Attualità
28 novembre, 2025L'attivista brasiliano è stato tra gli organizzatori della Flotilla: "I governi di estrema destra vogliono criminalizzare i movimenti sociali e i sindacati". Con lui nel capoluogo ligure anche Francesca Albanese e Greta Thunberg
Era passato solo qualche minuto dal check-in in albergo, quando Thiago Ávila, l’attivista brasiliano tra gli organizzatori della Global Sumud Flotilla, ha ricevuto visita. “Era la polizia di Giorgia Meloni”, ha raccontato lui stesso sui social. Era a Genova, dove oggi — 28 novembre — è in piazza contro la “finanziaria di guerra” e per la Palestina. In una grande manifestazioni dove, accanto ai portuali, stanno sfilando anche Greta Thunberg e Francesca Albanese.
“Ero tornato in stanza mentre gli altri stavano ancora cenando — ha spiegato ieri sera in un video postato sui suoi profili social —. Hanno bussato alla porta, pensavo fossero Greta (Thunberg, ndr) o altri. Hanno perquisito la mia stanza anche se non sono stati irrispettosi”. Ávila ha raccontato di essere stato trattato bene, ma volevano "sapere di più su cosa facessi qui e sul mio itinerario di viaggio in Europa”.
“I governi di estrema destra, che sono complici come l’Italia — ha aggiunto l’attivista brasiliano — hanno paura della propria gente e per questo cercano di criminalizzare i movimenti sociali e i sindacati”.
“In Italia impegnarsi per la Palestina significa diventare automaticamente un sospetto”, ha denunciato invece il giornalista de Il Manifesto Lorenzo D’Agostino, anche lui a bordo della Flotilla. D’Agostino, nel suo video su Instagram, cita anche il provvedimento di espulsione che pochi giorni fa è stato recapitato all’imam di Torino Mohamed Shahin, accusato dal Viminale di avere “un ruolo di rilievo in ambienti dell’Islam radicale”.
Per D’Agostino, invece, il provvedimento è arrivato perché “in una manifestazione a ottobre, mentre molti partecipanti alla Flotilla erano ancora detenuti in Israele, Shahin ha osato dire che il 7 ottobre non è una cosa successa dal nulla, ma un attentato che va letto nel contesto di oltre ottant’anni di brutale occupazione della Palestina”. Per questa verità storica, ha aggiunto, “rischia di essere mandato in Egitto dove potrebbe essere ucciso, come il nostro Giulio Regeni, perché dissidente del regime di al-Sisi”.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Quella sporca moneta - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 28 novembre, è disponibile in edicola e in app



