Attualità
27 ottobre, 2025"Queste manifestazioni con centinaia e centinaia di persone, schierate come formazioni paramilitari, non sono meramente commemorative ma rappresentano un pericolo per l'ordinamento costituzionale"
Mera commemorazione o anche altro? Il nodo (giuridico) sui saluti romani è tutto qui. Soprattutto dopo la sentenza della Cassazione del gennaio 2024 che ha tentato di delineare, pur ancora con un margine d'incertezza, i confini penali del braccio teso. Una pronuncia con cui i giudici stanno facendo i conti nei diversi procedimenti aperti per le manifestazioni neofasciste che si susseguono in tutta Italia (l’ultima domenica 26 ottobre a Predappio, sulla tomba di Benito Mussolini, per commemorare l’anniversario della marcia su Roma).
"Accertata la matrice fascista del saluto romano, queste manifestazioni con centinaia e centinaia di persone, schierate come formazioni paramilitari, non sono meramente commemorative ma rappresentano un pericolo per l'ordinamento costituzionale e continuano a tenersi, una ce ne è stata non più tardi di ieri, e trovano terreno sempre più fertile”, è il cuore dell’intervento della sostituta procuratrice generale di Milano, Olimpia Bossi, nel processo d’appello a carico di 13 esponenti dell'estrema destra per i saluti romani del 29 aprile 2018. In quella data in cui si commemora Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso da un commando di Avanguardia Operaia nel ’75, ma che ormai è diventata il ritrovo nel neofascismo italiano (insieme ad Acca Larentia).
In primo grado, nel luglio 2023, i tredici imputati sono stati condannati a quattro mesi. E oggi la pg Bossi ha ribadito, davanti alla quarta penale della Corte d'Appello (presidente del collegio Vincenzo Tutinelli), la richiesta di conferma del verdetto del tribunale milanese per il reato di manifestazione fascista, previsto dalla legge Scelba.
"Non è vero che la Cassazione con la nota e recente sentenza abbia escluso la natura di reato del gesto, a differenza di alcune ricostruzioni mediatiche — ha sottolineato la pg Bossi —, ma ha spiegato che bisogna capire se quel gesto, per le modalità della manifestazione, sia tale da costituire un pericolo attraverso la propaganda di idee fasciste e queste manifestazioni, con strutture quasi militari, lo sono". Il bene "protetto è l'ordinamento costituzionale, che vieta la ricostituzione del partito fascista”.
Nel processo è parte civile l'Anpi con l'avvocato Federico Sinicato, che ha chiarito che "la norma vuole evitare queste manifestazioni in luogo pubblico che hanno la capacità di suggestionare terze persone". Per i legali degli imputati, tra cui gli avvocati Procaccini, Giancaspro e Radaelli, "è dal 76 che si tiene questa manifestazione per Ramelli e ci sono state più sentenze assolutorie negli anni: è sempre stata riconosciuta come manifestazione commemorativa".
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