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Mafia e voto di scambio: 11 arresti in Sicilia. Sospeso il vicegovernatore della Lega

di Simone Alliva   17 aprile 2024

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I rilievi del ministero dell'Ambiente sul progetto del Ponte dello Stretto. Gli Stati Uniti impongono nuove sanzioni all'Iran. La Germania fa pressione sulla Cina per intervenire su Putin. I fatti del giorno da conoscere

Sicilia, voto di scambio e corruzione: sospeso vice governatore della Regione           
Undici ordinanze di misura cautelare nei confronti di 11 persone tra esponenti politici, funzionari comunali e imprenditori accusati, a vario titolo, di scambio elettorale politico - mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Tra gli arrestati il sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando. Ai domiciliari il suo oppositore politico, Mario Ronsisvalle. Indagato per corruzione e sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno il vice presidente della Regione, Luca Sammartino, oggi esponente della Lega e in passato già esponente di Udc, Pd e Italia viva.

Il provvedimento è stato emesso nell'ambito di indagini del nucleo investigativo dei Carabinieri del comando provinciale di Catania condotte tra il 2018 e il 2011 e coordinate dalla Procura distrettuale etnea. Dall'inchiesta, denominata Pandora, emergerebbero accordi illeciti tra alcuni amministratori del Comune di Tremestieri Etneo ed elementi vicini alla cosca mafiosa Santaopaola-Ercolano, riguardanti l'elezione nel 2015 dell'attuale sindaco Santi Rando, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata.

Ulteriori indagini avrebbero fatto luce su quella che la Procura definisce "la successiva 'degenerazione affaristica' dell'Ente, messa in atto dai funzionari infedeli mediante numerose corruttele, per concedere permessi e assegnare lavori agli 'imprenditori amici'".

 

Gli Usa impongono nuove sanzioni contro l'Iran
Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni conto l'Iran dopo l'attacco a Israele. Lo ha annunciato il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan. «A seguito dell'attacco senza precedenti dell'Iran contro Israele, il presidente Biden si è coordinato con gli alleati e i partner del G7 per imporre nuove sanzioni», si legge nella nota di Sullivan. Le misure colpiranno in particolare «il programma missilistico e di droni, le entità che sostengono il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e il ministero della Difesa iraniano». Gli Stati Uniti, inoltre, «continueranno a lavorare attraverso il Dipartimento della Difesa e il Comando Centrale per rafforzare ed espandere ulteriormente la difesa aerea e missilistica in tutto il Medio Oriente e non esiteranno ad agire, in coordinamento con alleati e partner in tutto il mondo, per ritenere il governo iraniano responsabile delle sue azioni dannose e destabilizzanti». 

 

Birmania: scarcerata Aung San Suu Kyi. Sarà trasferita a casa 
L'ex capo del governo birmano Aung San Suu Kyi, incarcerata dal colpo di stato del 2021, è stata portata fuori dalla sua cella e trasferita in una casa: lo riferisce l'AFP da fonte ufficiale. La stessa fonte non ha specificato se si tratti di arresti domiciliari o di riduzione della pena, ma secondo il portavoce della giunta Zaw Min Tun, il premio Nobel per la pace, 78 anni, dovrà «ricevere cure a causa dell'ondata di caldo».

Il portavoce della giunta birmana Zaw Min Tun ha affermato che il caldo ha spinto le autorità ad adottare misure per proteggere i detenuti vulnerabili. «Non solo Daw Aung San Suu Kyi e U Win Myint, ma anche alcuni vecchi prigionieri hanno ricevuto le cure necessarie a causa del clima molto caldo», ha detto Zaw Min Tun all'AFP. I media locali hanno riferito che durante il processo durato mesi, Suu Kyi aveva sofferto di vertigini, vomito e talvolta non era stata in grado di mangiare a causa di un'infezione ai denti. Suo figlio Kim Aris ha detto all'AFP a febbraio che era ancora detenuta in un complesso appositamente costruito nella capitale militare Naypyidaw.

 

Ucraina: Scholz chiede a Xi pressioni su Putin. Da Pechino 4 principi per pace 
Nessun impegno ufficiale, ma la conferma di una disponibilità a portare avanti "colloqui di pace" tra le parti. È quanto è emerso dall'incontro a Pechino tra il presidente cinese, Xi Jinping e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Nel suo vertice con Xi, durato oltre tre ore, Scholz ha spiegato di aver chiesto al presidente cinese di "esercitare pressioni" sulla Russia perché il presidente russo Vladimir Putin "ritiri le sue truppe" e "ponga fine" alla guerra in Ucraina. "La parola della Cina ha un peso in Russia", ha affermato il capo del governo tedesco. Per quanto riguarda il coinvolgimento di Pechino nel processo di una "pace giusta" per l'Ucraina, Scholz ha sottolineato di aver concordato con Xi di sostenere la conferenza di pace promossa dalla Svizzera. "Cina e Germania vogliono coordinarsi in modo intenso e positivo per promuovere l'organizzazione di una conferenza di alto livello in Svizzera e future conferenze internazionali sulla pace", ha spiegato ancora il cancelliere. Al momento, non è chiaro se la Cina intenda però partecipare all'eventuale conferenza in Svizzera. "La Cina incoraggia e sostiene tutti gli sforzi che contribuiscono alla risoluzione pacifica della crisi e sostiene la convocazione, a tempo debito, di una conferenza di pace internazionale riconosciuta da Russia e Ucraina, con pari partecipazione di tutte le parti e un'equa discussione di tutte le opzioni di pace", ha affermato Xi, che ha anche esposto quattro principi per evitare l'escalation della guerra. È necessario dare maggiore priorità alla pace e alla stabilità invece di perseguire "i nostri interessi egoistici", ha affermato il leader cinese. Inoltre, dovrebbero essere compiuti maggiori sforzi per alleviare la situazione "invece di aggiungere benzina sul fuoco". In terzo luogo, sono necessarie le condizioni per il ripristino della pace. Xi ha chiesto anche maggiori sforzi per ridurre gli impatti negativi sull'economia globale a beneficio della stabilità delle catene industriali e di fornitura globali. Sulla possibilità di vedere la Cina protagonista nella conferenza di pace in Svizzera si è espresso anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo cui un "ruolo attivo" di Pechino può "accelerare" gli sforzi verso una "pace giusta". Allo stesso tempo, Zelensky non ha mancato di evidenziare in modo polemico come gli alleati abbiano "difeso Israele anche se non è nella Nato". Per il presidente ucraino, l'intervento in difesa di Israele dopo l'attacco iraniano, dimostra che anche l'Ucraina può ricevere determinati armamenti senza che "la Nato venga trascinata nella guerra". Il leader ucraino ha anche criticato gli Stati Uniti e, in particolare, lo speaker repubblicano della Camera statunitense Mike Johnson, per la proposta di mettere ai voti in diversi progetti di legge gli aiuti per Israele e quelli per l'Ucraina. Il Congresso degli Stati Uniti potrebbe così approvare nuovi aiuti a Tel Aviv, ma non a Kiev. "È una vergogna per il mondo. Ed è una vergogna per la democrazia e per tutti coloro che parlano solo di democrazia", ha commentato Zelensky.

 

Ponte sullo Stretto, i dubbi del Ministero dell'Ambiente
Il ministro Matteo Salvini lancia la Conferenza dei servizi sul Ponte sullo Stretto, per avviare entro l'estate i cantieri della sua opera-bandiera. Ma il primo sgambetto arriva proprio da un altro ministero, quello dell'Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto Fratin di Forza Italia. Alla prima riunione della Conferenza dei servizi, che riunisce tutti i soggetti interessati per sveltire le procedure (imprese, Ministeri, enti locali), il Mase ha chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.a. ben 239 integrazioni di documenti. Per il ministero, la documentazione presentata dalla concessionaria è superficiale, insufficiente e non aggiornata, e va approfondita su tutti i fronti. I tecnici della Commissione Via-Vas, quelli che devono fare la valutazione di impatto ambientale dell'opera, in 42 pagine di relazione hanno chiesto nuove informazioni praticamente su ogni aspetto del progetto.

Le richieste di integrazione di documenti riguardano la compatibilità coi vincoli ambientali, la valutazione dei costi e benefici, la descrizione di tutti gli interventi previsti, il sistema di cantierizzazione, la gestione delle terre e rocce di scavo. Il Mase chiede dati più approfonditi e aggiornati sul rischio di maremoti, sull'inquinamento dell'aria, sull'impatto del Ponte sull'ambiente marino e di terra e sull'agricoltura, sulle acque, sui rischi di subsidenza e dissesto, sulla flora e sulla fauna, sul rumore e i campi magnetici, sulle aree protette di rilevanza europea Natura 2000.

Le associazioni ambientaliste come Wwf e Legambiente e i comitati locali anti-Ponte parlano di "passo falso" e di "farsa", e ribadiscono "il progetto non sta in piedi". Ma sono soprattutto le opposizioni a cavalcare la vicenda. Per Marco Simiani del Pd, "il ministero dell'Ambiente sconfessa clamorosamente Matteo Salvini, bloccando di fatto il progetto". Proprio il leader della Lega era assente alla Conferenza dei servizi, che si è tenuta al suo ministero delle Infrastrutture. "Dal ministero dell'Ambiente arriva un macigno sul progetto del Ponte sullo Stretto", commenta il leader Cinquestelle Giuseppe Conte, che parla di "un progetto vecchio, risalente al 2011/2012, pieno di falle sul piano ingegneristico, ambientale, trasportistico e finanziario". Angelo Bonelli di Avs rincara la dose: "La commissione tecnica Via del Ministero dell'Ambiente ha demolito il progetto definitivo sul Ponte. Ma esiste un progetto definitivo? O quello che avete presentato è quello di 15 anni fa, che era stato bocciato nel 2012 dal ministero dell'Ambiente?".

Mentre il Codacons chiede l'intervento della Corte dei Conti, l'amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non si mostra preoccupato per le osservazioni del Mase: "Sono richieste congrue, data l'entità dell'opera. In 30 giorni daremo tutti i chiarimenti richiesti". Il ministro Gilberto Pichetto si trova all'improvviso in una posizione scomodissima, con gli uffici del suo ministero che bastonano un progetto che è il cavallo di battaglia di un suo collega. "Con queste istanze abbiamo dato via alla procedura di valutazione di impatto ambientale", commenta asettico. La richiesta di integrazioni "è atto tipico della prima parte di ogni procedimento di valutazione di impatto ambientale". Per il Ponte "si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi di Ispra e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, ad esprimersi". "Le richieste della Commissione Via-Vas del Mase non rappresentato assolutamente una bocciatura del Ponte sullo Stretto, ma sono legittime integrazioni proporzionate ad un progetto enorme - ha commentato Matilde Siracusano, sottosegretario di FI ai Rapporti con il Parlamento - Ho sentito il ministro Pichetto e anche Pietro Ciucci, e non ci sono criticità"