Il messaggio sui social dell'attore dopo il ritrovo dell'estrema destra europea xenofoba nella cittadina in provincia di Varese

Remigration Summit, Alessandro Gassman chiede la rimozione del nome del padre dal teatro di Gallarate

“Caro sindaco, leggo che nel teatro intitolato a mio padre nella vostra cittadina è avvenuta la riunione internazionale dei partiti di estrema destra europei (neo fascisti e nazisti). Se nelle sue intenzioni vi è quella di continuare a ospitare in un luogo di cultura manifestazioni con slogan razzisti e illiberali, le chiedo di togliere il nome di mio padre al suddetto teatro”. A maggior ragione del fatto, ricorda Gassman, che “mio padre ebbe parenti deportati e uccisi dai nazifascisti”. Non si ferma l’eco intorno al Remigration Summit che si è tenuto sabato – 17 maggio – a Gallarate, quando nella cittadina in provincia di Varese si sono ritrovati alcuni degli esponenti più in vista della galassia dell’ultradestra xenofoba che si sta strutturando attorno alla parola d’ordine della “remigrazione”. Che, in sintesi, prevede l’espulsione degli “stranieri non assimilati”.

 

Al centro delle polemiche è finito ora il sindaco di Gallarate, il leghista Andrea Cassani, che ha partecipato (da spettatore) al convegno dell’ultradestra europea e ne ha permesso lo svolgimento nel teatro comunale intitolato a Vittorio Gassman. Cassani è anche segretario provinciale del Carroccio, del partito che più di altri in Italia sta abbracciando la nuova parole d’ordine. Al Remigration Summit di due giorni fa hanno partecipato, con un videomessaggio, i due nuovi vicesegretari leghisti Roberto Vannacci e Silvia Sardone.

 

Ieri sui canali social del teatro Condominio è stata pubblicata sono intervenuti i gestori, che si sono definiti “semplici uscieri. Sta nel nostro lavoro aprire le porte a chi lo chiede, e che viene approvato” e hanno ricordato che “negli anni abbiamo ospitato associazioni di qualunque tipo politico, senza che questo influisse o esprimesse la nostra ideologia in tal senso”. Quindi, “in buona fede, e nella fretta con cui la richiesta è avvenuta, abbiamo ingenuamente ospitato questo affitto come abbiamo sempre fatto e come, soprattutto, siamo tenuti a fare”. Hanno inoltre ribadito che “noi ci allontaniamo fortemente da ideali estremisti, infatti la stagione teatrale è sempre stata e sarà sempre priva di politica – si legge ancora nella nota – Continueremo a ospitare eventi di associazioni di qualunque orientamento, come siamo chiamati a fare, e senza che questo abbia peso sull’aspetto artistico”.

 

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