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Attualità
febbraio, 2024

Zelensky: «Perdere contro la Russia equivarrebbe alla morte per tutto il nostro popolo». Le notizie del giorno

L'inchiesta sulle manganellate a Pisa. L'apertura dei magistrati all'ipotesi amnestia. Il futuro dei lavoratori ex Ilva. La speranza di un cessate il fuoco a Gaza che si allontana. I fatti da conoscere

Zelensky: «Perdere contro la Russia equivarrebbe alla morte»
Per l'Ucraina perdere il conflitto contro la Russia del presidente Vladimir Putin "equivarrebbe alla morte". Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel corso di una intervista concessa all'emittente televisiva Cnn a due anni dall'inizio del conflitto. «Oggi è lo stesso», ha detto il presidente ucraino, richiamando una dichiarazione analoga formulata in precedenza. Secondo il presidente ucraino, l'obiettivo di Putin «è uno solo: ucciderci, uccidere il nostro popolo». L'assistenza economica e militare degli Stati Uniti, a rischio a causa della mancata approvazione da parte del Congresso federale Usa di un pacchetto di rifinanziamento da 60 miliardi di dollari, sarà determinante per stabilire l'andamento del conflitto in Ucraina, ha ammonito Zelensky, aggiungendo che senza aiuti Kiev non condurrà alcuna offensiva militare nel corso del 2024.

 

Biden: «Spero in un cessate il fuoco entro lunedì». Hamas: «Parole premature» 
Il presidente Joe Biden ha detto lunedì che spera che un cessate il fuoco tra Israele e Hamas possa entrare in vigore all'inizio della prossima settimana, in modo da mettere in pausa le ostilità e consentire il rilascio degli ostaggi rimanenti. Alla domanda su quando pensava che potesse iniziare, Biden ha detto: «Spero entro l'inizio del fine settimana. Alla fine del fine settimana. Il mio consigliere per la sicurezza nazionale mi dice che siamo vicini. Siamo vicini. Noi non abbiamo ancora finito. La mia speranza è che entro lunedì prossimo avremo un cessate il fuoco». Biden ha commentato a New York dopo aver registrato un'apparizione nel programma della Nbc "Late Night With Seth Meyers". Un funzionario di Hamas ha dichiarato a Reuters che i commenti del presidente americano sono prematuri e non corrispondono alla situazione reale sul terreno perché ci sono "ancora grandi lacune da colmare" prima che venga garantito un cessate il fuoco.

 

L'inchiesta sulle manganellati a Pisa: i pm puntano sulla catena di comando
I carabinieri del nucleo investigativo di Pisa hanno depositato oggi in procura un'informativa che si fonda sull'acquisizione dei video circolati sui social, ma anche sulle immagini della videosorveglianza urbana nei luoghi dove si sono verificate venerdì scorso le cariche della polizia al corteo studentesco pro Palestina. Anche a Firenze le immagini video sono già a corredo dell'inchiesta aperta oggi dalla procura per gli scontri tra la polizia e i manifestanti di un altro corteo per la Palestina, nel capoluogo toscano, più o meno nello stesso orario di Pisa; a Firenze le cariche ci sono state quando alcuni hanno tentato di forzare il tragitto preavvisato, per andare oltre, al consolato degli Stati Uniti.

Intanto a Pisa, l'attenzione della procura - che ha anche acquisito, inserendola nel fascicolo ancora senza ipotesi di reati né indagati, la relazione di servizio della questura -, in questa fase si concentra sulla catena di comando e su chi e perché abbia dato l'ordine di caricare gli studenti. Ora sarà il procuratore facente funzioni, Giovanni Porpora, a decidere quali reati ravvisare e a chi assegnare l'inchiesta. Dal governo però il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, in un'informativa al Consiglio del ministri, spiega che «durante lo svolgimento del corteo, i manifestanti non hanno voluto fornire indicazioni su dove fossero diretti e si sono sottratti ai reiterati tentativi di mediazione da parte di personale della Digos, provando, nonostante gli ammonimenti da parte del dirigente del servizio e la richiesta espressa e ripetuta di non dirigersi in piazza dei Cavalieri, di forzare il blocco delle Forze di polizia e venendo volutamente a contatto con i reparti mobili». Comunque sia, ha detto Piantedosi, i video girati dalla Digos durante la manifestazione «al momento sono a disposizione della magistratura e non sono divulgabili».

 

Adolfo Urso: «Garantiremo risorse per la messa in sicurezza dell'ex Ilva»
«La sicurezza ambientale per noi è fondamentale e con essa la sicurezza del lavoro. Per questo metteremo in condizione il commissario di avere presto quelle risorse finanziarie che servono alla manutenzione degli impianti perché vanno fatte le manutenzioni e come sapete con il decreto legge che abbiamo realizzato ormai è obbligatorio mantenere al lavoro i manutentori». Lo ha dichiarato il ministro delle imprese e made in Italy Adolfo Urso parlando con lavoratori dell'ex Ilva e i sindacati dopo aver visitato gli impianti dello stabilimento di Taranto. «I primi lavoratori - ha proseguito - che devono essere in fabbrica sono quelli che garantiscono la sicurezza degli impianti e quindi del lavoro. Nel contempo garantiremo le risorse necessarie per la manutenzione e il rilancio produttivo del sito di Taranto e di quelli a esso collegati. Mi riferisco a Novi Ligure, a Genova, a Racconigi, dove mi recherò nei prossimi giorni per incontrare anche lì i lavoratori di Acciaierie d'Italia e dell'indotto. Noi crediamo fortemente che occorre rilanciare da subito la produzione per poi, come abbiamo detto e così faremo, realizzare delle procedure pubbliche per consentire ad altri investitori di poter scommettere davvero su questo impianto»

 

Carcere. Santalucia (Anm): «Servono soluzioni. D'accordo sull'amnistia»
«Le soluzioni per riportare il carcere ad una condizione di accettabilità democratica possono essere le più varie. Non escludo che l'Associazione nazionale magistrati possa impegnarsi anche in qualche proposta, che però per ora non è stata pensata. È mia modesta opinione che non ci siano oggi le condizioni per il varo di un provvedimento di clemenza, che richiede maggioranze parlamentari qualificate» ma «a titolo personale, per quel poco o nulla che può valere, non ho contrarietà pregiudiziali a misure di clemenza ben calibrate, che tengano sapientemente conto della diversa gravità dei reati e che, per la loro eccezionalità, non possono essere considerati una sorta di fallimento della giustizia». Così, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, in una intervista a Il Dubbio, in merito della proposta di AreaDg a favore di provvedimenti di amnistia e indulto per i reati meno gravi.

Inoltre, a proposito delle indiscrezioni del Fatto Quotidiano secondo cui il Governo vorrebbe bandire un concorso straordinario in magistratura riservato agli avvocati con almeno dieci anni di esperienza, annuncia: «Siamo pronti a mobilitarci». Non manca un passaggio sui fatti di Pisa: «Non esprimo giudizi, soltanto forte preoccupazione» e «auspico, ma non ho ragioni per dubitare che ciò non sia, una unanime condivisione dei principi che il Presidente della Repubblica ha magistralmente ricordato in quel breve ma efficacissimo messaggio».

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