È la terza operazione orchestrata dai militari italiani, che hanno intercettato i richiedenti asilo in acque internazionali

Riprende la spola con la costa albanese per trasferire i migranti che provavano a raggiungere l'Italia. Quarantanove persone, intercettate in acque internazionali, sono state accompagnate a bordo della nave Cassiopea della Marina militare al porto di Shengjin. Si tratta di migranti provenienti prevalentemente da Bangladesh, Costa d'Avorio, Egitto e Gambia. Dopo lo sbarco, è previsto il trasferimento al centro di accoglienza di Gjader, a circa 22 chilometri di distanza dal porto di Shengjin. Quella di oggi, 28 gennaio, è la terza operazione di questo tipo svolta dai militari italiani. Le due precedenti di ottobre e novembre 2024 sono state rese nulle dalla decisione del tribunale di Roma, che ha bloccato i trattenimenti. I migranti, allora, sono stati riportati in Italia.

 

Cosa succede ai migranti dopo lo sbarco

 

I migranti che vengono dirottati in Albania sono sottoposti a procedure di frontiera accelerate, previste per chi proviene dai cosiddetti Paesi sicuri e non ha con sé i documenti d'identità. La prima fermata è al porto di Shengjin, dov'è presente un hotspot gestito dall'Italia in cui vengono svolti i controlli sanitari. Nel caso in cui vengano riscontrate condizioni di rischio, i migranti vengono portati in Italia. A tutti vengono forniti indumenti nuovi e pasti, in attesa che si svolgano le prime pratiche per l'identificazione. Dopodiché, i migranti sono trasportati nel campo di Gjader. In una zona destinata all'accoglienza attendono l'esito della propria domanda di asilo. Se la richiesta viene respinta, i migranti vengono trasferiti nel Cpr all'interno del campo di Gjader, in attesa del rimpatrio. Nella struttura è stato allestito anche un piccolo carcere per coloro che commettono reati durante la permanenza nel centro.