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Acca Larentia, cinque persone denunciate: le notizie del giorno
Il primo sì all'abolizione del reato di abuso d'ufficio alla Camera, gli scontri in Ecuador, un possibile nuovo accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas. I fatti da conoscere
Ai pm l'informativa su Acca Larentia. Cinque denunciati
È arrivata alla procura di Roma la prima informativa trasmessa dalla Digos sulla manifestazione di domenica scorsa in via Acca Larentia a Roma per commemorare il 46esimo anniversario dell'uccisione di tre giovani militanti di destra: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta, Stefano Recchioni. Sono al momento cinque le persone denunciate. Alla manifestazione erano presenti militanti di estrema destra e alcuni appartenenti a frange del tifo ultras. I magistrati dovranno valutare se procedere con l'apertura formale di un fascicolo di indagine. I poliziotti hanno identificato alcuni dei partecipanti e stilato una relazione su quanto accaduto. Gli inquirenti sono al lavoro sui filmati delle telecamere che hanno immortalato le varie fasi dell'evento. Non ci sono state sostanziali novità nell'iniziativa di quest'anno. Circa mille persone vi hanno preso parte: tutte a volto scoperto e molte ben note agli investigatori che hanno a che fare con gli ambienti della destra romana. Vestiti di nero, si sono mossi come una falange posizionandosi davanti al piazzale antistante l'ex sezione dell'Msi dove è dipinta una grande croce celtica per terra. C'è stato quindi il tradizionale rito del "presente" urlato a squarciagola per i "camerati caduti" il 7 gennaio del 1978. Toccherà ai magistrati valutare se con le loro azioni i militanti hanno violato le norme.
Primo ok all’abrogazione dell’abuso d’ufficio
La Commissione Giustizia del Senato cancella il reato di abuso d'ufficio. È solo un primo passo, quello che si compie approvando l'articolo 1 del ddl Nordio, ma l'accordo raggiunto in maggioranza sembra ormai blindato. A spiegarlo è la presidente della Commissione, Giulia Bongiorno, che si dichiara soddisfatta per essere riuscita a strappare agli alleati l' impegno di dar vita ad un tavolo per "rivedere", a questo punto, "tutti i reati contro la Pubblica Amministrazione". L'aver voluto cancellare l'abuso d'ufficio, anziché riformarlo, infatti, aveva sottolineato qualche tempo fa la stessa Bongiorno, che è anche responsabile Giustizia della Lega, comporta il rischio per l'amministratore pubblico di vedersi contestati reati ben più gravi, come la corruzione. E pertanto si renderebbe necessario un riesame complessivo della materia. Ad approvare l'articolo 1 del testo che porta la firma del Guardasigilli Carlo Nordio e a respingere tutti gli emendamenti del centrosinistra sono la maggioranza e Italia Viva, con Ivan Scalfarotto. Il resto dell'opposizione vota contro e contesta l' abolizione dell'Abuso d'ufficio. Sul punto è chiaro il capogruppo Pd in Commissione Alfredo Bazoli secondo il quale a breve l'Italia sarà comunque costretta a reintrodurlo. «La direttiva sull'Abuso d'ufficio la stanno approvando - ricorda - e quando questo accadrà il reato dovrà essere reinserito nell' ordinamento» per evitare quel contrasto con l'Europa che vorrebbe evitare anche il Quirinale, che aveva invitato il centrodestra a riformulare il testo. Con l'eliminazione definitiva dell'Abuso d'ufficio, incalza Bazoli, «resteranno senza sanzioni tante condotte prevaricatrici di pubblici funzionari compiute insieme a singoli cittadini» , e questa per il Pd «è una cosa inaccettabile». Sulle barricate anche il senatore M5S Roberto Scarpinato che definisce «surreale e inquietante» discutere di un ddl «che vuole abrogare l'abuso d'ufficio, ridimensionare il reato di traffico influenza, diminuire in modi obliqui e occulti i poteri di indagine della magistratura sui reati dei colletti bianchi mentre nel Paese si consolida la consapevolezza che la politica è divenuta la cinghia di trasmissione di interessi di potentati economici, lobby affaristiche, comitati di affari e cricche».
Guido Crosetto: «Sull'Ucraina è il momento di un'azione diplomatica»
«Parrebbe giunto il momento per un'incisiva azione diplomatica che affianchi gli aiuti che stiamo portando avanti perché si rilevano una serie di segnali importanti che giungono da entrambe le parti in causa». Lo afferma il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel suo intervento alla Camera sulla proroga degli aiuti a Kiev decisa dal governo. «Le dichiarazioni di diversi interlocutori russi evidenziano una lenta e progressiva maturazione di una disponibilità al dialogo per porre fine alla guerra - continua -. In Ucraina il fronte interno appare meno compatto che nel passato nel sostenere la politica del presidente Zelensky». «Il supporto della Difesa italiana, al pari di quelle di tutti gli atri paesi europei, dovrà essere da traino e sprone per l'Unione Europea per creare le condizioni per avviare interlocuzioni con Mosca nella piena consapevolezza che quello in Ucraina è un conflitto sul territorio europeo», sottolinea il ministro. «Per ogni trattativa di pace - ribadisce Crosetto - non possiamo che partire da un presupposto: nella guerra tra Russia e Ucraina esiste un aggredito e un aggressore, esiste una nazione che ogni giorno bombarda obiettivi militari e civili di un'altra nazione. Ogni giorno questa guerra ci ricorda che abbiamo il dovere di difendere la libertà delle nazioni e il diritto internazionale. Ogni possibile trattativa di pace non può che partire da qui». «Noi - conclude il ministro - abbiamo deciso di difendere non solo una nazione, ma principi e valori».
L’Egitto contatta Hamas per nuovo accordo su ostaggi
Il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel ha avviato nuovi contatti con la leadership di Hamas e della Jihad islamica palestinese in merito a un accordo di scambio di prigionieri con Israele, ha riferisce oggi il quotidiano libanese Al Akhbar, affiliato al movimento sciita Hezbollah. Secondo quanto spiegato, i contatti sarebbero stati rinnovati dopo la visita di una delegazione israeliana lunedì al Cairo. La delegazione ha portato una proposta "rivista" che - sottolinea il quotidiano libanese -, includerebbe nuove clausole relative a cessate il fuoco, fasi degli aiuti umanitari e meccanismi per lo scambio di prigionieri. Il giornale rileva inoltre che la parte egiziana ha chiesto ai palestinesi di inviare urgentemente rappresentanti al Cairo e ha comunicato anche con i mediatori del Qatar.
Ecuador nel caos, Noboa dichiara guerra ai narcos
L'Ecuador ha vissuto una giornata di terrore e violenza con attacchi simultanei di gruppi armati in centri commerciali, uffici e persino in una stazione televisiva durante una trasmissione in diretta a Guayaquil. La seconda città del Paese è stata l'epicentro dell'offensiva da parte di commando legati alla criminalità organizzata che le autorità non hanno esitato a definire "terroristi". L'Ecuador si trova così immerso nel caos, prigioniero di una sorta di guerra interna che segue di pochi mesi l'elezione a presidente di Daniel Noboa al termine di una campagna elettorale segnata dall'uccisione di diversi candidati, tra cui Fernando Villavicencio. Noboa, ha denunciato l'esistenza di un "conflitto armato interno" nel Paese e ha ordinato alle Forze Armate di considerare i gruppi paramilitari e le gang legate ai narcos come "obiettivo militare". Disordini si sono verificati in sei carceri e altri atti di violenza sono stati registrati a Quito e in diverse città. Noboa aveva dichiarato lo stato di emergenza e il coprifuoco per sessanta giorni in seguito all'evasione domenica scorsa di Adolfo Macias, detto "Fito", leader della banda criminale Los Choneros, e allo scoppio di disordini in sei centri penitenziari del Paese. Ogni gruppo terroristico è un obiettivo militare, ha avvertito il capo del Comando congiunto delle Forze Armate dell'Ecuador, Jaime Vela, in un messaggio diffuso martedì notte, riferendosi ai ventidue gruppi criminali organizzati transnazionali menzionati dal presidente Noboa nella dichiarazione di conflitto armato interno.