Sanità'

Medici specializzandi nel caos per colpa del ministero dell'Università: «Siamo indignati»

di Gloria Riva   8 settembre 2023

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Medici in una corsia di ospedale

Oltre 14mila medici avrebbero dovuto scegliere la sede per la specializzazione, ma il ministero, all'ultimo minuto, ha pubblicato un decreto che rinvia tutto. Così i medici avranno meno di una settimana per trasferirsi e iniziate il lavoro e il corso di specializzazione.

Oggi, 8 settembre, doveva essere il giorno decisivo per i 14.036 aspiranti medici specialisti. C'è chi vorrebbe diventare cardiologo, chi ginecologo, chi non vede l'ora di dare una mano al reparto di Emergenza e Urgenza. Invece ieri è arrivata la doccia fredda: spiacenti, ma è tutto rinviato di due settimane e mezzo, al 26 settembre. «Siamo indignati», dice a l'Espresso un giovane medico, «per ciascuno di noi è un danno enorme. Sono mesi che attendiamo di sapere quale sarà il nostro destino, in quale ospedale dovremo lavorare e specializzarci, invece il ministero del'Università, all'ultimo minuto rimanda tutto, senza considerare che, così facendo avremo solo due o tre giorni per trasferirci nelle nuove sedi di lavoro, cercare casa e iniziare a lavorare». C'è un danno d'ansia, ovviamente, ma come spiega Massimo Minerva, presidente dell'associazione Als, Associazione Liberi Specializzandi, il danno è anche per le casse dello Stato, perché a causa di questo ritardo molte borse di studio (con soldi pubblici) resteranno vuote.

 

Ma andiamo con ordine.

 

Ogni anno il ministero dell'Università bandisce il concorso nazionale di specializzazione e, anche nel 2023, il bando è stato pubblicato a maggior e il test, al quale hanno partecipato 14.036 giovani medici si è svolto a luglio. In tempi passati, quando veniva bandito il test era già presente anche l'intera lista dei posti disponibili negli ospedali universitari italiani. Mentre in anni più recenti il ministero ha deciso di pubblicare a settembre, quindi una volta nota la graduatoria dei candidati, i posti e le relative sedi disponibili. Quest'anno la graduatoria è stata pubblicata il 4 agosto e, in base agli annunci del ministero, l'intenzione era quella di pubblicare l'8 settembre l'elenco dei posti disponibili per iniziare il primo di novembre nelle sedi assegnate. Così non è stato: il ministero oggi non ha pubblicato alcuna graduatoria. 

 

«La cosa incredibile è che fino al 5 settembre il ministero ha continuato a dirci che i tempi sarebbero stati rispettati, mentre il 7 settembre è stato emanato un decreto che sposta la data di pubblicazione dei posti disponibili al 26 settembre. Non c'è solo il problema dell'ansia di questi giovani, che attendono di sapere quale sarà il proprio futuro, ma il rischio è davvero quello di sapere quale sarà il luogo in cui specializzarsi con soltanto un paio di giorni di anticipo rispetto alla partenza del corso».

 

Nel mese e mezzo di tempo che intercorre fra la pubblicazione dei posti e l'inizio dell'attività di specializzazione avvengono un determinato numero di ri-assegnazioni dei posti. Detto altrimenti, si da ai candidati la possibilità di cambiare specialità e sede per un numero definito di volte, in base alle borse di studio scartate da chi sta avanti in classifica. Per esempio, nel 2021 ci sono stati nove scaglioni, nel 2022 ce ne sono state cinque, nel 2023 si prevedono tre possibilità di variazione. Questo significa che la decisione finale avverrà a ridosso di novembre e gli aspiranti specializzandi non l'hanno presa benissimo: «Significa procedere a un cambiamento di vita e relativi trasferimenti in pochissime ore», spiega un giovane medico.

 

«C'è anche un altro problema», aggiunge Minerva, che continua: «Proprio a causa delle riassegnazioni, ogni anno molti posti non vengono assegnati e questo è un danno consistente per le casse pubbliche: ad esempio lo scorso anno sono rimasti vacanti 2.048 posti, che allo stato costano 230 milioni di euro, allocati ma non spesi. Meno riassegnazioni avvengono e più posti vengono lasciati vuoti (nel 2021 sono andati persi il 10 per cento dei posti a fronte di 17mila contratti, nel 2022 non sono stati riassegnati il 15 per cento dei posti e quest'anno, con solo tre possibilità di migliorare la propria scelta, è prevedibile che i posti non assegnati saranno almeno il 20 per cento), quindi nel 2023 maggiore sarà il danno economico per le casse pubbliche e ci saranno meno medici formati».

 

Per capirci, in base ai conti dell'associazione Als, tra il 2021 e il 2022, le borse non prese e quelle abbandonate hanno provocato una perdita per lo Stato di 750milioni di euro. Denaro che potrebbe essere riassegnato o utilizzato per fare altro.

 

Aggiornamento 11 settembre
Dopo il nostro articolo, le associazioni degli specializzandi Anaao, Giovani medici per l'Italia e Als hanno inviato una lettera al ministero per chiedere:

 

1 - Proroga di 30 giorni della presa di servizio degli specializzandi vincitori di contratto di specializzazione al concorso SSM23, attualmente fissata per il 1 novembre 2023

 

2 - Istituzione di un tavolo di lavoro interministeriale Ministero della Salute – Ministero dell’Università, composto dai rappresentanƟ firmatari del presente documento con la finalità di individuare le strategie volte a riformare la formazione medica post-laurea.

 

3 - Pubblicazione di un calendario dettagliato degli scaglioni straordinari del concorso di specializzazione 2023, in numero non inferiore a 6.

 

4 - Pubblicazione degli annuali questonari di valutazione delle scuole di specializzazione d’area medica suddivisi per singola scuola e non in forma aggregata come precedentemente avvenuto.

 

5 - Pubblicazione dei decreto di accreditamento 2023 delle scuole di specializzazione d’area medica, con le relative reti formative