Con riferimento all'articolo "Se l'immunità è sinonimo d'impunità" ("L'Espresso" del 14 febbraio 2025), preciso che di "assurdo", nella vicenda che mi riguarda, c'è stato esclusivamente l'inutile e ingiustificabile processo a mio carico. Sono stato imputato di "calunnia aggravata", per aver segnalato, con un formale ricorso, mentre ero Deputato al Parlamento europeo, ai titolari dell'azione disciplinare (Ministro della Giustizia e Procuratore Generale presso la Cassazione) ed al Vicepresidente del Csm le condotte di un magistrato allora in servizio (ora ex), Alfredo Robledo, che ritenevo allora e ritengo tuttora molto gravi. Ho partecipato a ben 17 udienze, per quasi 2 anni, per essere poi assolto con formula piena il 3 febbraio 2017.
Il Tribunale di Brescia, dopo aver acquisito la delibera del Senato, ha stabilito nella sentenza che «l'accertamento della non colpevolezza dell'imputato deve e può prevalere sulla riconosciuta insindacabilità ex art. 68 della Costituzione».
La pronuncia della Corte Costituzionale del 2021, citata nell'articolo, riguarda la successiva richiesta di risarcimento civile. Anche in questo caso, la Corte d'Appello di Brescia, con sentenza del 27 aprile 2022, poi passata in giudicato, mi ha assolto da ogni addebito e ha condannato l'ex magistrato, come parte soccombente, al pagamento delle spese processuali.
Gabriele Albertini, Milano