Il paradossale scandalo sul filmato diffuso negli ambienti della squadra di calcio ha messo in luce ancora una volta tutto il doppiopesismo e la falsità del nostro dibattito pubblico

Quanta ipocrisia. Ce n’è a valanghe nella storia successa nell’A.S. Roma, legata allo scandalo di un video hot diffuso in Rete. Ormai due anni fa, un giovane giocatore della società chiede in prestito il telefono a una dipendente con la scusa di dover chiamare il suo procuratore. Appartato, riesce a “smanettare” nel cellulare, trova un video che i giornali definiscono «intimo», probabilmente una scena di sesso tra lei e il suo compagno che è anche un suo superiore sul lavoro. Il giocatore si inoltra il video, ovvero lo ruba, e già di per sé questo è un gesto pessimo, ma poi riesce a fare di peggio: lo divulga ai compagni di squadra fino a farlo diventare virale in quel mondo di oscenità che possono essere le chat tra idioti.

 

Per mesi la coppia è oggetto di frecciatine squalificanti di cui non capisce l’origine, poi a novembre del 2023 viene convocata per un chiarimento dalla società. C’è anche il ladro che confessa in lacrime. Le voci dicono che il video sia ambientato in uno degli uffici della società e che, sul finale, i due amanti parlino di una eventuale promozione della donna. I due dipendenti hanno perso il posto e l’avvocato dell’A.S. Roma ha diffuso un comunicato in cui dice che il loro ruolo è incompatibile con un ambiente sereno di lavoro, in quanto il video «è stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori della società». 

 

Due pesi e due misure legati dall’ipocrisia. La coppia è violata nella propria intimità con un danno che potrebbe costare tanto in termini psicologici (ricordate la storia di Tiziana Cantone?); il giocatore è protetto con la logica omertosa del lavare i panni sporchi in famiglia. Ma la ciliegina sulla torta sono quelli che potrebbero essere turbati dal lavorare con una coppia che ha ripreso una scopata. Per quelli non c’è speranza, sono solo dei bacchettoni.