Nonostante il vento abbia reso più difficile la navigazione, l’imbarcazione Madleen appartenente all’organizzazione Freedom Flotilla Coalition è partita nel pomeriggio di venerdì dal porto di Augusta in direzione Catania, per poi proseguire il suo viaggio con l’obiettivo di forzare il blocco israeliano e portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese a Gaza. La missione rappresenta un nuovo tentativo di raggiungere Gaza da parte dell’organizzazione internazionale attiva dal 2008 a sostegno della causa palestinese. Nella notte del 2 maggio una delle loro imbarcazioni è stata colpita da due droni mentre si trovava in acque internazionali a pochi chilometri dalle coste maltesi in preparazione della partenza verso l’enclave.
“Israele non ha rivendicato l’attacco. Ha scelto di non rispondere alle richieste di alcuni giornalisti, ma in questi casi non esprimersi, vuol dire esprimersi”, dice a L'Espresso Yasemin Acar, membro del comitato direttivo e portavoce della Freedom Frotilla Coalition. “Ero a Malta per preparare gli aiuti da imbarcare quando è accaduto. Poco dopo la mezzanotte abbiamo ricevuto la comunicazione che la nostra nave era stata attaccata e che alcuni membri dell’equipaggio erano feriti”, spiega.
Secondo il sito di tracciamento del traffico aereo Ads-B Exchange, citato dalla Cnn, nella stessa giornata veivoli militari israeliani avevano volato a bassa quota sulla parte orientale di Malta per poi rientrare circa sette ore più tardi. “Adesso invece Israele ha minacciato di colpire l’imbarcazione con dei torpedo”, continua Acar, riferendosi all’ordigno subacqueo dotato di testata esplosiva.

Già nel 2010 una delle imbarcazioni della Freedom Frotilla impegnata a portare aiuti umanitari verso Gaza era stata attaccata dalle forze militari israeliane provocando dieci morti. “Salpiamo oggi anche per onorare la memoria di chi ha perso la vita quindici anni fa in questo giorno” ha detto a L'Espresso Thiago Avila, organizzatore e portavoce della missione.
Come dichiara Avila, la missione dell’organizzazione internazionale è quella di aprire un corridoio umanitario verso la Palestina. “Trasportiamo cibo, latte in polvere, protesi. Non è molto, ma dimostriamo che quello che facciamo non è solo legale, ma è anche necessario”, sottolinea. “In Italia l’imbarcazione è stata ispezionata dalla guardia costiera, dalla polizia e dai servizi segreti che si sono identificati come tali”, continua Avila. “Finora le autorità italiane si sono dimostrate collaborative”, aggiunge.

L’ultima volta che una nave della Freedom Frotilla è riuscita a superare il blocco israeliano e arrivare a Gaza era il 2008. Come raccontano alcuni membri dell’equipaggio, anche in quell’occasione Israele tentò di impedire l’attracco.
Lo yacht, battente bandiera britannica, partirà domenica con a bordo, oltre ai rappresentanti di Freedom Flotilla provenienti da diverse parti del mondo, anche l’attivista Greta Thunberg e l’europarlamentare Rima Hassan Mobarak.

“Non possiamo scegliere quali diritti umani sostenere, bisogna essere attivamente solidali con tutti i popoli oppressi e colonizzati del mondo. Anche se le probabilità sono contro di noi, nel momento in cui smettiamo di provarci perdiamo la nostra umanità”, ha detto Thunberg a L'Espresso.