Attualità
18 dicembre, 2025Mentre il figlio di Umberto, che ha segnato la storia recente della Juve, si prepara da Amsterdam a tornare dopo aver risolto le sue pendenze, Elkann affronta il momento più difficile della sua carriera fra la vendita di Repubblica e Stampa all'assalto delle criptovalute Tether alla Vecchia Signora sino alle vicende familiari e di Stellantis
Le notizie fumanti portano a John Elkann, l’erede Agnelli gran capo di Exor che, suo malgrado, e per suoi demeriti, un giorno si arrocca per proteggere la Juventus dall’assalto delle criptovalute Tether e un altro si prepara a smollare, e con un certo sollievo, i gloriosi quotidiani del gruppo Gedi. Le notizie più tiepide, e forse più affascinanti, invece portano in Olanda, nella capitale Amsterdam, al cugino Andrea Agnelli, al negativo di John, a una copia a toni invertiti. (Un inciso: più arduo geolocalizzare John. «Vuole mettere l’oceano fra sé e l’Italia. Vivrà a New York», cit. Carlo De Benedetti). Andrea ormai vive sui canali di Amsterdam da due anni e mezzo. Il mezzo anno non è appiccicato né casuale, mezzo anno perché ha traslocato – si è esiliato – in Olanda durante il 2023, a scuole chiuse, nei primi giorni estivi, dopo aver lasciato la Juventus e ogni posto legato alla famiglia che per la storia fa Agnelli, ma per la cronaca è Elkann e dopo aver sposato sulle colline umbre la turca Deniz Akalin. Il precipizio di Andrea si è palesato gradualmente fra la primavera e l’autunno 2021. Fra la notte del 18 e l’alba del 19 aprile, la Juventus e altre 11 blasonate squadre europee siglarono un accordo di 180 pagine per fondare la Superlega, subito osteggiata e contrastata da istituzioni, politici, amici, ex amici di Agnelli. E soprattutto dal presidente Uefa, l’ex amico, potremmo definirlo carissimo nemico, l’avvocato sloveno Aleksander Ceferin. E peraltro fra la primavera e l’autunno di quell’anno di Andrea, per niente bianco e soltanto nero, la Juve ha interrotto la striscia di nove Scudetti. L’epopea con la Vecchia Signora si è chiusa formalmente il 26 novembre 2021 con le perquisizioni delle fiamme gialle e l’inchiesta giudiziaria “Prisma” che riguardava le plusvalenze nelle compravendite dei calciatori, operazioni contabili che avrebbero alterato i bilanci della Juventus.
I magistrati di Torino contestavano la gestione di Andrea e Andrea, mentre John calava in città per rassettare di nuovo la Juve dopo l’uragano Calciopoli, ha deciso di farsi da parte, non di lato, ma altrove. Lo ha annunciato il 28 novembre 2022. Lo ha fatto con uno stringato discorso il 18 gennaio 2023, al crepuscolo dopo 12 anni e 8 mesi, 9 campionati, 5 coppe Italia, 5 Supercoppe italiane, 2 finali di Champions League. Ingoiato il nero, Andrea Agnelli ha cercato il bianco: «La mia volontà è di voltare pagina per poter ripartire. Affrontare il futuro come una pagina bianca». Bianca, era bianca. Andrea è uscito dalla Juventus e pure da Stellantis e dalla cassaforte di famiglia Exor. Fortilizio, più che pagina. Andrea s’è rifugiato in Olanda con la seconda moglie e si è imposto un regime di assoluto silenzio e lo ha imposto ai pochi collaboratori che gli sono rimasti accanto. Perciò l’espediente di Gay Talese usato per Frank Sinatra – raccontarlo in assenza facendone percepire la presenza – fallisce miseramente.
Andrea ha appena compiuto cinquant’anni e ha molti soldi da spendere con la sua società di investimento Lamse. In questi due anni e mezzo da esiliato/rifugiato non si è mosso, ma si è allenato a questo momento catartico: avere la possibilità di muoversi. Il 20 novembre 2025 ha finito di scontare la squalifica sportiva di 34 mesi (pende ancora un suo ricorso presso la Corte di giustizia europea). Il 22 settembre 2025 ha ottenuto il patteggiamento (1 anno e 8 mesi) per l’inchiesta giudiziaria “Prisma” nel frattempo spostata a Roma. Quella è stata l’occasione, assai rara, per interrompere il silenzio con un comunicato: alcune precisazioni, alcuni messaggi in codice. Le precisazioni per spiegare la scelta di non aspettare il processo: «La decisione di avanzare la richiesta di applicazione della pena, sospesa, priva di effetti civili e di sanzioni accessorie, senza riconoscimento di responsabilità, coerente con la mia posizione di innocenza, è stata indubbiamente molto sofferta. Sono però convinto che rappresenti la scelta più opportuna, considerando che questo procedimento penale, avviato ormai quasi quattro anni fa, si trova ancora nella fase iniziale». I messaggi in codice, che sono negli occhi di chi guarda e, in questa circostanza, in particolare di chi legge: «Il mio amore per la Juventus resta totale e immutato, così come il mio legame con l’Italia e, in particolare, con Torino, la mia città». A ciò si aggiunge la presidenza del Centro di ricerca e cura oncologico dell’ospedale di Candiolo. Da quel 22 settembre 2025, e ancora di più dal 20 novembre 2025, la figura di Andrea incombe su Torino e sul cugino John. Non tanto per le leggende che circolano sul ritorno alla Juve di Andrea (smentito da tutti e senza esitazioni), ma quanto per mettere a confronto, paragonare, il cugino Andrea e il cugino John. Con una provocazione: John potrebbe ugualmente esaltare il suo legame con l’Italia mentre Stellantis ferma e taglia le fabbriche e mentre consegna Repubblica e Stampa all’armatore greco Kyriakou? La risposta va rintracciata nel portafoglio di Exor gonfio con 40 miliardi di euro: le automobili sempre più deboli al centro con attorno le partecipazioni nei settori più disparati, alta moda, tecnologia, energia, sanità, intelligenza artificiale. Più finanza, meno prodotti sfornati. Più dividendi, meno impegno diretto. Questo metodo fa dormire comodi e felici i soci di Exor e genera risorse per altri esperimenti. Il gruppo Gedi non ha funzionato perché la proprietà di Exor, che si è presto arresa, non è riuscita a ridurre le perdite né a creare a valore e né, era la missione iniziale, a superare ma neanche a competere con la Rcs di Urbano Cairo.
I conti della Juventus sono migliorati, -58 milioni nel 2024 contro i -141 milioni nel 2023, e però non lo sono i risultati sportivi. Dal 2019 la Vecchia Signora è stata rianimata con quattro aumenti di capitale per circa un miliardo di euro. Ha influito in quota parte l’effetto Cristiano Ronaldo, sopito dalla pandemia dopo una stagione: «Come organizzare un concerto di Freddie Mercury a Wembley e poi chiudere lo stadio». Chiamato a supplire e poi a sostituire Andrea, John si è presentato da homo novus al capezzale della Vecchia Signora: una distorsione ottica. Perché le strategie della Juve – da Cristiano Ronaldo alla fondazione della Superlega – sono state condivise con l’azionista di controllo e dunque con i vertici di Exor.
Oggi i rapporti fra Andrea e John non sono né buoni né cattivi, semplicemente non ci sono. Andrea non prepara rivincite e la Juve non è una ipotesi. Questo non vuol dire che farà il giovane pensionato da Amsterdam. Sta per tornare, a fare cosa e dove, chissà. John non prepara la vendita della Juve e Andrea non è una ipotesi. Questo non vuol dire che sarà facile difendersi da Tether. L’ex chirurgo plastico Giancarlo Devasini e l’ingegnere informatico Paolo Ardoino sono diventati miliardari con le monete virtuali – ne hanno emesse 180 miliardi e perciò hanno (dovrebbero avere) riserve equivalenti in dollari – ma hanno una gran fretta di convertire i loro guadagni digitali in aziende del mondo analogico e hanno strappato sul mercato un lembo di Juve (l’11,53 per cento). Adesso Ardoino, che della coppia è quello che si fa vedere e sentire, ha offerto al gruppo Exor (65,4 per cento) 1,1 miliardi di euro che, con i debiti, fanno addirittura 1,4. In Borsa la Juve è (sotto)stimata a circa 1,15 miliardi. Tutti discorsi virtuali. Ardoino è consapevole che non avrà la Juve neppure al prezzo giusto, ma Tether ha bisogno di legittimarsi sfruttando la risonanza mediatica del calcio e, farlo con Elkann in difficoltà per Gedi e criticato dai tifosi, è un gioco da ragazzi. Exor ha respinto Tether rimarcando la sua residenza legale in Salvador, come se fosse un riferimento alle inchieste giornalistiche, ai rapporti delle Nazioni Unite, alle sanzioni delle autorità americane che fanno pensare che a Tether si addica più il nero che il bianco. Comunque, non il bianconero.
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