L'invasione dei turisti che cambia le città. Il progetto di rifondazione di Conte. La caccia ai magnifici sette per la campagna elettorale Usa. Le aziende pubbliche, cuccagna per gli investitori stranieri. Il dolore utile di Cameron. E come sempre molto altro

L’invasione turistica rende insostenibile la vita nelle città d’arte e nelle località balneari. Affitti alle stelle, servizi e trasporti al collasso. I residenti in rivolta invocano regole, ticket e numero chiuso. Ma l’avanzata dei vacanzieri è inarrestabile. Della pressione dei visitatori che stravolge il tessuto urbano in Italia scrive Leonardo Pini nell’articolo che apre L’Espresso di questa settimana. Mentre Daniele Mastrogiacomo fa un punto sull’overtourism nel mondo: dalla Thailandia al Perù scattano le misure drastiche.

 

«Il futuro del turismo passa per un equilibrio delicato tra accoglienza e sostenibilità», chiarisce il direttore Emilio Carelli nell’editoriale: «È una sfida che richiede l’impegno di tutti: governi, amministrazioni locali, imprenditori del settore turistico e cittadini. Solo così potremo garantire che il viaggio resti un’esperienza arricchente per tutti, senza compromettere la qualità della vita nelle nostre città».

 

M5S cambia ma non sarà un partito
Col Pd c’è dialogo e competizione. Non c’è bisogno di Renzi per il nostro campo largo. Il superbonus edilizio l’ha voluto anche Meloni: Giuseppe Conte a colloquio con Emilio Carelli racconta il progetto di rifondazione del Movimento, nell’articolo che apre la Politica.

 

Si è aperta la caccia ai magnifici sette
Arizona, Nevada, Carolina del Nord, Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin: dei sette Stati decisivi per la vittoria alle presidenziali Usa, dove si svolgerà il 90 per cento della campagna elettorale, scrivono Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni da New York, nell’articolo che apre gli Esteri de L’Espresso.

 

Aziende pubbliche per i fondi una cuccagna
Autostrade per Blackstone e Macquarie e la rete Tim per Kkr si sono rivelati ottimi affari. Un po’ meno buoni per lo Stato che chiama investitori stranieri anche quando non c’è bisogno. Fa il punto Carlo Tecce per aprire la sezione Economia.

 

Cameron: Quel dolore mi è stato utile
«Sapere che il dolore di oggi è, per certi versi, molto simile a quello che abbiamo già sperimentato e superato in passato è uno strumento fondamentale per vivere bene il presente e il futuro». Così Peter Cameron, tra gli scrittori statunitensi più apprezzati al mondo, si racconta a colloquio con Mattia Insolia nell’articolo che apre la Cultura del nostro settimanale.

 

E poi “La supediga non ferma i problemi” di Gianfrancesco Turano, “La polveriera libanese” di Marina Pupilla, “Sistema nuovo, agricoltori senza fondi” di Gloria Riva. E come sempre molto altro: approfondimenti, inchieste, rubriche, sguardi critici e punti di vista sulla realtà vi aspettano in edicola e online.