pandemica. La Tms non è l’unica terapia per la salute mentale che nel giro di qualche anno potrebbe diffondersi nelle nostre città.

 

Alcuni cambiamenti in questo settore sono stati forzati dai lockdown vissuti durante gli anni della pandemia da Covid-19, basti pensare al successo dell’offerta di sedute di psicoterapia da remoto, fenomeno che ha inciso anche sull’accessibilità alle cure. E, a certe condizioni, presto anche altri mercati di terapie potrebbero ampliarsi e diventare mainstream.

 

(…) Il paradosso che si sta creando a livello globale, e che interessa anche l’Italia, è che mentre fondi, venture capitalist, aziende e altri soggetti investono sempre di più in nuovi mercati della cura come gli psichedelici, la Tms o la digital health, i governi continuano a spendere in servizi per la salute mentale meno del 2% del loro budget dedicato alla sanità.

 

L’ESTRATTO
Pubblichiamo qui un brano de “Il fronte psichico, inchiesta sulla salute mentale degli italiani” di Jessica Mariana Masucci, edito da Nottetempo