Il proprietario di Facebook e Instagram, in un video, sostiene di voler ripristinare la "libertà di espressione" sulle piattaforme del gruppo. Tutte le sue ultime mosse sembrano tese a compiacere la prossima amministrazione Trump

"È tempo di tornare alle origini". Mark Zuckerberg appare in video per annunciare alcune novità nelle policy di Facebook e Instagram. Anzi, sono dei dietrofront quelli che il miliardario reintroduce con il fine, sostiene, di ripristinare "la libertà di espressione". Il proprietario di Meta, nella digressione, accusa i media tradizionali e i governi di aver voluto una censura sulle piattaforme social, "anche per ragioni politiche". Ma i sistemi sviluppati dalle società di Zuckerberg per proteggere gli utenti da contenuti falsi, violenti o che incitano l'odio, per sua stessa ammissione, commettono degli errori. Ed è successo che "milioni di persone hanno subito delle limitazioni" sulle proprie attività social. Oggi, afferma, "c'è troppa censura".

 

Zuckerberg non nasconde le ragioni politiche della scelta: "Le recenti elezioni statunitensi sono state un punto di svolta culturale verso la riconferma della libertà di parola". Dunque, la marcia indietro: "Rimpiazzeremo i fact checker con le note della community, simili a quelle di X" di Elon Musk. "I fact checker, semplicemente, sono stati troppo parziali dal punto di vista politico. Hanno distrutto più fiducia di quanta ne abbiano creata". Zuckerberg arriva a riconoscere una serie di sbagli. Tutto ciò per ingraziarsi la prossima amministrazione americana? Il fondatore di Facebook è esplicito: la sua azienda ha esagerato nel contrasto alla disinformazione, dopo la vittoria di Donald Trump nel 2016.

 

In quella che sembra una svolta a destra dell'ecosistema Meta vengono citati anche argomenti come identità di genere e immigrazioni. Secondo Zuckerberg è il momento di "sbarazzarsi di un sacco di restrizioni" su questo genere di contenuti, poiché "gli strumenti pensati per essere più inclusivi sono stati utilizzati sempre più per mettere a tacere le opinioni e le persone con idee differenti". La manovra di avvicinamento a Trump prevede anche un trasferimento dei dipendenti di Meta che si occupano di moderazione. I loro uffici saranno spostati dalla California in Texas, ovvero da uno Stato Democratico in uno storicamente Repubblicano, così da rimuovere ogni preoccupazione per eventuali "pregiudizi dei nostri team".

 

A ulteriore supporto della tesi che Zuckerberg stia cercando di compiacere l'amministrazione trumpiana c'è la nomina di Dana White, storico sostenitore del presidente eletto e numero uno dell'Ultimate Fighting Championship, come membro del consiglio d'amministrazione di Meta. Dal gruppo, inoltre, è arrivata una donazione pari a un milione di euro al fondo per la cerimonia di insediamento di Trump. Infine Zuckerberg assicura massima "collaborazione con il presidente Trump per contrastare i governi di tutto il mondo che minacciano le aziende americane".