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Uccidere Zelensky come "regalo" per l'insediamento di Vladimir Putin: sventato attentato in Ucraina

di Simone Alliva   8 maggio 2024

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L'annuncio dei servizi segreti di Kiev sul piano di alcuni agenti per uccidere il presidente, la situazione al valico di Rafah, gli arresti in Liguria e la polizia americana replica sul caso Falcinelli. I fatti del giorno da conoscere

Ucraina: 007 di Kiev sventano attentato a Zelensky
L'eliminazione di Zelensky come "regalo" a Putin per l'insediamento. Sarebbe stato questo l'obiettivo di una rete di agenti russi che tramava per uccidere il presidente ucraino, secondo il servizio di sicurezza ucraino Sbu che ha scoperto il piano. L'operazione di controspionaggio ha portato all'arresto di due colonnelli ucraini, accusati di alto tradimento e favoreggiamento di un attacco terroristico per aver collaborato con i servizi russi. Oltre a Zelensky, il piano prevedeva anche l'eliminazione del capo del servizio di sicurezza ucraino Vasyl Malyuk, del capo della direzione principale dell'intelligence Kyrylo Budanov e altri funzionari di alto rango.

A Mosca l'insediamento è avvenuto senza scossoni, ma ha fatto discutere la presenza di rappresentanti di alcuni paesi europei nonostante la linea di Bruxelles fosse quella di disertare la cerimonia. «Dopo molte discussioni con gli Stati membri, ho inviato loro un messaggio dicendo che, a mio avviso, la cosa giusta da fare è non partecipare», ha rimarcato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, perché «di fronte a un condannato dalla Corte penale internazionale», «eletto con elezioni che contestiamo perché non sono state né libere né giuste», la presenza al Cremlino sarebbe stata «una chiara contraddizione».

Alla fine, l'Ue non ha mandato il suo ambasciatore, ma alcuni Stati membri hanno deciso in autonomia, come gli compete, e hanno inviato i loro rappresentanti diplomatici. «È estremamente deplorevole che Francia, Ungheria, Slovacchia, Grecia, Cipro e Malta abbiano scelto di presenziare all'insediamento di un criminale di guerra. Putin è un presidente illegittimo dopo la parodia di un processo 'elettorale', che non rispetta gli standard democratici», rimarca il portavoce per gli affari esteri del Partito popolare europeo, Michael Gahler. Putin, dopo aver giurato sulla Costituzione come presidente per la quinta volta, si è detto «fiducioso che supereremo con dignità questo periodo difficile e pieno di pietre miliari, diventeremo ancora più forti. Non rifiutiamo il dialogo con i Paesi occidentali. La scelta è loro», ha poi lanciato l'amo, ribaltando le accuse contro l'Occidente che «cerca di frenare lo sviluppo della Russia, perseguire una politica di aggressione e di pressione incessante sul nostro Paese». Putin «non è un capo di Stato nel senso che diamo a questa carica nel 21esimo secolo. Sia per quanto riguarda la percezione interna che il suo comportamento e metodo di lavoro, è il capo di un gruppo mafioso», ha tuonato l'attivista dell'opposizione russa in esilio Mikhail Khodorkovsky in un'audizione alla Camera. Per l'oppositore, in vista dei negoziati con l'Ucraina, Putin «porterà avanti un'ulteriore escalation per alzare la posta in gioco e fare pressioni» e questo «è legato in primis all'esercitazione delle forze nucleari al confine con l'Ucraina, insieme alle maggiori attività dei servizi speciali russi all'estero con azioni di sabotaggio».

Israele prende il valico di Rafah, Gaza è isolata
L'esercito israeliano ha preso il controllo a Gaza del valico di Rafah con l'Egitto con un'operazione fulminea, isolando di fatto la Striscia dove, oltre Rafah, sono chiusi anche il valico di Erez (al nord) e quello di Kerem Shalom (a sud), colpito nei giorni scorsi da Hamas con il tiro dei mortai. Il valico di Rafah è praticamente l'unico punto di uscita da Gaza verso il mondo esterno, dove finora sono transitati aiuti e persone evacuate verso il Sinai egiziano.

Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha intimato a Israele di riaprire "immediatamente" tutti i valichi, così come hanno fatto gli Stati Uniti. Il portavoce della sicurezza nazionale, John Kirby, ha affermato che Washington "esige che ciò accada" il prima possibile. Cominciata con intensi combattimenti di terra nella parte est della città, l'operazione dell'Idf è terminata ieri mattina con l'arrivo dei tank della 410/esima brigata corazzata al valico, dove è stata issata la bandiera israeliana. L'esercito ha affermato che, in base a informazioni di intelligence, il valico di Rafah «era usato a scopi terroristici- ha spiegato il portavoce militare - è stata avviata una precisa operazione di antiterrorismo in base a informazioni di intelligence per eliminare i terroristi di Hamas e smantellare le strutture di Hamas nelle specifiche aree della parte est della città». Poi ha confermato «l'uccisione, durante l'operazione, di 20 miliziani e l'individuazione di 3 imbocchi di tunnel di Hamas».

Media arabi e l'agenzia palestinese Wafa hanno riferito che la notte di lunedì almeno "20 persone sono state uccise su Rafah, compresi donne e bambini" nei raid israeliani. L'ingresso di Israele a Rafah ha provocato la reazione americana, con Washington che ha ribadito di essere contraria alla manovra militare. «Biden lo ha ridetto a Netanyahu nel colloquio di ieri», ha spiegato Kirby aggiungendo che gli Stati Uniti «monitorano la situazione con molta attenzione».

Il presidente palestinese Abu Mazen ha fatto appello proprio agli Usa «per impedire alle autorità di occupazione israeliane di invadere Rafah e sfollarne i cittadini». L'operazione a Rafah è scattata poche ore dopo che il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha annunciato, a sorpresa, che la fazione islamica avrebbe accettato la proposta di mediazione per la tregua di Qatar e Egitto. Bozza di accordo che Israele ha definito "inaccettabile" e nella quale ha detto di non riconoscersi, accusando Washington di non averlo informato sull'ultima versione.

L'ingresso a Rafah - di cui Hamas e Israele danno opposte chiavi di lettura - non ha tuttavia impedito alle parti di tornare al Cairo per riprendere i negoziati, sotto la spinta degli americani presenti con il capo della Cia William Burns e dei mediatori. «La proposta di Hamas - ha denunciato il premier Benyamin Netanyahu - mirava a sabotare l'operazione a Rafah. Non è successo. L'ingresso a Rafah serve a due principali obiettivi di guerra: il ritorno dei nostri ostaggi e l'eliminazione di Hamas».

Israele, ha avvertito il primo ministro, non cederà al Cairo «sul rilascio degli ostaggi e sui requisiti essenziali per la sicurezza dello Stato». "L'occupazione di Rafah - ha commentato invece Hamas - conferma l'intenzione delle forze di occupazione di interrompere gli sforzi di mediazione per il cessate il fuoco e il rilascio dei prigionieri". Poi ha definito il round di colloqui nella capitale egiziana come "l'ultima possibilità" per Israele di recuperare gli ostaggi. Le posizioni tra le parti sono distanti, secondo alcune fonti informate sentite dalla Cnn, almeno su tre punti: i detenuti palestinesi, gli ostaggi israeliani da rilasciare e la fine della guerra. La fazione islamica sarebbe pronta a rilasciare 33 ostaggi "vivi o morti", solo 18 invece nel caso in cui Israele non dovesse accettare la fine della guerra.

Usa: "Riconosciamo preoccupazioni Italia per Falcinelli"
«Riconosciamo le preoccupazioni sollevate dal governo italiano e dalla famiglia Falcinelli sulle circostanze dell'arresto di Matteo Falcinelli a Miami. Ci risulta che la polizia di Miami abbia aperto un'indagine interna su questo caso. Continueremo a monitorare questi sviluppi»: lo ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano all'Ansa, rispondendo a una domanda sull'arresto violento dello studente italiano a Miami. È la prima reazione ufficiale del governo Usa dopo le polemiche sul caso. Il Dipartimento di Stato americano, ha spiegato il suo portavoce, «lavora diligentemente per garantire che le forze dell'ordine statunitensi rispettino i loro obblighi legali in materia di notifica e accesso consolare quando cittadini stranieri sono detenuti negli Stati Uniti, in conformità con la legge nazionale applicabile e in conformità con gli obblighi internazionali, nello stesso modo che ci aspettiamo che i governi stranieri trattino i cittadini statunitensi all'estero».

Chi sono gli indagati nell'inchiesta di Genova che ha portato all'arresto di Giovanni Toti
Sono dieci gli indagati, raggiunti da provvedimenti cautelari di diverso tipo, nell' inchiesta della Dda di Genova che ha travolto il governatore della Liguria Giovanni Toti. Si tratta di persone del suo stretto entourage, imprenditori, e anche anelli di collegamento con Cosa Nostra. Nei loro confronti, sono state emesse misure cautelari e reali dal gip del Tribunale del capoluogo ligure, eseguite dalla Guardia di Finanza, in base a diverse ipotesi di reato. A richiederle è stata la Procura di Genova, lo scorso 27 dicembre. Ecco quanto risulta dalla nota di oggi della Procura genovese. 

Giovanni Toti. Il presidente della Regione Liguria è accusato di corruzione per l'esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d'ufficio, per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari. 
Paolo Emilio Signorini. Ex presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, è accusato di corruzione per l'esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d'ufficio. A suo carico è stata disposta la misura restrittiva più severa, quella della custodia cautelare in carcere. 
Aldo Spinelli. Imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini e del presidente della Regione Liguria. Arresti domiciliari anche per lui. 
Roberto Spinelli. Figlio di Aldo, e come lui è imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria. Gli è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale. 
Mauro Vianello. Imprenditore operante nell'ambito del Porto di Genova, è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini, anche a lui è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale. 
Francesco Moncada. Consigliere di amministrazione di Esselunga, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria. Come per Spinelli jr e Vianello, a suo carico la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale. 
Matteo Cozzani. Capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria, è accusato di corruzione elettorale, con l'aggravante mafiosa di aver agito in favore di Cosa Nostra, in particolare a vantaggio del clan Cammarata del 'mandamento' di Riesi (Caltanissetta) con proiezione nella città di Genova, è accusato anche di corruzione per l'esercizio della funzione. per lui gli arresti domiciliari. 
Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa. I due fratelli sono accusati di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, entrambi sono sottoposti all'obbligo di dimora nel Comune di Boltiere (Bergamo). Alle regionali in Liguria del 20 e 21 settembre 2020, avrebbero promesso posti di lavoro per far convogliare i voti degli elettori, appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani, verso la lista 'Cambiamo con Toti Presidente' e verso il candidato Stefano Anzalone, indagato ma non colpito da 'misure'. Iscritti a Forza Italia, sono stati sospesi dal partito. Arturo Testa lavora al Consiglio regionale della Lombardia come collaboratore del gruppo di FI. 
Venanzio Maurici. Ex sindacalista della Cgil in pensione, è accusato di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata di Riesi con proiezione su Genova, è destinatario dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La Cgil lo ha sospeso. 
Nei confronti di Signorini e di Spinelli padre e figlio, il gip ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati.