Attualità
20 ottobre, 2025L'attivista a bordo della missione umanitaria ha presentato una denuncia alla procura di Roma. E chiede anche di accertare "eventuali responsabilità del governo italiano"
Antonio La Piccirella, uno degli attivisti italiani a bordo della Global Sumud Flotilla, ha denunciato le autorità israeliane per quanto avvenuto dopo l’abbordaggio e il trasferimento dei membri della missione umanitaria nel porto di Ashold. Nella denuncia sporta alla procura di Roma, competente per i fatti avvenuti contro connazionali avvenuti all’estero, si ipotizza anche il reato di “tortura”.
"Al porto si è perpetrata una completa violazione dei diritti umani — si legge nelle 17 pagine redatte dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, che difende La Piccirella —. I militari, armati, hanno identificato gli attivisti, circa 300, poi li hanno privati di tutti gli effetti personali, dopodiché li hanno perquisiti imprimendo gratuita violenza fisica, motivo per cui ad alcuni attivisti è stato rotto un braccio”. “I militari hanno ammanettato gli attivisti dietro la schiena con delle fascette di plastica molto strette e li hanno obbligato gli stessi a stare piegati, faccia a terra”, per poi portarli "verso un piazzale assolato" e, continua, "costringendo gli equipaggi a stare in ginocchio con i bagagli dietro le spalle e a guardare sempre in basso, impedendogli di muoversi e di parlare, dando dei colpi sulla testa a chi si rifiutava”.
Nella denuncia si fa anche riferimento al “cibo rancido” con “pezzi di metallo nel pane” che gli è stato dato nel trasferimento nelle celle. "Durante la prima notte — continua il legale — è stato privato del sonno, e sottoposto a pratiche della deprivazione sensoriale. Verso le 3 del mattino, il la Piccirella è stato nuovamente chiamato fuori la cella dove una donna, verosimilmente un funzionario dell'ambasciata italiana, gli ha nuovamente proposto, al cospetto anche di funzionari israeliani, che se avesse firmato il foglio che gli era stato sottoposto all'Ufficio Immigrazione, sarebbe stato rimpatriato la mattina seguente". La Piccirella ha nuovamente rifiutato di sottoscrivere il documento "in considerazione del fatto che la firma avrebbe significato una legittimazione a posteriore dei gravi reati di cui era stato vittima, perpetrati in acque internazionali per di più prospicienti la costa di Gaza, e quindi acque territoriali palestinesi, e non quella israeliana”.
La denuncia è contro le autorità israeliane, ma La Piccirella chiede ai pm romani di accertare anche "eventuali responsabilità del governo italiano per essersi sottratto all'obbligo giuridico di proteggere i propri cittadini, nella misura in cui già a Tunisi e a sud di Creta c'erano stati attacchi con i droni in conseguenza dei quali il governo aveva inviato a protezione una fregata - si legge-, e poi senza alcuna giustificazione, ovvero senza nemmeno arrivare in prossimità delle acque territoriali su cui Israele esercita illegalmente il blocco navale, lo stesso è venuto meno alla posizione di garanzia assunta, quando era ormai noto che Israele avrebbe agito nonostante le imbarcazioni fossero a 70/80 miglia marittime dalla costa”.
Già all’indomani del fermo e della successiva espulsione, sulla scrivania della procura di Roma erano arrivati diversi esposti — da parte degli attivisti, ma anche dei parlamentari a bordo della missione — che chiedevano ai magistrati di accendere un faro su quanto successo nei momenti e nei giorni successivi all’abbordaggio. Non è escluso che, nei prossimi giorni, i membri della Flotilla possano venire sentiti dalla procura guidata da Francesco Lo Voi.
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